PROFESSIONI: RIFORMA “LIGHT” CHE LASCIA TUTTO (O QUASI) COME PRIMA.

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA PROFESSIONI: RIFORMA “LIGHT” CHE LASCIA TUTTO (O QUASI) COME PRIMA. L’ACCESSO SAREBBE LIBERO E SENZA LIMITI DI NUMERO,TRANNE CHE PER QUELLE PROFESSIONI (QUASI TUTTE) CHE CARATTERIZZANO UN NON MEGLIO IDENTIFICATO “ESERCIZIO DI FUNZIONI PUBBLICHE”. La montagna (il Governo) ha ancora una volta partorito un topolino ibrido, con la sbandierata riforma delle professioni, che invece di “riformare” e liberalizzare,lascia tutto o quasi,come prima, superando nella fantasticheria il principe di Salina, raccontato nel famoso romanzo da Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Quando la riforma entrerà in vigore,i consumatori si accorgeranno che le cosiddette professioni liberali sarebbero teoricamente aperte all’ingresso dei giovani nella possibilità di accesso,salvo per quelle professioni che caratterizzano un non meglio identificato esercizio di “funzioni pubbliche”: i 4.800 notai italiani,che si spartiscono ogni anno circa 2 miliardi di euro,solo per registrare atti pubblici (specie le compravendite immobiliari) che in altri paesi sono affidati alla pubblica amministrazione, hanno da brindare a champagne per lo scampato pericolo ! Ma neppure i farmacisti,che si tramandano le licenze da padre in figlio, debbono essere preoccupati da una riforma poco incisiva,che non scalfisce rendite di posizione ed incrostazioni dannose per l’interesse pubblico e per il benessere dei consumatori,offrendo il contentino di far fondere ordini professionali, come i ragionieri ed i commercialisti, assieme alla possibilità di pubblicizzare le proprie attività Le poche note positive sono rappresentate (salvo modifiche già richieste) dall’abrogazione dell’obbligo delle tariffe minime,che avranno anche un tetto massimo, una possibilità (teorica) di riduzione del numero degli ordini, albi e collegi professionali con la significativa novità costituita dalla previsione che gli stessi possano trasformarsi in associazioni professionali riconosciute di natura privatistica ma assoggettate al controllo pubblico,dalla “certificazione professionale” (già esistente in molti Ordini) degli iscritti. Il Governo Prodi,già criticato per una finanziaria che assale consumatori e cittadini con un accanimento fiscale senza precedenti, che sposta il peso della manovra sui redditi modesti, invece di portare sollievo e prova onta e dispiacere a far pagare i più abbienti,come dimostra l’ennesima vergogna dell’abrogazione del contributo di solidarietà del 3 per cento per le pensioni superiori a 5.000 euro mensili,poteva risparmiarsi l’ennesimo esercizio degno del più riuscito dei gattopardi, che finge di cambiare, per far restare tutto come era,se non peggio di prima. Elio Lannutti (Presidente Adusbef) Roma,2 dicembre 2006

04/12/2006

Documento n.5616

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