TELECOM: MINISTRI SCHIZOFRENICI DI UN GOVERNO CONFUSO
COMUNICATO STAMPA TELECOM: MINISTRI SCHIZOFRENICI DI UN GOVERNO CONFUSO, INVOCANO TRA I CAVALIERI BIANCHI, L’INTERVENTO DI MEDIASET. Deve essere davvero irreversibile lo stato confusionario del Governo sulla vicenda Telecom Italia,se il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, confidando in una soluzione di mercato italiana, invoca tra i “cavalieri bianchi” l’azienda di riferimento dell’ex Presidente del Consiglio, Mediaset. In un'intervista al quotidiano il 'Foglio' (diretto da Giuliano Ferrara,ma la cui proprietà è sempre riconducibile all’ex premier), il ministro delle Comunicazioni si dice favorevole ad una diversificazione per Mediaset perchè il suo sviluppo non può dipendere solo dal monopolio domestico sul mercato pubblicitario. "La legge attualmente in vigore, che io non ho votato, - ha affermato Paolo Gentiloni - oggi vieta l'incrocio tra Mediaset e Telecom. Per quanto riguarda il gruppo televisivo io sono favorevole a qualunque forma di diversificazione, perchè lo sviluppo di Mediaset non deve dipendere soltanto dal monopolio domestico sull'advertising anche perchè la legislazione troppo protettiva non fa bene alle imprese, non le rende competitive". Adusbef,che non avendo mai demonizzato le imprese e neppure Mediaste e non ha nulla in contrario neanche a questa ipotesi,purchè venga salvaguardato l’interesse pubblico, alla stessa stregua di tutti i Paesi europei che hanno mantenuto ben stretto e sotto il loro controllo, diretto o indiretto,la rete delle telecomunicazioni come interesse strategico di uno Stato che non può cedere pezzi sensibili della propria sovranità ad aziende private,rimarca la contraddizione di un Governo “Giano bifronte”, che predica bene e razzola male. Non si tratta di difendere il malinteso senso dell’”italianità”, utilizzato a sproposito dai “furbetti del quartierino” e dai loro sodali per coprire il malaffare e la diffusa pratica dell’illegalità,ma di salvaguardare gli interessi strategici di una grande nazione come l’Italia, che ha consentito alle aziende straniere,in special modo ai gruppi bancari di venire in Italia a fare shopping,ma che non è stata in grado,finora, di garantire quelle condizioni di mercato e di corretta concorrenza per far abbassare i prezzi aumentando,con l’offerta la qualità dei servizi erogati ad un’utenza sempre più vessata e maltrattata. Il Governo e la classe politica deve riflettere molto se l’ingresso in Italia di Abn Amro (Antonveneta) e BNP Paribas (BNL),dopo quello di Deutsche Bank, che doveva portare un vento di trasparenza non ha prodotto la minima concorrenza né ha portato ad un abbassamento dei costi dei conti correnti bancari tra i più cari del mondo,come non ha inserito alcuna clausola contrattuale di miglior salvaguardia ai diritti degli utenti. Dopo la salvaguardia delle reti TLC,strategiche per un Paese,bisogna rivendicare migliori diritti e tutele agli interessi dei consumatori, approvando subito la class action,per evitare che aziende estere possano venire in Italia,vero e proprio Paese di Bengodi, almeno per le banche per conseguire profitti enormi che non fanno nei loro paesi ed a giocare sulla pelle dei consumatori e del mercato. Elio Lannutti (presidente Adusbef) Roma,4.4.200704/04/2007
Documento n.6516