Da Corriere Economia (27-2-06) Andare in rosso costa fino al 19%

in Rassegna Stampa
Andare in rosso costa fino al 19% Sommario Credito L’anomalia italiana della commissione di massimo scoperto ora sembra non piacere nemmeno a Bankitalia. Per il rischio usura Andare in rosso costa fino al 19% Il tasso per chi sfora sul conto corrente è del 14%, ma poi s’impenna con le penalità aggiuntive M a gli interessi applicati dalle banche sullo scoperto di conto sfiorano davvero l’usura? Forse sì. E in ogni caso restano altissimi. Due dati. La media del tasso passivo massimo, per chi va in rosso sforando dal fido, è del 14,09% (mentre quello attivo è fermo allo 0,24%). E la commissione di massimo scoperto, quell’anomalia tutta italiana che viene applicata a chi sconfina, ma non è conteggiata i fini del Taeg (il tasso annuo effettivo globale), è a livelli record: il 4,86% medio l’anno, l’1,2% al trimestre. Con picchi che arrivano all’1,5% (quindi al 6% annuo) in istituti come Unicredit, la Popolare di Milano e il Sanpaolo-Imi. Un’impennata. Nove anni fa, nel 1997, secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, la commissione di massimo scoperto era dello 0,47% (e al settembre scorso Bankitalia parlava dello 0,84%: il doppio). Risultato: se il tasso usurario, in questo trimestre, è del 18,87% (fino a 5 mila euro di debito), i saggi passivi sommati alla commissione di massimo scoperto, calcolati come costo complessivo del debito, lo superano: 18,95% medio. Non solo. Ipotizzando, per assurdo, di restare in rosso di 1.000 euro per un anno, senza movimentare il conto, il Teg, il tasso effettivo globale, toccherebbe in media il 24,61%: significa rimborsare, nei fatti, 246,11 euro ogni mille prestati. Il Teg è infatti calcolato conteggiando la capitalizzazione trimestrale degli interessi, pratica comune a tutte le banche: cioè l’applicazione degli interessi non soltanto sul capitale concesso al cliente, ma anche sugli stessi interessi già maturati da questo capitale nel trimestre precedente. Una spirale. Sono questi i risultati dell’indagine di CorrierEconomia sui conti per famiglie di sette banche (Unicredit, Intesa, Sanpaolo-Imi, Banca di Roma, Bpm, Banca Sella, Banco di Sicilia, vedi tabella). Confermano che andare in rosso con il conto corrente è un salasso. E spiegano anche come mai la Banca d’Italia - notizia resa pubblica la settimana scorsa - abbia deciso di inviare il 2 dicembre, a 30 mila istituti di credito, una lettera di "moral suasion" che invitava a valutare la commissione di massimo scoperto. E il suo impatto sulle condizioni generali del credito al risparmiatore. "La commissione di massimo scoperto è fuorilegge - dice Mauro Novelli dell’Adusbef - è nata per spingere il cliente che va in rosso a rientrare. E la Banca d’Italia ha lanciato un’avvertenza agli istituto di credito: state attenti". Anche perché cominciano a partire le prime cause. E le banche perdono. Ad Ascoli Piceno, il 29 dicembre, il Tribunale civile ha ordinato ad Antonveneta e Capitalia la restituzione di presunti interessi usurari per 160 mila euro a un’impresa. Mentre a Pescara si attende entro un mese la sentenza su quattro banche con Teg rilevato dal 200% al 1.500%. Gianni Colangelo è il consulente dell’Adusbef - nonché consulente tecnico di parte nei tribunali a difesa egli utenti bancari e autore del libro "Trasparenza, concorrenza e soglie usurarie" - che ha calcolato per noi il Teg dei diversi istituti, nell’ipotesi dei mille euro di scoperto. Spiega: "Sia la capitalizzazione trimestrale, sia la commissione di massimo scoperto, come le valute che spesso pesano, sono il frutto di un accordo di cartello del 1952-1953. Prima la capitalizzazione era semestrale. E fino al 1953 la commissione di massimo scoperto non c’era. La stessa Abi, nell’87, si era detta disposta a eliminarla, in risposta a una richiesta dell’allora Commissione Cee. Ma non è cambiato null. Anzi, è aumentata. Il tuto nella totale distrazione delle autorità Antitrust nazionali ed europea. E di Bankitalia". "La commissione di massimo scoperto è pesantissima - concorda Stefano Caselli. docente di Economia degli intermediari finanziari in Sda Bocconi -. E la forbice fra tassi attivi e passivi anche. Inoltre la trasparenza è solo formale: sul costo effettivo dei servizi siamo ancora indietro. Si ha la percezione che la banca voglia portarsi a casa un extra-rendimento. Utilizzando il mercato retail". Quello dei privati correntisti. Sommario Credito L’anomalia italiana della commissione di massimo scoperto ora sembra non piacere nemmeno a Bankitalia. Per il rischio usura Andare in rosso costa fino al 19% Il tasso per chi sfora sul conto corrente è del 14%, ma poi s’impenna con le penalità aggiuntive M a gli interessi applicati dalle banche sullo scoperto di conto sfiorano davvero l’usura? Forse sì. E in ogni caso restano altissimi. Due dati. La media del tasso passivo massimo, per chi va in rosso sforando dal fido, è del 14,09% (mentre quello attivo è fermo allo 0,24%). E la commissione di massimo scoperto, quell’anomalia tutta italiana che viene applicata a chi sconfina, ma non è conteggiata i fini del Taeg (il tasso annuo effettivo globale), è a livelli record: il 4,86% medio l’anno, l’1,2% al trimestre. Con picchi che arrivano all’1,5% (quindi al 6% annuo) in istituti come Unicredit, la Popolare di Milano e il Sanpaolo-Imi. Un’impennata. Nove anni fa, nel 1997, secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, la commissione di massimo scoperto era dello 0,47% (e al settembre scorso Bankitalia parlava dello 0,84%: il doppio). Risultato: se il tasso usurario, in questo trimestre, è del 18,87% (fino a 5 mila euro di debito), i saggi passivi sommati alla commissione di massimo scoperto, calcolati come costo complessivo del debito, lo superano: 18,95% medio. Non solo. Ipotizzando, per assurdo, di restare in rosso di 1.000 euro per un anno, senza movimentare il conto, il Teg, il tasso effettivo globale, toccherebbe in media il 24,61%: significa rimborsare, nei fatti, 246,11 euro ogni mille prestati. Il Teg è infatti calcolato conteggiando la capitalizzazione trimestrale degli interessi, pratica comune a tutte le banche: cioè l’applicazione degli interessi non soltanto sul capitale concesso al cliente, ma anche sugli stessi interessi già maturati da questo capitale nel trimestre precedente. Una spirale. Sono questi i risultati dell’indagine di CorrierEconomia sui conti per famiglie di sette banche (Unicredit, Intesa, Sanpaolo-Imi, Banca di Roma, Bpm, Banca Sella, Banco di Sicilia, vedi tabella). Confermano che andare in rosso con il conto corrente è un salasso. E spiegano anche come mai la Banca d’Italia - notizia resa pubblica la settimana scorsa - abbia deciso di inviare il 2 dicembre, a 30 mila istituti di credito, una lettera di "moral suasion" che invitava a valutare la commissione di massimo scoperto. E il suo impatto sulle condizioni generali del credito al risparmiatore. "La commissione di massimo scoperto è fuorilegge - dice Mauro Novelli dell’Adusbef - è nata per spingere il cliente che va in rosso a rientrare. E la Banca d’Italia ha lanciato un’avvertenza agli istituto di credito: state attenti". Anche perché cominciano a partire le prime cause. E le banche perdono. Ad Ascoli Piceno, il 29 dicembre, il Tribunale civile ha ordinato ad Antonveneta e Capitalia la restituzione di presunti interessi usurari per 160 mila euro a un’impresa. Mentre a Pescara si attende entro un mese la sentenza su quattro banche con Teg rilevato dal 200% al 1.500%. Gianni Colangelo è il consulente dell’Adusbef - nonché consulente tecnico di parte nei tribunali a difesa egli utenti bancari e autore del libro "Trasparenza, concorrenza e soglie usurarie" - che ha calcolato per noi il Teg dei diversi istituti, nell’ipotesi dei mille euro di scoperto. Spiega: "Sia la capitalizzazione trimestrale, sia la commissione di massimo scoperto, come le valute che spesso pesano, sono il frutto di un accordo di cartello del 1952-1953. Prima la capitalizzazione era semestrale. E fino al 1953 la commissione di massimo scoperto non c’era. La stessa Abi, nell’87, si era detta disposta a eliminarla, in risposta a una richiesta dell’allora Commissione Cee. Ma non è cambiato null. Anzi, è aumentata. Il tuto nella totale distrazione delle autorità Antitrust nazionali ed europea. E di Bankitalia". "La commissione di massimo scoperto è pesantissima - concorda Stefano Caselli. docente di Economia degli intermediari finanziari in Sda Bocconi -. E la forbice fra tassi attivi e passivi anche. Inoltre la trasparenza è solo formale: sul costo effettivo dei servizi siamo ancora indietro. Si ha la percezione che la banca voglia portarsi a casa un extra-rendimento. Utilizzando il mercato retail". Quello dei privati correntisti.

27/02/2006

Documento n.5765

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