“UNITALIA”: SE L’OPERAZIONE DI FUSIONE OLTRE AL BEL NOME,CHE EVOCA UNITA’ E CONCORDIA, RIUSCISSE ANCHE AD ABBATTERE GLI ALTISSIMI COSTI ...

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COMUNICATO STAMPA “UNITALIA”: SE L’OPERAZIONE DI FUSIONE OLTRE AL BEL NOME,CHE EVOCA UNITA’ E CONCORDIA, RIUSCISSE ANCHE AD ABBATTERE GLI ALTISSIMI COSTI DEI SERVIZI BANCARI, I CONSUMATORI POTREBBERO RICONCILIARSI CON BANCHE “CARE” E FINORA TROPPO VESSATORIE ED INGRATE, QUINDI “POCO AMICHE” DEI CITTADINI ! Adusbef e Federconsumatori, pur apprezzando gli sforzi di concentrazione tra banche per poter competere in Europa, pur ammirate dall’impegno profuso dal management di Unicredit e Capitalia per semplificare e disboscare ulteriormente la foresta pietrificata del credito a cominciare dal bel nome, UNITALIA,che qualora venisse scelto,riuscirebbe ad evocare unità e concordia, auspicano che l’ultima operazione di costituire un gigante del credito,il secondo in Europa ed il sesto nel mondo,riesca a smentire quelle passate fusioni che invece di portare benefici effetti ai consumatori, hanno finito per vessarli ulteriormente, mediante costi altissimi e servizi poco efficienti. Le operazioni di fusione ed aggregazioni bancarie infatti, iniziate nei primi anni novanta,non sono finora riuscite a ridurre gli elevatissimi costi dei servizi bancari, che restano tra i più cari del mondo,né a produrre alcun tangibile vantaggio ai consumatori, che al contrario, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno dovuto subire un evidente peggioramento della qualità dei servizi, gravissime disfunzioni addossate alla clientela,almeno nelle prime fasi di concentrazione dei differenti sistemi elettronici con pessimi servizi erogati alla clientela in termini di ritardi di accredito/addebito e caos gestionale dei conti correnti e servizio titoli. Dai dati ufficiali elaborati dall’Adusbef,nel 1994 (anno fatidico di fusioni e concentrazioni bancarie) un conto corrente non convenzionato con 11,5 operazioni mensili, costava 217,88 euro, le banche erano 1.037 con 22.133 sportelli bancari,mentre gli utili netti si attestavano a 7,8 mld di euro, conseguiti principalmente sulla forbice dei tassi di interesse a due cifre. Le operazioni di fusione e concentrazioni (ben 398 dal 1993 al 2005),spacciate per produrre economie di scala con ricadute positive per i correntisti,hanno sì ridotto il numero delle banche,da 1.037 a 778 (- 259),facendo aumentare il numero degli sportelli,passati da 22.133 a 31.000 (+8.867) invece di far abbattere i costi dei conti corrente,li hanno fatto aumentare del 155,39 %,mentre gli utili sono più che raddoppiati,passando da 7,8 mld di euro a 18,7 mld di euro: solo tra il 2003 ed il 2004 gli utili netti sono passati da 11,095 a 15,158 miliardi di euro (+52,36 per cento), mentre nel 2006, mentre molte altre imprese arrancano, le prime 8 banche operanti in Italia, hanno conseguito utili superiori a 16 miliardi di euro. Guardando poi al monitoraggio su prestiti e mutui,elaborando i dati BCE, le banche italiane hanno un differenziale dei tassi offerti più elevati della media europea rispettivamente dello 0,89% sui mutui; del 2,25 per cento sul credito al consumo,a riprova della poca efficienza del sistema bancario. Per il “credito al consumo”,i tassi imposti dalle banche italiane sono costantemente superiori di 1,5 – 2 punti percentuali rispetti ai tassi applicati da banche di altri paesi. In particolare, a fine 2006, le famiglie italiane sopportavano un differenziale di 2,25 punti percentuali rispetto ai tassi applicati in altri paesi: 8,27 per cento i tassi domestici, contro il 6,02 di quelli medi ricavati nella UE (area euro) dalla BCE (si consideri che in tale media sono considerati anche i tassi italiani). Da notare che mentre dal 2005 i tassi europei sono in calo (dal 6,43 % al 6,02 %), in Italia assistiamo ad un trend crescente (dall’8,00% del 2005, all’8,27 dell’ottobre 2006). Qualora l’operazione di concentrazione tra Unicredit e Capitalia (Unitalia), dovesse riuscire a trasferire anche sui consumatori la riduzione dei costi, con le economie di scala che in un triennio potrebbe comportare diminuzioni pari al 25/30 per cento, riportando così gli elevati costi dei conti corrente a parametri europei,con risparmi medi di 40-50 euro a correntista,allora il Presidente di Capitalia Cesare Geronzi e l’A.D.di Unicredit Alessandro Profumo, oltre a far riconciliare i consumatori traditi con le banche,avranno reso un grande servizio al Paese ed agli utenti bancari. Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori) Roma,18.5.2007

18/05/2007

Documento n.6571

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