Da Dagospia 24 Maggio 2006. IL PROCURATORE MASTELLA JR GESTISCE LA STELLA VOLPATO
2 - IL PROCURATORE MASTELLA JR GESTISCE LA STELLA VOLPATO Massimo Numa per La Stampa Pellegrino Mastella, 30 anni, figlio del ministro Clemente, fa il procuratore di calciatori. Una professione davvero trendy, almeno sino a un po’ di tempo fa. Dopo il figlio del ct della Nazionale, Davide Lippi, e Alessandro, il promettente erede di papà Moggi, ecco dunque Mastella jr. Adesso anche il suo nome compare nei nastri delle intercettazioni delle ultime informative dei carabinieri che lavorano a ritmo serrato per i pm di Napoli e Roma, e saranno ricostruiti - passo dopo passo - se, quando, come e perché ha o no intrattenuto rapporti con la Gea, con l’allenatore Gianni Di Marzio (osservatore per la Juventus e molto legato al Padova, società dove Mastella jr ha trovato il suo primo talento) e con gli altri big dell’universo pallonaro sotto inchiesta per una lunga serie di reati, compresa l’associazione a delinquere. Non che sia un reato, collaborare o far parte di quella società, ma gli inquirenti vogliono ricostruire tutte le intermediazioni, almeno le più recenti, comprese le sue. La sua storia, anche se breve, è già ricca di colpi di scena e coronata anche da un clamoroso successo: quando riesce a soffiare ai più noti e importanti procuratori di tutta Italia uno degli astri nascenti del calcio italiano, il centravanti Rey Volpato, classe ‘86, un clone di Christian Vieri, cresciuto nel vivaio del Padova dov’era tesserato. Mastella riuscì a inserirlo nella sua scuderia; gli altri colleghi restarono basiti. Tra i «re» del mercato del Nord-Est serpeggiò un certo malumore. Telefonarono al padre del giovane Rey e gli chiesero: «Ma chi è il suo nuovo procuratore?». Risposta: «... Pellegrino». Replica: «Pellegrino chi? Non esiste un mediatore con quel nome». Infine: «Vabbè, di cognome fa Mastella, è il figlio di Clemente». Cioè l’attuale ministro della Giustizia, allora segretario dell’Udeur. Adesso Claudio Pasqualin, uno degli operatori più importanti e conosciuti del mercato, non vuole parlare di questa faccenda. Solo un breve commento: «Sì, Pellegrino lo conosco bene, perché, qualche anno fa, iniziò la professione proprio qui nel mio studio». E prometteva? «Era un giovane che doveva ancora farsi le ossa, era molto legato all’Avellino. Non conosceva le altre realtà, le più importanti. Poi se ne andò, forse deluso dai risultati non troppo brillanti. Ricordo che rappresentava anche il cugino, Carmelo Imbriani. Ma credevo avesse rinunciato». Giusto il tempo di coltivare le amicizie giuste (non è un mistero che Clemente sia tuttora un buon amico di Moggi) ed è pronto a soffiare il contesissimo Rey Volpato a un’agguerrita filiera di concorrenti. Poi si venne a sapere che la destinazione finale del centravanti - quelli come lui, una volta, si definivano «di sfondamento» - era il Siena, una società considerata alleata della Juventus, una specie di succursale in terra toscana. Un colpo da maestro, preceduto da un’altra operazione, forse più modesta ma altrettanto significativa. Riuscì a rivendere nuovamente il cugino Carmelo al Benevento. Tacitiano il comunicato dei giallorossi: «Il giocatore sannita, dopo aver rescisso il contratto con il Catanzaro, si è legato al Benevento fino al 2008. Imbriani, accompagnato dal suo procuratore Pellegrino Mastella, ha firmato il nuovo contratto, che domani mattina sarà depositato presso la Lega di Firenze. Il nuovo acquisto giallorosso si unirà alla squadra già nel pomeriggio di domani per allenarsi con i nuovi compagni...». Era il 17 gennaio 2006. Imbriani, vecchia conoscenza dei tifosi del Napoli, giocò in serie A per due anni, dal ‘94 al ‘96. Non lasciò un grande ricordo. Pochi i gol e molti sfottò per l’illustre parentela: secondo i tifosi più maligni, Imbriani indossava la maglia numero 11 solo per merito dello zio Clemente. Pellegrino Mastella è stato pure costretto a smentire una notizia che era comparsa sulle colonne de «Il Riformista», e poi ripresa da altri media. Dicevano che si sarebbe candidato alle prossime comunali del 2006. «L’ipotesi avanzata dal quotidiano è del tutto infondata, soprattutto perché basata su chiacchiere da bar e non confermata da nessuno dei soggetti in questione». Il tono è secco. E non ammette repliche. 3 – IL FIGLIO DI MASTELLA REPLICA: LO SCOPO E' COLPIRE I PADRI. MAI AVUTI RAPPORTI CON LA GEA (ANSA) - ''Stupisce la tempistica cronometrica con la quale il nome del sottoscritto e' stato indebitamente legato ai recenti accadimenti sportivi e giudiziari che hanno sconvolto il mondo del calcio''. Lo afferma l' avvocato Pellegrino Mastella, figlio del ministro della Giustizia, riferendosi agli articoli pubblicati oggi nelle pagine dedicate allo scandalo del calcio dai quotidiani ''La Stampa'' e la Gazzetta dello Sport'' nei quali si fa riferimento alla sua attivita' di procuratore. ''La contestualita' delle pubblicazioni rispetto alla nomina di mio padre a Ministro della Giustizia - osserva Mastella jr riservandosi ogni azione legale a tutela della sua immagine personale e professionale - desta, a dir poco, sospetti circa il reale interesse alla divulgazione di notizie di per se' false e suggestivamente finalizzate a collegare in modo strumentale e dannoso, soprattutto alla luce dei recenti accadimenti, la mia attivita' professionale con quella di altre persone, non a caso definite 'figli di', con il chiaro intendimento di colpire i padri attraverso i figli, condotta considerata indegna perfino nei codici delle peggiori organizzazioni malavitose, se non addirittura intimidatorie''. L' avvocato Mastella, con una lunga nota, stigmatizza ''fortemente'' l' occhiello dell'articolo de La Stampa, nel quale si parla di ''figlio del ministro'' e di ''carabinieri'' messi in allerta e l' articolo de La Gazzetta dello Sport, nel quale si parla di ''amico della Gea'' e di ''approdo alla grande famiglia della Gea World''. ''Tutto cio' e' sconcertante oltre che foriero di irreparabile pregiudizio'' sottolinea facendo notare che ''con l'utilizzazione, negli occhielli, di notizie volutamente false si da ai lettori un' immagine totalmente diversa dalla realta' della mia persona, della mia attivita' professionale e, conseguentemente o meglio, in modo scorretto, si coinvolge ad effetto mio padre, del tutto estraneo allo stesso racconto sviluppato poi nell' articolo. Infatti il titolo ad effetto, assolutamente inveritiero, viene smentito tuttavia in modo contraddittorio dallo stesso giornalista nel corpo dell'articolo''. Secondo il figlio del ministro ''la realta' e' ben altra. Dal 2002, esercito principalmente per passione l'attivita' di agente di calciatori come attivita' del tutto collaterale, essendo la mia professione quella di Avvocato. Come agente, ho sempre lavorato in proprio, tranne una breve esperienza con lo studio D' Amico-Pasqualin. Nel corso della mia esperienza di agente di calciatori ho ricevuto procura soltanto da un calciatore, per quanto promettente: Rej Volpato, che mi onoro di rappresentare. Ho assistito infatti lo stesso Volpato in occasione della stipula del suo contratto con il Padova Calcio. Ho poi seguito il suo trasferimento dal Padova Calcio alla Juventus F.C.''. E' solo in quest' ultima occasione - chiarisce - ''ho avuto rapporti, come controparte contrattuale, con la Dirigenza della stessa Juventus F.C.. Preciso di non aver mai avuto alcun rapporto con la GEA, rispetto alla quale, semmai, nella mia veste di agente, ho esercitato un ruolo di concorrente; questo anche in occasione del conferimento della procura del calciatore Rej Volpato, il quale era stato contattato anche da altri procuratori sportivi''. Dagospia 24 Maggio 200624/05/2006
Documento n.5987