ANSA TASSI: DA RIALZO STANGATA MUTUI, FINO +340 EURO ANNO/ANSA
ECO:TASSI 2007-03-08 18:10 PIU' CARO ANCHE CREDITO CONSUMO, ATTESI BENEFICI SU CONTI E BOT ROMA (ANSA) - ROMA, 8 MAR - Stangata in arrivo per chi ha acceso un mutuo e per chi ha acquistato a rate. Il rialzo di un quarto di punto dei tassi d'interesse, deciso oggi dalla Bce, comporterà un aggravio per i mutui a tasso variabile fino a 340 euro l'anno. E ricadrà anche sul popolo delle rate: per il credito al consumo, il cui ricorso anche in Italia è in continua ascesa, i consumatori dell'Adusbef stimano infatti un rincaro che sfiora i 100 euro per un finanziamento-tipo di un'auto, un elettrodomestico o una tv al plasma: 93 euro per l'esattezza è infatti l'impatto previsto per rate in cinque anni per un'importo pari a 6 mila euro. Ma la decisione della Banca centrale europea penalizzerà anche lo Stato, per il quale sarà più oneroso rinnovare le scadenze del debito pubblico. Qualche vantaggio, in questo caso, arriverà per i bot-peole che possono contare su un rialzo dei rendimenti dei titoli. Qualche vantaggio dovrebbe arrivare poi per i correntisti: grazie alle norme sulle liberalizzazioni dell'estate scorsa le banche saranno infatti obbligate ad una 'simmetria' sul trasferimento delle variazioni dei tassi. Se aumenteranno, quindi i tassi sui mutui, dovranno adeguare anche quelli sui conti correnti. Ecco, in estrema sintesi, le principali ricadute per le famiglie italiani del ritocco dei tassi da parte della Bce: MUTUI ALLE STELLE - "Centinaia di migliaia di famiglie con redditi fissi, ma indebitate a tasso variabile, sono a rischio di insolvenza". A lanciare l'allarme è l'Adusbef, che ha fatto i conti di quale sarà l'aggravio per i mutui dopo il nuovo aumento del costo del denaro varato dalla Bce, il settimo da gennaio 2005. Secondo i calcoli dell'associazione, "con un tasso d'interesse che si accinge a passare dal 5,36% al 5,61%. la rata per un finanziamento da 200mila euro in 20 anni crescera fino a 340 euro l'anno". Se poi si considerano gli aumenti intervenuti a partire dal gennaio del 2005, per lo stesso mutuo, rispetto ad allora, si pagano 191 euro in più al mese e fino 2.300 euro in più l'anno. Prendendo invece in considerazione un mutuo da 200 mila euro a 10 anni, l'aumento rispetto a ieri sfiorerà i 300 euro l'anno (pari a 25 euro in più al mese) e, rispetto a gennaio 2005, sarà di circa 2mila euro. ADEGUAMENTO TASSI ATTIVI E PASSIVI - Per le famiglie c'é però una buona notizia. Il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, convertito in legge in agosto, rafforzato da una circolare emessa pochi giorni fa, il 21 febbraio, stabilisce regole chiare sull'adeguamento ai tassi d'interesse da parte delle banche. Adottare le indicazioni dettate dalla Bce non è obbligatorio. Ma una volta che un istituto di credito decide di farlo, adeguandosi alle variazioni del costo del denaro, deve variare sia i tassi attivi che quelli passivi. E deve farlo "contestualmente" e "con modalità tali da non portare pregiudizio al cliente". Quindi, se una banca rialza i tassi sugli impieghi e sui mutui, deve farlo contemporaneamente anche sui depositi bancari. COLPITO IL POPOLO DELLE RATE - Con il rialzo dei tassi diventa più oneroso ricorrere a prestiti per l'acquisto di auto, elettrodomestici, prodotti di elettronica, viaggi e servizi, come ormai fanno in molti, visto che il ricorso al credito al consumo è in continuo aumento. Sempre secondo i calcoli dell'Adusbef ricorrere a prestiti per l'acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata nei 5 anni di circa 93 euro (per un prestito tipo di 6mila euro a 5 anni). Per arredare casa o per una vettura di piccola cilindrata si sborseranno circa 228 euro in più, tenendo conto di un prestito da 15mila euro a 5 anni. Per affrontare spese di maggiore entità (auto di media cilindrata, matrimonio in famiglia, supporto a iniziative commerciali) occorrerà provvedere con 453 euro in più nel quinquennio per un prestito di 30 mila euro. ANCHE LO STATO PENALIZZATO - Il rialzo dei tassi non peserà soltanto sulle tasche dei cittadini. L'aumento del costo del denaro, infatti, costerà allo Stato, indebitato per la somma di 1.607 miliardi di euro, la somma a breve (12 mesi) di 0,86 miliardi di euro (su CCT E BOT) e di 4 miliardi di euro sul totale del rinnovo del debito pubblico (1.607,721 miliardi di euro). (ANSA).09/03/2007
Documento n.6483