TURISMO: CIRCA 10 MILIONI DI ITALIANI RINUNCIANO ALLA VACANZA....
COMUNICATO STAMPA TURISMO: CIRCA 10 MILIONI DI ITALIANI, MASSACRATI DAL CAROVITA, RINUNCIANO ALLA VACANZA, PERCHE’, NON POSSONO SOSTENERE I COSTI ELEVATISSIMI ED I RINCARI DEL 6,5 PER CENTO RISPETTO ALL’ESTATE DEL 2005. 14 GIORNI AL MARE COSTANO,PER UNA FAMIGLIA,CIRCA 3 MESI DI STIPENDIO ! L’INDUSTRIA TURISTICA PUO’ ANCORA RECUPERARE,LANCIANDO SALDI ED OFFERTE DOPO IL 15 AGOSTO, PER PACCHETTI VACANZA,CON SCONTI DEL 50 %. Una famiglia monoreddito,che guadagna 16.000 euro l’anno (1.200 euro al mese),come il 40 per cento dei redditi medi dei lavoratori dipendenti, deve ipotecare più di 3 mesi di stipendio per andare 2 settimane in vacanza: tra caro spiaggia,caro ombrellone,caro autostrada, caro benzina,caro albergo,caro pizzeria, carissimo affitto, bisogna mettere in conto almeno 3.150-3.660 euro,con un aumento del 6,5% rispetto all’estate 2005,quando la stessa vacanza costava 2.930-3.450 euro ! Per questo almeno 10 milioni di italiani (3,5 milioni di famiglie),secondo le stime dell’Adusbef,hanno rinunciato quest’anno ad una estate al mare (o in montagna). QUESTE LE VOCI DI COSTO PER UNA FAMIGLIA DI 4 PERSONE, PER 2 SETTIMANE: 1) 220-250 euro tra spese di benzina,autostrada,autogrill (percorrenza 800 chilometri); 2) 1.800-2.000 euro per l’affitto medio di un mono-bilocale per 2 settimane (spesso in nero),nelle località di mare più abbordabili (non parliamo degli appartamenti con 3 stanze !); 3) 350-400 euro i costi della spiaggia per 13 giorni (media 30 euro al giorno); 4) 530-650 euro le spese per l’alimentazione e le bevande per 13 giorni (spesa al supermercato, 45 euro al giorno); 5) 120- 200 euro un pranzo al ristorante (40-50 euro pro-capite); 6) 80-100 euro per due cene in pizzeria (10-12 euro pro capite); 7) 50- 60 euro per 20 coni gelato e/o coppette o granite ------------------------------------------------------------------------ 3.150 euro (minimo) 3.660 euro (max) il TOTALE di 14 giorni di vacanza. Non va meglio per chi sceglie di andare a pensione in un albergo (minimo 3 stelle) per 14 giorni, alla nostra famiglia da 4 persone: costa infatti da 3.300 euro a 4.200 euro (occorre aggiungere poi le spese di viaggio,le bevande,i servizi di spiaggia e qualche pizza e/o cono gelato). Proprio per il caro vacanze (tra benzina più cara del 10 per cento, stabilimenti balneari del 9,1 %, ed altre voci,come autostrade,bar,pizzerie, con rincari superiori all’inflazione) circa 3,7 milioni di famiglie (oltre 10 milioni di italiani),anche favoriti dalle migliori condizioni climatiche e dalle temperature più gradevoli in città, hanno rinunciato quest’anno ad una vera e propria vacanza, preferendo qualche fine settimana allungata al lunedì o posticipata al venerdi,non ritenendo necessario il ricorso all’indebitamento per coprirne i costi,in attesa delle spese incombenti alla ripresa di settembre (libri per i figli,bollette elettriche e del gas alle stelle con ulteriori aumenti dal 1 ottobre,ratei dei mutui più salati per il rialzo dei tassi,polizza rc auto,carissima benzina – da calmierare da parte del Governo, con anticipo a settembre della defiscalizzazione delle accise,anche sollecitando la vendita dei carburanti nella grande distribuzione- ed altri costi insopprimibili). Piuttosto che lamentarsi per il calo delle presenze straniere,l’industria turistica cominci a lanciare i “saldi veri” per coloro che non si sono potuti permettere una vacanza: sconti dal 40 al 50 per cento sui pacchetti turistici, alberghi e spiagge dopo il 15 agosto,profittando anche delle buone previsioni del tempo. Ma anche il Governo dovrebbe contribuire a salvare dalla debacle, quella che fino a pochi anni fa era la più importante industria del Paese,sempre più abbandonata a se stessa e da circa 5 milioni di turisti stranieri,che si dirigono verso lidi più economici,attraenti e con prezzi più contenuti,come Spagna,Grecia,Croazia,sud della Francia ed altre località del Mediterraneo. Adusbef (segreteria) Roma,14 agosto 200624/08/2006
Documento n.6261