Da Dagospia (24-5-06).CONSORTE APRE LA CASSAFORTE – 14 DENUNCE PRONTE: NEI PROSSIMI DUE MESI SARANNO IN MOLTI A VERSARE LACRIME -

in Rassegna Stampa
CONSORTE APRE LA CASSAFORTE – 14 DENUNCE PRONTE: NEI PROSSIMI DUE MESI SARANNO IN MOLTI A VERSARE LACRIME - LE COOP MI HANNO TRADITO - COME SI COMPORTERÀ LA CGIL SE LA BANCA FRANCESE LICENZIERÀ I 5.000 ESUBERI CHE AVREBBE GIÀ INDIVIDUATO IN BNL?... Alessandro Plateroti per “Il Sole 24 Ore” Allora Ingegner Consorte, due Procure stanno ancora indagando sul suo ruolo nelle scalate estive alla Bnl e ad AntonVeneta, sul possibile coinvolgimento nell'attacco a Rcs e sull'ipotesi che lei e Ivano Sacchetti abbiate fatto parte di un'associazione a delinquere che aveva lo scopo di impadronirsi di banche e giornali. Senza contare le accuse di aggiotaggio e quelle di insider trading. Ha davvero deciso di parlare prima ancora che i magistrati decidano la sua sorte? «Sono stanco di incassare in silenzio e nei limiti del possibile sono determinato a mettere in chiaro non solo alcune questioni che mi riguardano, ma anche il ruolo che hanno avuto alcuni personaggi nel deformare la realtà e accusarmi di cose che non esistono». Dopo aver rotto il silenzio per ricordare al leader della Cgil Guglielmo Epifani che della scalata alla Bnl era ben consapevole fin dal luglio del 2005 concetto ribadito con forza in una conversazione telefonica pubblicata ieri da Il Giornale l'ex presidente e amministratore delegato dell'Unipol non si tira indietro per rincarare la dose. Sia nei confronti dei «nemici», che nei riguardi degli ex amici, soprattutto nel mondo della cooperazione. «Le più grandi delusioni — spiega Consorte — le ho avute proprio dal mondo delle cooperative: ho lavorato sempre nell'interesse del movimento e in quello dell'Unipol, ma sono stato condannato da quel mondo in una sorta di processo sommario senza difesa. Sono stato zitto finora, ho incassato in silenzio, ma la situazione sta cambiando: l'indagine della Deloitte sul mio operato come amministratore di Unipol mi ha assolto con formula piena, eppure sono stato costretto a dimettermi. Ma avrò modo di rivalermi: quando questa storia sarà finita e chiarita, passerò alle azioni legali. Senza risparmiare nessuno». Che cosa vuol dire? Voglio dire che ci sono 14 denunce pronte e le garantisco che nei prossimi due mesi saranno in molti a versare lacrime. Però intanto è lei sul banco degli imputati. E non solo per AntonVeneta e Bnl. Domani si presenterà all'udienza del processo per insider trading sui bond Unipol? Anche in quel caso, c'è Gnutti come co-imputato. Sì, mi presenterò in aula: sono stato io a chiedere di essere ascoltato per dare la mia versione dei fatti. Sono stato rinviato a giudizio non per aver guadagnato personalmente, ma per aver fatto guadagnare l'Unipol in qualità di amministratore. E tra l'altro ora la legge è cambiata e non rischio neppure una condanna. Già da giovedì, comunque, ne vedrete delle belle. Dopo l'attacco a Epifani, dunque, dobbiamo aspettarci altre rivelazioni clamorose? Sembra quasi che voglia alzare un polverone per coinvolgere più persone possibile... Premesso che io non ho attaccato nessuno, ma solo ristabilito la verità dei fatti, vorrei precisare una cosa: ho detto che Epifani sapeva della scalata perché non sopporto i comportamenti scorretti. Ed Epifani si è comportato in modo scorretto. E non solo lui. Penso ad esempio a Pierluigi Stefanini, che pochi mesi fa si è fatto sponsorizzare la convention della Lega delle cooperative a Bologna non dall'Unipol, come è sempre avvenuto per questa manifestazione, ma dalla Bnl! Che comportamento è mai questo? Anche con Stefanini arriverà il momento del chiarimento. E poi vorrei tornare un attimo alla Cgil: durante la preparazione della nostra Opa, il sindacato ci ha attaccato in continuazione, cercando in ogni modo di ostacolare l'operazione. Poi ha dato il pieno appoggio all'Opa dei francesi, come se fossero arrivati i salvatori della Patria: voglio vedere come si comporterà ora la Cgil se, come si sente dire in giro, la banca francese licenzierà i 5.000 esuberi che avrebbe già individuato in Bnl. Ma le vere rivelazioni "clamorose" sono quelle contenute nel dossier che ho consegnato già da una settimana alla Procura di Milano sul caso AntonVeneta, un memoriale di 60 pagine con un centinaio di pagine di allegati, e nei due rapporti che consegnerò oggi alle procure di Roma e Milano sul caso Bnl. Che cosa c'è nei due nuovi rapporti che già non si sappia? Molto. Il primo rapporto è una ricostruzione tecnica sui passaggi che ci hanno portati all'Opa sulla Bnl: ho inserito date, telefonate, colloqui con le autorità di vigilanza e soprattutto con la Banca d'Italia, che ci aveva assicurato la piena regolarità della nostra offerta e quindi la certezza del via libera all'operazione. Ci sono nomi e cognomi, non generiche affermazioni e qualcuno sarà chiamato a risponderne. Ecco di nuovo le accuse sparate nel mucchio... No. Posso sopportare tutto, ma non l'accusa di aver lanciato l'Unipol in un'avventura mal costruita e lacunosa sotto il profilo tecnico: quell'operazione era stata realizzata in modo perfetto. Nel secondo rapporto, invece, ho compilato una lista delle persone che hanno manovrato in ogni modo e con ogni mezzo per impedire che l'Unipol comprasse la Bnl. In altre parole, è un dossier su chi ci ha fatto del male ingiustamente, senza distinzioni di bandiera. E allora molte cose diventeranno più chiare per tutti. Non solo i suoi ex colleghi cooperatori, ma anche i Democratici di sinistra non sono stati teneri con lei... Lo scandalo Bnl poteva fargli perdere le elezioni. È vero, ma la situazione sta cambiando e posso dire che i rapporti già adesso sono buoni, anche con D'Alema: la verità sta venendo a galla e in molti, nel partito, hanno capito che sono stato vittima di accuse ingiuste. Bèh, questo saranno i giudici a stabilirlo: le inchieste sono in corso e lei rischia ancora grosso. E su più fronti. Tra l'altro, Gianpiero Fiorani le ha rivolto accuse molto gravi, come quella di aver chiesto una «stecca» per aiutarlo nella scalata AntonVeneta. Sono tutte falsità e lo dimostrerò. Fiorani ha detto che io e Sacchetti gli avremmo chiesto dei soldi, ma è stato lo stesso direttore finanziario della Bpi Gianfranco Boni a smentirlo: secondo la testimonianza a verbale di Boni, è stato Fiorani a offrirci un compenso. Soldi che non abbiamo mai incassato e che non abbiamo mai chiesto. Basta guardare le date. L'incontro con Fiorani all'aeroporto di Bologna in cui avrei chiesto la «stecca» c'è stato il 22 aprile del 2005, mentre l'interdizione di Fiorani è del primo agosto: se veramente avessi chiesto io i soldi, pensate che in quasi 4 mesi non sarei riuscito a farmeli dare? Sono menzogne di cui Fiorani sarà chiamato a rispondere: quando la mia posizione sarà chiarita, denuncerò anche Fiorani. E sul famoso pagamento di 50 milioni di euro per la consulenza nella cessione di Telecom alla Pirelli, che cosa ha da dire? Ho scritto tutta la verità in una memoria consegnata alla Procura di Milano. Posso dire soltanto che almeno io la commissione l'ho incassata per il lavoro svolto, altri lo hanno fatto davvero senza titolo. Come mai vendette a Hopa le sue azioni Olivetti a un prezzo differente rispetto a quello pagato dalla società bresciana per le azioni Olivetti possedute da Unipol? Posso dire soltanto - conclude Consorte - che Unipol ha guadagnato bene. Io avevo azioni Olivetti pagate 1,60 euro e le ho vendute a Hopa a 2,50 euro. Le azioni Olivetti possedute da Unipol le ho poi vendute a 3 euro quando il prezzo di mercato era di 1,50 euro: la compagnia può forse lamentarsi?». Questa è la prima, ovviamente parziale, versione dei fatti di Giovanni Consorte. Ora saranno i magistrati ad accertare la veridicità delle affermazioni e le eventuali responsabilità. BOTTA E RISPOSTA TRA “SOLE” E CONSORTE - (Apcom) - "Non era un'intervista. Non mi riconosco, in alcun modo, in molte delle cose che sono state riprese in questa intervista mai rilasciata". In una nota, Giovanni Consorte smentisce le dichiarazioni riprese in un'intervista, "non concessa", pubblicata, oggi, sul Quotidiano 'Il Sole 24 ore'. "Una conversazione telefonica è stata trasformata in un'intervista che non ho fatto. Le dichiarazioni e soprattutto le invettive che in essa sono riportate non mi appartengono", dice Consorte nel comunicato. "Questa cattiva abitudine di trasformare in dichiarazioni o interviste, battute o un semplice scambio di opinioni mi costringe ad assumere la decisione di non intrattenere più conversazioni private e personali con i giornalisti. Comunicherò solo attraverso comunicati stampa ufficiali", conclude. - (Adnkronos) - ''L'ingegnere Consorte era stato avvisato a piu' riprese, nell'arco della giornata che il contenuto di quella che l'ex amministratore delegato di Unipol definisce una 'conversazione telefonica' sarebbe stato utilizzato dal quotidiano per chiarire la sua posizione. L'ultima telefonata con l'ingegnere Consorte e' stata effettuata alle 21,16, nell'ambito della quale lo stesso Consorte ha chiesto di inserire nel testo la sua posizione riguardo il sequestro di 40 milioni di euro sui conti esteri degli indagati''. A precisarlo in una nota e' 'Il Sole 24 Ore' dopo che Giovanni Consorte, ex presidente e ad di Unipol, questa mattina, ha smentito quanto scritto dal quotidiano economico. ''L'ingegnere Consorte, nel comunicato, -sottolinea Il Sole 24 Ore- afferma di non riconoscersi nelle dichiarazioni pubblicate. 'Il Sole-24 Ore' ribadisce la correttezza del proprio operato nei contenuti e nella forma respingendo l'accusa, avanzata dall'ingegnere Consorte, di 'trasformare in dichiarazioni o interviste, battute o un semplice scambio di opinioni'''. Dagospia 24 Maggio 2006

25/05/2006

Documento n.5991

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