Da Dagospia (20-10-06) OCCHIO ALLA HONG KONG SHANGHAI BANK: NEL MIRINO BILBAO, SANTANDER, ABN AMRO
CERUTTI ONDOSO MA LUCHINO PUNTA SU MARCEGAGLIA – RCS, PATTISTI IN MOVIMENTO TRONCHETTI STRONCHETTI - GAMBERALE, LA CARTA DI PRODI PER CDP – CITI-RUGGIERO OCCHIO ALLA HONG KONG SHANGHAI BANK: NEL MIRINO BILBAO, SANTANDER, ABN AMRO 1 – LUNEDI’ PROSSIMO, INCONTRO SEGRETO DI PATTISTI RCS SUL DESTINO DI MIELI? Oggi Paolino Mieli, il direttore-stratega del "Corriere della Sera", avrà un crampo allo stomaco. Sul suo giornale appaiono in bella vista due articoli che riprendono paro paro le anticipazioni fornite ieri da Dagospia sul viaggio del sottosegretario Tononi in Cina alla ricerca di un partner per Alitalia, e la possibile acquisizione di Tiscali da parte di Time Warner. Questo malessere sarà superato da una risatina amara sulla pochezza dell'informazione telematica che ai suoi occhi di storico incallito appare del tutto effimera. In realtà Paolino ha ragioni ben più serie per agitarsi sulla poltrona. Il Governo di Romano Prodi perde acqua da tutte le parti e gira con insistenza la voce che il Cavaliere di Arcore sarebbe pronto a dare via libera al Presidente del Senato, Franco Marini, pur di liberarsi del Professore di Bologna. L'operazione dovrebbe avvenire a gennaio, subito dopo quella Finanziaria à la carte che oggi Dario Di Vico definisce sul "Corriere" "un Vietnam". Il megadirettore Mieli, amico di Tronchetti e di Guido Rossi (con i quali s'attovaglia ogni settimana), ha sponsorizzato questo Governo con tutte le sue forze, e adesso cerca di mandargli qualche ciambella di salvataggio, ma non può ignorare che il giornale rivale "Repubblica" sembra aver già voltato pagina sul futuro di Prodi. A questo punto girano per Milano voci sempre più intense sulla possibile sostituzione al vertice del giornale di via Solferino. C'è addirittura chi parla di una riunione che avverrebbe lunedì prossimo tra alcuni soci forti del Patto di sindacato che governa la casa editrice del "Corriere" per preparare la successione di Mieli. I nomi che circolano sono quelli di Giulio Anselmi (direttore della "Stampa") e di Flebuccio De Bortoli, sponsorizzato dal banchiere bresciano Abramo-Bazoli. Nella riunione carbonara di lunedì Bazoli (al quale il "Corriere della Sera" ha dedicato domenica un lenzuolo di intervista) non sarà presente perchè dovrà incontrare a Firenze gli studenti-lettori dell'Osservatorio di Ceccherini (ci saranno anche Marchetti e Perricone). Non si conoscono l'ora e il luogo dell'incontro, è certo però che la schiera degli alleati di Paolino si sta indebolendo. La compagine sociale che governa il Gruppo Rcs è sempre più nervosa. Marco Tronchetti Provera è alle prese con i suoi problemi e con i bollori di Romano Prodi. Luchino di Montezemolo è costretto a spettinarsi i capelli e a sporcarsi le mani con il Tfr e i "malpancisti" veneti di Confindustria. Nel fortino di via Solferino le voci si rincorrono e dopo l'incontro di lunedì si aspetterà con ansia la metà di novembre quando l'amministratore delegato di Rcs Mediagroup, Antonello Perricone, butterà sul tavolo gli ultimi (brutti) risultati delle vendite del "Corriere" e i conti del Gruppo. 2 – CERUTTI AGITATISSIMO MA CIPOLLETTA NON SI MUOVE E MONTEZEMOLO PUNTA SULLA MARCEGAGLIA Il Cavaliere del Lavoro Giancarlo Cerutti, nato a Casale Monferrato nel 1950 e membro autorevole di Confindustria, è in preda a una strana malattia. Gli amici più intimi l'hanno definita "sindrome di Gutemberg", un virus di innamoramento per la carta stampata che ha colpito l'industriale piemontese famoso in tutto il mondo per la produzione di rotative rotocalco. Da quando è stato incaricato in Confindustria di seguire la quotazione del "Sole 24 Ore" in Borsa, Cerutti è in preda a un'irrefrenabile passione per il ruolo assegnatogli. Il fenomeno non è nuovo perchè quando la guida della casa editrice di Confindustria fu assegnata al massiccio banchiere Enrico Salza, questi si innamorò talmente del giochino da rimanere circa 25 anni a giocare con i giornali. E la stessa cosa accadde anche a Cesare Romiti quando dalla plancia di comando della Fiat seguì le sorti del "Corriere della Sera" fino al punto di conservare ancora oggi la carica di "Presidente onorario". Per l'industriale Cerutti il "Sole 24 Ore" è diventato una ragione di vita al punto che sembra voglia prendere il posto di Innocenzo Cipolletta, l'economista che è salito sul treno delle Ferrovie dello Stato. Cipolletta resiste e sostiene che la presidenza della casa editrice di Confindustria non è incompatibile con quella di superferroviere. Ne ha parlato con Prodi e con Luchino che lo avrebbero incoraggiato a rimanere al suo posto, ma questo non basta a frenare l'ansia del Cavaliere del Lavoro Cerutti. Addirittura c'è chi sostiene che una volta varato il collocamento del "Sole 24 Ore", l'imprenditore di Casal Monferrato punterebbe ancora più in alto. L'obiettivo finale sarebbe la presidenza di Confindustria, un sogno che appare irrealizzabile perchè Luchino di Montezemolo sta tirando la volata alla 41enne Emma Marcegaglia, dotata di una capigliatura corvina e di un master all'università di New York. 3 – GAMBERALE, LA CARTA DI PRODI PER LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI Al ministero dell'Economia ne parlano sottovoce perchè si tratta di un progetto segreto che sembra sia stato elaborato a Palazzo Chigi e sul quale pesa una buona dose di incertezza. Solo gli uscieri del dicastero guidato con mano malferma da Tommaso Padoa-Scoppia, si lasciano sfuggire qualche indiscrezione. Il progetto riguarda la creazione all'interno della Cassa Depositi e Prestiti di un Fondo per le infrastrutture che dovrebbe rappresentare lo strumento idoneo a sostenere gli interventi del Governo nelle opere pubbliche. Questo obiettivo è del tutto omogeneo alla missione della Cassa che è nata a Torino nel 1850 e che nel 2003 è stata trasformata in società per azioni. L'attuale presidente, Salvatore Rebecchini (un romano sposato a Elvira De Leone, quattro figli) sembra che sappia ben poco dell'idea di vitalizzare la gestione ordinaria della Cassa. Gli uscieri del ministero sono arrivati a scoprire che nella testa di Romano Prodi (scottato dal rapporto di Angelone Rovati che ipotizzava l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti per l'acquisizione della rete di Telecom) sia maturata adesso la convinzione di mettere a capo del nuovo progetto un manager con gli attributi. E il nome che circola è quello di don Vito Gamberale, l'ombroso ex-amministratore di Autostrade che ha sbattuto la porta in faccia ai Benetton e si sta scaldando i muscoli in panchina. 4 – RENATO RUGGIERO, CITIGROUP E CAPITALIA Bisogna leggere bene l'articolo che appare oggi a pagina 20 di "MF" per capire che le strane voci raccolte da Dagospia sull'interesse di Citigroup per il mercato italiano e per Capitalia, non sono semplici cazzate. Il servizio da New York pubblicato dal giornale sottolinea che la potente banca americana ha aumentato i suoi ricavi all'estero dell'11%. Il capo di Citigroup si chiama Charles Prince e pare che negli ultimi mesi abbia intensificato i suoi viaggi in Italia per capire meglio la logica del risiko bancario. Nei soggiorni romani il top banchiere non è solo perchè al suo fianco si ritrova Renato Ruggiero, l'ambasciatore napoletano 76enne, che da quando è entrato a far parte del Gruppo americano, sembra rinato a nuova vita. Ruggiero è uomo di grandi relazioni, dal '95 al '99 è stato direttore generale del Wto, poi nel 2001 ha fatto una passeggiata di sette mesi nel Governo Berlusconi, e gode di buoni rapporti con Prodi. Non a caso il Professore di Bologna lo ha nominato suo rappresentante personale alla Ue e ha fatto circolare il suo nome per la presidenza delle Ferrovie. L'uomo è ambizioso e incazzoso, ma ha grandi qualità che sono state utilizzate da Citigroup nella recente fusione tra il SanPaolo e Intesa. Adesso i riflettori americani si stanno posizionando sulle prede europee e italiane. Nell'agenda di Charles Prince e di Renato Ruggiero c’è il nome Capitalia. 5 – OCCHIO ALLA HONG KONG SHANGHAI BANK, NEL MIRINO BILBAO, SANTANDER, ABN Ha ragione Cesarone Romiti quando dice che la Cina è ormai il nuovo Eldorado. Come presidente della Fondazione che cura i rapporti tra l'Italia e quel pianeta, Romiti è stato in visita nei giorni scorsi a Pechino e ieri ne ha parlato nel corso di un convegno organizzato con Diana Bracco sulle "storie di successo italiane in Cina". La Cina è vicina più di quanto si possa pensare perchè se è vero - come scrive Federico Rampini nel suo libro - che è pronta a investire sui mercati 20 miliardi di euro, è facile immaginare che una parte di questi soldi serviranno a comprare anche qualche banca europea. Il risiko internazionale è in pieno movimento e se dall'America i primi segnali portano il nome di Citigroup, da Pechino e da Hong Kong si percepiscono segnali di estremo interesse. In prima fila sembra essere la Hong Kong Shanghai Bank, un colosso fondato nel 1865 con 26mila dipendenti e immense risorse che fanno capo a cinque famiglie miliardarie. La grande banca di Hong Kong ha il suo quartier generale in un grattacielo progettato dal celebre architetto Norman Foster dove ai piani alti sono finiti i dossier delle banche europee che potrebbero essere conquistate: Santander, Bilbao e Abn Amro, la banca olandese che si è comprata Antonveneta e che cerca di condizionare il futuro di Capitalia. L'assetto di Abn Amro è simile a quello di una public company, frazionato tra una pluralità di soci, che rendono vulnerabile l'istituto di Amsterdam più di quanto lo siano altre banche europee. Il risiko internazionale sarà il grande tema del 2007 e non è un caso se giganti europei come Paribas, Crèdit Agricole, Santander e la stessa Abn Amro, stanno cercando di rafforzarsi per respingere la possibile offensiva cinese. 6 – QUANDO SI DOVRÀ RICAPITALIZZARE, CE LA FARÀ TRONCHETTI A TROVARE I SOLDI? Intorno a TelecomItalia è rinato il "salotto buono", ma l'argenteria e l'arredamento non fanno impazzire i mercati. Il patto siglato da Olimpia, Mediobanca e Generali ha deluso i ragazzi con le bretelle che lavorano nelle sale borse di tutto il mondo. Con grande amarezza di Tronchetti Provera, il "Sole 24 Ore" di Ferruccio De Bortoli scrive oggi che gli hedge fund e gli ambienti finanziari "hanno preso il largo" perchè non trovano nulla di eccitante nel matrimonio che dovrebbe blindare Tronchetti Provera. La battuta che circola a Milano è che si tratta di "un matrimonio senza sesso" con poco appeal speculativo e molta polvere del passato. Ieri Guido Rossi nell'audizione al Senato ha parlato di intercettazioni e di Tavaroli, ma si è tenuto alla larga dai prossimi scenari di Telecom. Il "pattino" senza sesso e senza trippa sembra aver deluso anche le banche che si erano dichiarate pronte a sostenere il marito di Afef. Corrado Passera ha dichiarato di non essere stato interpellato mentre Cesare Geronzi e Alessandro Profumo si guardano bene dal comprare titoli al valore di 3 euro quando gli analisti internazionali ritengono che perfino a 2 euro il titolo Telecom sia sopravvalutato. Non resta che aspettare il Consiglio di amministrazione del 7 novembre per capire qualcosa di più del futuro di Telecom e di Tronchetti Provera. La domanda che gira a Piazza Affari è una sola: quando si dovrà ricapitalizzare l'azienda, ce la farà Tronchetti a trovare i soldi? Bella domanda. Dagospia 20 Ottobre 200620/10/2006
Documento n.3770