Il ConsigliO. Conti affidati: trattare il tasso passivo
in Il Consiglio
Conti affidati: trattare il tasso passivo
Dopo la Fed, anche la Banca Centrale Europea dovrebbe ulteriormente abbassare il costo del denaro. Detta così, sembrerebbe automatica la riduzione dei tassi passivi (per il cliente) applicati dalle banche ai conti affidati. La "cosa" invece non è assolutamente automatica: i tassi dei conti a debito sono rivisti e limati solo su iniziativa/pressione del cliente. Chi non è in grado di far valere i propri interessi continuerà ad utilizzare denaro della banca ad alti costi. In altri termini, chi non ha la possibilità di contrattare i livelli di tasso dovrebbe soggiacere ai dictat della banca: prendere quel tasso o rientrare dall?affidamento.
Pertanto, quando si afferma che Federal Reserve e Banca Centrale Europea stanno operando riduzioni del costo del denaro per ridare ossigeno ai sistemi economici occidentali colpiti dal terrorismo, per l?Italia la valenza dell?affermazione è puramente teorica. Si consideri che da noi, nonostante le numerose limature di Duisemberg, il "prime rate ABI" (cioè il tasso passivo praticato alla clientela primaria) è ancora al di sopra del 7 per cento ( era del 7,50 al 31 ottobre) quando il tasso di riferimento di BCE era esattamente la metà, cioè del 3,75 per cento.
Ci rendiamo conto del fatto che son le banche ad avere "il coltello dalla parte del manico" (e dell?arma conoscono tutti i segreti), ma è necessario che si operi da parte della clientela una pressione - soggettiva e complessiva - perché anche il nostro sistema bancario contribuisca allo sforzo prodotto da tutto l?occidente per battere il terrorismo. Certo, non sarebbe accettabile che alcuni settori approfittino italicamente della attuale situazione di generale difficoltà.
(MN)
07/11/2001
Documento n.3004