da Dagospia 5-3-2007 LA RIVINCITA DI PANERAI - “CHISSÀ SE I MAGISTRATI VORRANNO SENTIRE DALLA VIVA VOCE DI MATTEO ARPE ....
LA RIVINCITA DI PANERAI - “CHISSÀ SE I MAGISTRATI VORRANNO SENTIRE DALLA VIVA VOCE DI MATTEO ARPE COME MAI IL GIOVANE A.D. DI CAPITALIA HA TENTATO DI VENDERE A COPPOLA LA PICCOLA PARTECIPAZIONE DELLA BANCA NELLA HOLDING DI CONTROLLO DI CLASS EDITORI?”… 1 – ARPE SUONATO DA PANERAI Paolo Panerai per “Milano Finanza” (estratto da “Orsi e Tori”) Chissà se i magistrati che hanno spedito in carcere Danilo Coppola vorranno sentire dalla viva voce di Matteo Arpe come mai e in base a quali relazioni il giovane a.d. di Capitalia ha tentato di vendere all'ex furbetto del quartierino la piccola partecipazione della banca nella holding di controllo di Class Editori? (Paolo Panerai e Giuliano Adreani-U.Pizzi) Con inusitato tempismo e incredibile paradosso dopo che su queste pagine ho raccontato due settimane fa che Arpe stava cercando di vendere a Coppola la partecipazione (residuale della quotazione in borsa) di EuroClass, l'ex furbetto del quartierino aveva diramato una dichiarazione, ripresa solo da un quotidiano, secondo cui: 1) non aveva interesse a EuroClass (e ciò non ha potuto che rallegrarci); 2) che in realtà la smentita era perfino superflua visto che a tutti era nota l'inesistenza di rapporti tra lui e Arpe. Ve lo vedete Coppola che sua sponte fa una dichiarazione in cui (appunto paradossalmente) prende le distanze da Arpe, cercando di diffondere ai quattro venti che con l'a.d. di Capitalia non ha niente a che fare, lui che si è comprato, strapagandola, una casa editrice di quotidiano e settimanale economico per cercare di farsi l'immagine? (Danilo Coppola-U.Pizzi) Ma queste sono quisquilie. Dovendo civilmente attendere che la giustizia faccia il suo corso non si può tuttavia non constatare che le inchieste de “Il Sole 24 Ore” e di “MF/Milano Finanza” sull'origine inidentificata delle fortune di Coppola erano perfettamente centrate. Così come restano un mistero le motivazioni per le quali la signora Franca Segre e suo figlio Massimo, controllori della Banca intermobiliare (Bim), ma soprattutto professionisti di uomini d'affari del calibro di Carlo De Benedetti, abbiano coltivato, fino a stringerlo a filo doppio, il rapporto con persone come Coppola. Fascino perverso, si direbbe, del denaro grigio o addirittura nero. Sta di fatto che ora i Segre si trovano sotto inchiesta non tanto per i raggiri da bancarotta e riciclaggio che hanno portato in carcere Coppola, quanto per altri reati come l'insider trading sulla negoziazione dei titoli Ipi, la vecchia immobiliare degli Agnelli, finita all'ex furbetto attraverso Luigi Zunino e oggetto di un rialzo da 7 a 10 euro che destò subito i sospetti della Consob. Chi sa se ora De Benedetti e gli altri personaggi importanti che si servono di Bim decideranno di cambiare professionisti? De Benedetti ha nei confronti della famiglia Segre un obbligo irrinunciabile per vicende molto attinenti alle leggi razziali, ma gli altri? Non è difficile immaginare che la Consob, sotto la guida ferma di Lamberto Cardia, rinuncerà a guardare a fondo dentro le operazion Bim in borsa… (Matteo Arpe-U.Pizzi) 2 - E FIORANI SPIEGA AI GIUDICI GLI AFFARI TRA COPPOLA E ZUNINO Da “Milano Finanza” Il rapporto con Danilo Coppola, la sua partecipazione alla scalata ad Antonveneta egli affari dell'immobiliarista romano con Luigi Zuníno: Nel corso dell'incidente probatorio del 29 maggio 2006 l'ex a.d.della Bpi, Gianpiero Fioraní, racconta la sua verità. FIORANI - «Il rapporto col dottor Coppola è datato da due anni e mezzo, prima del suo ingresso nel capitale di Antonveneta. L'operazione è un'operazione che era stata propiziata da Efibanca per un finanziamento per l'acquisto di un albergo a Roma e da lì è nata poi la conoscenza col dottor Coppola. E l'investimento che il dottor Coppola ha fatto in azioni Bnl, è stato finanziato inizialmente da mezzi e risorse personali e poi supportata successivamente da affidamenti messi a disposizione da altre banche. Si rivolse a noi il dottor Coppola, nel gennaio o febbraio del 2005 per richiedere una linea di credito destinata all'acquisto di azioni, fra le quali anche Bnl, ma non solamente Bnl. L'affidamento, se non ricordo male, fu di 100 milioni di euro e supportato da garanzie sia di quote si società immobiliari, che di quote di partecipazioni in società mobiliari cioè a loro volta, se non ricordo male, le azioni IPI, che erano azioni di un'azienda quotata in borsa da lui appena comprata dal cavalier Zunino». (Gianpiero Fiorani-f.Lapresse) GIUDICE - «Scusi, fu Zunino a presentarle Coppola?» FIORANI - «Fu Coppola a presentarmi Zunino nel rapporto di dare /avere. Fra le parti c'era l'opportunità da parte di Coppola a effettuare un pagamento per un acquisto di un immobile effettuato da Zunino. Il pagamento avvenne mediante cessione di un ramo d'azienda, che a sua volta conteneva azioni Antonveneta. Con questa acquisizione, con questo corrispettivo, il cavalier Zunino divenne socio della Antonveneta e anche lui manifestò apertamente l'appoggio al nostro progetto». PM FUSCO - «Qual era l'esposizione del gruppo Coppola verso Banca popolare italiana?» FIORANI - «All'inizio dell'operazione, quando si apriva il fronte di affidamento Coppola, erano 100 milioni di euro: Ma non erano affidamenti consistenti per il gruppo Coppola, considerando l'entità patrimoniale e la sua consistenza di beni immobili. Erano affidamenti che orientavano in...» PM FUSCO - E successivamente, è passato a...» FIORANI - «Si ampliò per effetto di finanziamenti, non mi ricordo al cifra precisa, per finanziamenti ipotecari destinati...» PM FUSCO - «E fino a che cifra arrivò?» FIORANI - «Io mi ricordo fino ai 300 milioni di euro» PM FUSCO «E qual era l'impegno di Coppola in Antonveneta?» FIORANI - «Era l'1,70% quindi circa un...» PM FUSCO - «In termini...» FIORANI - «Eh, forse 70 o 60/70 milioni di euro». Dagospia 05 Marzo 200706/03/2007
Documento n.6474