Da Corriere Economia (12-12-05) L’italiano s’indebiterà sempre di più

in Rassegna Stampa
L’italiano s’indebiterà sempre di più Sommario Credito al consumo Nonostante lo sviluppo del mercato, sono lontani i livelli della Gran Bretagna. L’Adusbef: "Ma la nostra cultura è diversa" L’italiano s’indebiterà sempre di più Da dieci anni il settore è in crescita. Ma con le carte revolving gli interessi arrivano al 20 per cento Per alcuni è un modo per non rinunciare ai consumi anche quando il conto corrente è in rosso. Per i più ferventi sostenitori fa da volano alla ripresa dell’economia italiana. Ma c’è chi avverte dei pericoli: dietro al credito al consumo si cela il rischio dell’indebitamento. La formula rientra nella logica delle banche, che puntano ad ottenere superprofitti puntando proprio sulle famiglie. Secondo l’Assofin (Associazione italiana del credito al consumo e immobiliare), sono 10 anni che il credito al consumo cresce in Italia, anche se negli ultimi tre la corsa è rallentata. Alla base del boom il basso livello dei tassi, una trasformazione qualitativa del risparmio finanziario (acquisto di azioni, ma anche risparmio previdenziale ed accantonamenti cautelativi). Ma c’è di più. Secondo Anna Maria Curcio, docente di Sociologia presso l’Università degli Studi Roma 3, il consumo permette al singolo di sentirsi parte di un gruppo. Anche nei periodi caratterizzati da una debole congiuntura economica la pubblicità esercita un certo fascino sul consumatore, che non esita ad indebitarsi. Se si guarda ai numeri, il fenomeno ha la sua importanza. Nei primi nove mesi del 2005 sono state finanziate oltre 43 milioni di operazioni (il valore complessivo è in crescita del 14,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). A fare la parte del leone sono stati i finanziamenti per l’acquisto di autoveicoli e motocicli, seguiti dai prestiti diretti e dalle carte di credito (specie le revolving ). Ma per gli operatori finanziari il ricorso al credito da parte delle famiglie italiane è inferiore a quello degli altri Paesi. Nel 2004 il rapporto tra il totale delle passività delle famiglie italiane e il loro reddito disponibile (lordo) era al 39,9%, contro oltre il 113% del Regno Unito, il 96,7% della Germania, il 93,2% della Spagna e il 59,7% della Francia. Il discorso non cambia se si prende in considerazione il credito al consumo rispetto al pil: l’Italia è in coda nella classifica, con una percentuale del 4,5%. Al primo posto si posiziona il Regno Unito (15,7%), seguono Germania,Francia e Spagna. Non tutti vedono di buon occhio una crescita del credito al consumo. Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari), denuncia tassi di interesse elevati, al limite dell’usura. Ed è convinto che non si debba prestare ascolto a chi dice che contrarre debiti è la nuova moda. "La nostra cultura - ricorda Lannutti - è diversa da quella degli Stati Uniti, come diversa è la consistenza delle risorse a disposizione delle famiglie italiane. Inoltre l’aumento del tasso di riferimento annunciato dalla Bce (Banca centrale europea) renderà più costoso il ricorso al consumo. Qualche esempio? Ricorrere a prestiti per l’acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa comporterà un aumento della somma rimborsata nei cinque anni di circa 77 euro. E ancora: più 227 euro per acquistare a rate mobili, più 375 euro per rimborsare prestiti di maggiore entità. Se non servono - è il consiglio dell’associazione dei consumatori - è opportuno riconsegnare le carte revolving ". Carte di cui l’Adusbef ha confrontato il Taeg: si va dal 14,90% di Capital One al 17,23% di American Express Blu; dal 17,52% di Carta Viva al 20,15% di Barclayscard, mentre Carta Aura si posiziona a metà classifica (16,49%). Le carte revolving sarebbero - a parere dell’Adusbef - un costoso (anche se comodo), succedaneo del prestito bancario, di difficile controllo per quanto riguarda il meccanismo del rimborso. Sarebbe quindi preferibile accedere ad altre forme di credito. Ma chi sono i principali operatori finanziari che fanno credito al consumo? Nella classifica stilata dall’Assofin sull’ammontare dei finanziamenti erogati nei primi nove mesi dell’anno, il primo posto è occupato dal Gruppo Findomestic (principali azionisti i francesi di Cetelem e la Cassa di risparmio di Firenze), con una quota di mercato pari al 12,2%. Segue Agos Itafinco (8,1%), partecipata per il 51% da Safinco (Gruppo Crédit Agricole), e per il 49% da Banca Intesa. Medaglia di bronzo per Clarima Banca (6,2%), società del Gruppo UniCredit. Il credito viene erogato in modi diversi. Si parte dalla procedura classica, quella che consiste nella rateizzazione dell’acquisto di un bene sulla base di un piano di rimborso predeterminato. C’è poi il credito revolving : il consumatore dispone di una riserva di denaro che utilizza tramite una carta. E ancora: il leasing (quando si vuole comprare un’automobile) e il mutuo bancario (per le spese di importo superiore,come la casa). Nei prossimi anni il ricorso da parte delle famiglie italiane al credito non si arresterà. Ma, avverte l’Assofin, saranno comunque livelli più bassi rispetto a quelli che sono stati registrati l’anno scorso nei principali Paesi dell’Unione europea. Gregorio D’Ottaviano, di Findomestic, punterebbe sulla carta revolving: "Velocizza le operazioni alla cassa, permette operazioni di credito al consumo di tipo rateale e di importi non elevati, si rivolge a qualsiasi tipo di prodotto". "Vanno anche forte la cessione del quinto dello stipendio e i prestiti personali", aggiunge Alfredo Defilippi, amministratore delegato e direttore generale di Agos. Che lancia l’allarme: "Il mercato del credito al consumo ha attirato in Italia operatori da ogni parte del mondo. Si stanno riducendo i margini di profitto. Siamo costretti ad allargare la sfera delle nostre attività". La prova? Il recente sbarco degli spagnoli del Santander.

12/12/2005

Documento n.5387

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