Dal Corriere della Sera (16-10-06). Irpef e assegni familiari, il balletto degli sgravi
Dal Corriere della Sera (16-10-06) Irpef e assegni familiari, il balletto degli sgravi Grazie ai nuovi bonus aumenta il reddito disponibile sotto i 30.000 euro, ma poi i single sono avvantaggiati Lo schema fiscale La nuova Irpef? Resta anemica anche se in casa entreranno i nuovi assegni familiari. La curva delle aliquote Irpef, introdotta dalla Finanziaria, comporta maggiori tasse già da 30.000 euro in su come si può vedere dalla tabella. Mettendo nel conto anche i nuovi assegni familiari, per i quali vengono stanziati 1,4 miliardi, la soglia di convenienza si alza leggermente, spostandosi a 35.000 euro. Passata questa soglia ci sono solo maggiori tasse. E, spesso, a guadagnarci sono i single. I vantaggi dei contribuenti fortunati sono, però, minimi. E piuttosto ballerini. Ad esempio un dipendente con moglie e un figlio a carico e reddito di 30.000 euro pagherà 179 euro di maggiore Irpef, ma incasserà 185 euro in più come assegni familiari. Con un saldo positivo di sei euro e mezzo, meno di mezzo euro al mese. Migliora di molto la situazione del collega che, con lo stesso reddito, ha moglie e due figli a carico: il saldo è positivo per 249 euro l’anno, pur pagando 124 euro di imposte in più. In genere a trarre vantaggio da Irpef e assegni familiari sono i contribuenti con più persone a carico e reddito inferiore a 25.000 euro. A questa soglia un dipendente con moglie e due figli ha un attivo di oltre 600 euro. In genere gli assegni consentono alle famiglie a basso reddito, sotto i 20.000 euro, di disporre di un maggior reddito annuo di circa 100-150 euro, a cui vanno aggiunti gli sgravi Irpef. In casa entreranno complessivamente dai 20 ai 30 euro in più al mese. Sopra i 30.000 euro e fino ai 70mila, paradossalmente è meglio essere single. Per tutti i livelli di reddito, infatti, il contribuente senza carichi familiari ha un aggravio Irpef minore del collega con famiglia. A 40.000 euro di reddito, ad esempio, il single pagherà solo 28 euro di tasse in più. Chi ha la moglie a carico dovrà sborsarne 302 in più. Se c’è un figlio a carico la maggiore imposta è di 540 euro e con due figli addirittura di 773 euro. Una stangata che non viene compensata dagli assegni familiari. Il tutto senza contare le addizionali locali che rischiano di annullare questi esigui risparmi com’era già avvenuto all’epoca della prima riforma Tremonti. I Comuni, ad esempio, possono portare l’addizionale fino allo 0,80%. E saranno molti a battere cassa. Sono queste le considerazioni che si possono ricavare leggendo la tabella elaborata per CorrierEconomia dall’ Ufficio studi della Cgia di Mestre . In tabella sono illustrati gli effetti dei nuovi scaglioni Irpef su dipendenti e pensionati con redditi che vanno da 10.000 a 100.000 euro, oltre gli aggravi non mutano. Sono stati stimati anche i benefici finanziari dei nuovi assegni familiari, secondo le indicazioni del governo. La partita degli assegni, però, è tutta da giocare. I rincari, quindi, sono certi. Lo zuccherino degli assegni non ancora. Ma vediamo come cambia il calcolo dell’Irpef. Le aliquote Tornano da 4 a 5. La prima resta al 23%, ma si applica sui primi 15.000 euro di reddito, mentre prima arrivava a 26.000. Da 15 a 28mila euro si pagherà il 27%, con un aumento del 4%. Attenzione, però, il nuovo meccanismo delle detrazioni compensa questo aggravio. La terza aliquota, 38%, colpirà i redditi che vanno da 28.000 a 55.000 euro. Nella piccola fascia che va da 55 a 75.000 euro graverà dal 2007 un prelievo del 41%, contro il 39%, e sopra i 75.000 si passerà al 43%, la parte più contestata della riforma. Fino al 2006 solo oltre i 100.000 scattava il 43%. L'aumento è fortemente regressivo perché da questa soglia in su le maggiori imposte sono sempre di 1.780 euro, quale che sia il reddito dichiarato. Le nuove aliquote non sono ancora in vigore e devono passare il vaglio del Parlamento. In ogni caso si applicheranno solo dal 2007. La no tax area Era l'architrave della riforma Tremonti e Visco l'ha cancellata. Per il calcolo dell’Irpef si torna quindi al passato. Prima si calcola l’imposta per scaglioni, poi si sottraggono le detrazioni (lavoro e familiari). La no tax area era una fascia esente da Irpef che diminuiva all’aumentare del reddito. Un onere che andava ad abbattere l'imponibile. Ora si torna alle vecchie detrazioni, a bonus che vanno a diminuire l'Irpef e non più l'imponibile. Le detrazioni variano per categoria di contribuenti, limitiamoci a quelle per i dipendenti (per i carichi familiari vedi qui a fianco). Lo sconto è di 1.840 euro, con un minimo di 690, se il reddito non supera gli 8.000 euro. Tra 8.000 e 15.000 euro la detrazione scende gradatamente da 1.840 e 1.338 euro. Oltre i 15.000 euro il bonus è di 1.338 euro, ma decresce all'aumentare del reddito fermandosi a 55.000 euro. Per calcolare la detrazione spettante bisogna sottrarre dal valore fisso di 55.000 euro il proprio reddito complessivo e dividere il risultato per 40.000. Il coefficiente ottenuto, se superiore a zero, va applicato alla detrazione base considerando i primi quattro decimali. Esempio: dipendente che guadagna 30.000 euro. Al numeratore avremo 25.000 (cioè 55.000 meno 30.000) che diviso per 40.000 dà 0,625. Applicando questo coefficiente alla detrazione base di 1.338 avremo uno sconto effettivo, in termini di minore Irpef, di 836 euro. Vediamo un rapido calcolo dell’Irpef per un dipendente, reddito 30.000 e, moglie e figlio a carico. L’Irpef lorda è di 7.720 euro (il 23% su 15.000, il 27% da 15 a 28.000, il 38% sugli ultimi duemila euro). La detrazione da dipendente, come abbiamo visto, è di 836 euro e quella per i familiari (vedi a fianco) di 505. L’Irpef netta scende a 6.379 euro (7.720 meno 836 meno 505). Massimo Fracaro 16 ottobre 200617/10/2006
Documento n.6375