Dal Corriere.it (23-6-06). Scoop del New York Times: La Cia controlla le transazioni bancarie

in Rassegna Stampa
Il governo americano irritato: svelati segreti vitali per la sicurezza La Cia controlla le transazioni bancarie Scoop del New York Times: un programma dell'agenzia Usa permette di monitorare dal 2001 migliaia di conti in tutto il mondo NEW YORK (USA) - Dopo il controllo delle telefonate e di Internet, ora anche il tentativo di spiare le transazioni bancarie. In tutto il mondo. Un programma segreto avviato dopo l'11 settembre permette al governo americano di controllare migliaia di transazioni bancarie all'estero e negli Stati Uniti, secondo quanto rivela il New York Times. PROGRAMMA GESTITO DALLA CIA - Il programma è gestito dalla Central intelligence agency (vale a dire la Cia) e supervisionato dal dipartimento del Tesoro. Secondo fonti dell'amministrazione, ha svolto un ruolo di primo piano nella caccia ai terroristi legati ad Al Qaeda, permettendo fra l'altro la cattura nel 2003 in Thailandia di Riduan Isamuddin, meglio noto come Hambali, legato ad Al Qaeda e considerato la mente dell'attentato del 2002 a Bali (202 morti). Il controllo dei flussi bancari avviene tramite i dati forniti dalla Swift, una cooperativa belga che fornisce servizi per la rete bancaria internazionale attraverso cui passano transazioni di vario tipo per un valore di 6 miliardi di miliardi di dollari al giorno. Il programma, riferiscono fonti del governo, è limitato, per ora, al controllo di persone sospettate di legami con il terrorismo internazionale e si basa sui poteri economici d'emergenza di cui dispone il presidente George Bush dopo l'11 settembre. Tuttavia non mancano i dubbi sui potenziali abusi. LA RICHIESTA DI NON PARLARE - Diversi esponenti dell'amministrazione americana, interpellati sulla vicenda, hanno chiesto al New York Times di non renderla pubblica. Ma il direttore del quotidiano, Bill Keller, ha deciso diversamente: «Abbiamo ascoltato attentamente gli argomenti dell'amministrazione per non rendere nota l'informazione e abbiamo dato loro seria e rispettosa considerazione. Rimaniamo convinti che lo straordinario accesso dell'amminstrazione a questo vasto deposito di dati finanziari internazionali, per quanto ne possa essere fatto un uso attentamente mirato, è materia di pubblico interesse». Una volta chiarito che la vicenda sarebbe stata pubblicata,il sottosegretario al tesoro Stuart Levey ha accettato di parlarne pubblicamente. Il programma, ha affermato, «ci ha fornito un'unica e potente finestra sulle operazioni delle reti terroristiche il che è senza dubbio un uso proprio e legale da parte delle autoritá». La vice addetto stampa della Casa Bianca Dana Perino, ha poi dichiarato che, dopo l'11 settembre, «il governo ha intrapreso ogni misura legale per impedire un altro attacco al paese. Uno dei maggiori strumenti nella lotta contro il terrorismo è stata la nostra abilitá di bloccare i fondi dei terroristi». La Perino ha quindi aggiunto che ora i terroristi sono a conoscenza di un altro mezzo usato contro di loro, sottolineando come «il presidente sia preoccupato che ancora una volta il New York Times abbia scelto di rendere noto un programma segreto che lavora per la protezione dei cittadini». 23 giugno 2006

23/06/2006

Documento n.6117

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