Il ConsigliO n° 68 Vicenda del Banco Emiliano-romagnolo (in amm.str.): prudenza massima nella scelta della banca. Di Mauro Novelli 13-12-10

in Il Consiglio
Il ConsigliO n° 68 Vicenda del Banco Emiliano-romagnolo (in amministrazione straordinaria): prudenza massima nella scelta della banca. Di Mauro Novelli 13-12-2010 I clienti della BER non possono ritirare i loro soldi, né gestire i loro titoli, né inoltrare ordini di pagamento. Il 6 dicembre un comunicato della Banca d’Italia informava: Roma, 6 dicembre 2010 In data 6 dicembre 2010 i Commissari straordinari del Banco Emiliano Romagnolo “BER” (BO), in amministrazione straordinaria, con il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza e previa autorizzazione della Banca d’Italia, hanno deliberato la sospensione del pagamento delle passività di qualsiasi genere e della restituzione degli strumenti finanziari alla clientela, ai sensi dell’art. 74 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385 (TUB), per il periodo massimo di un mese, fatte salve eventuali proroghe. La misura si è resa necessaria stante il ricorso di circostanze eccezionali, che si sostanziano nell’insufficienza delle disponibilità liquide a far fronte alle passività in scadenza e nell’impossibilità di attivare canali alternativi di sostegno finanziario. Nel corso della procedura gli Organi straordinari hanno esperito numerosi tentativi per portare a soluzione la situazione di grave tensione finanziaria della banca, manifestatasi sin dall’avvio dell’amministrazione straordinaria e, con la supervisione della Banca d’Italia, stanno operando per portare a compimento, quanto prima, un piano di intervento che, con il sostegno del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e delle banche creditrici, realizzi la salvaguardia degli interessi della clientela. Il 7 dicembre la home page della BER online informava: Accesso Banca On Line Bologna, 7 dicembre 2010 Si comunica che, in relazione all’eccezionale carenza di liquidità, i Commissari di BER Banca, ai sensi dell’art. 74 del TUB, hanno adottato, previa autorizzazione della Banca d’Italia e per il periodo di un mese, il provvedimento di sospensione del pagamento delle passività di qualsiasi genere e la restituzione degli strumenti finanziari ai Clienti. Gli addetti alla Filiale sono a disposizione per ogni chiarimento. I Commissari straordinari Pudicamente ometteva di comunicare che il periodo massimo di un mese di blocco, era soggetto ad eventuali proroghe. Questa vicenda impone alcune riflessioni. 1) Non è vero che in Italia le banche non possono fallire. Non è vero che il sistema creditizio/finanziar/politico è in grado di assorbire tutto. Poteva esser vero nei periodi bancariamente allegri (anni ’70 e ’80) in cui l’economia veniva alimentata stampando titoli di stato e sostenuta da svalutazioni competitive. In effetti, in quel periodo, non fallirono neanche le banche di Sindona (Banca Unione e Banca Privata): nel 1974 il sistema bancario incamerò clienti, dipendenti e posizioni debitorie degli istituti sindoniani. Oggi non è più così. I vincoli europei non ci permettono più di stampare titoli del debito pubblico. La moneta unica non ci permette svalutazioni nei confronti – ad esempio - di Germania o Francia. Ci resta la sola leva fiscale 2) Da ciò deriva che non è vero che i titoli emessi dalle banche italiane, come le obbligazioni bancarie, sono titoli “naturalmente” sicuri, a differenza (si propaganda da qualche direttore) dei titoli di stato italiani che potrebbero essere congelati. Aziende bancarie di piccole dimensioni, con localizzazione spinta, possono entrare in difficoltà soprattutto se hanno, come clienti affidati, aziende operanti in settori che l’attuale crisi – tutt’altro che finita – fa velocemente declinare, o addirittura già in via di fallimento. RACCOMANDAZIONE Se siete clienti di banche di piccole dimensioni, molto localizzate, operanti in aree in crisi, pensateci bene prima di acquistare loro titoli obbligazionari (strutturati o meno). Se pensate di aprire un conto corrente in una banca con le caratteristiche richiamate, occorre informarsi molto bene sul loro stato di salute. Fatevi fornire i bilanci, verificate impieghi e sofferenze, valutate il peso della finanza rispetto alla classica attività bancaria: se sono solide sarà un loro punto di forza fornirvi ogni informazione oggettiva. Chiedete notizie sullo stato delle più importanti aziende del posto: con molta probabilità le banche locali sono esposte con affidamenti. Nel dubbio, astenetevi.

14/12/2010

Documento n.8792

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