OTTO PER MILLE: CORTE DEI CONTI HA FATTO IL PROPRIO DOVERE FACENDO LE PULCI A MODALITA' E SQUILIBRI NELLA RIPARTIZIONE

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

 OTTO PER MILLE: CORTE DEI CONTI HA FATTO IL PROPRIO DOVERE FACENDO LE PULCI  A MODALITA’ E SQUILIBRI NELLA RIPARTIZIONE, SCEVRA DA SPIRITO ANTIRELIGIOSO. STUPISCE SIA PROPRIO LA CHIESA CATTOLICA,  CHE SPECIE CON PAPA FRANCESCO LEVA ALTA LA VOCE CONTRO LE INGIUSTIZIE DEL ‘DIO DENARO’, A DIFENDERE UN SISTEMA ARCAICO ED OPACO  NELLA TUTELA DEI PROPRI INTERESSI “TERRENI”.

 

    La magistratura contabile, che prima di esaminare l'impatto dell'8 per mille sui conti pubblici, ha fatto le pulci al 5 per mille che finanzia il terzo settore con minori risorse, ha svolto solo il proprio dovere mettendo in luce storture, opacità, destinazione dei fondi, il cui  evidente, squilibrato ed ingiusto sistema di ripartizione, che porta vantaggi esclusivamente alla Chiesa cattolica, deve essere rivisto con urgenza.

   Adusbef e Federconsumatori, non ritengono che la meritoria indagine della Corte dei Conti su un sistema di donazione dell’8 per mille che vale 1,2 miliardi l’anno, senza rispettare “i principi di proporzionalità, volontarietà e uguaglianza”, con i beneficiari che  “ricevono più dalla quota non espressa che da quella optata”, priva  di adeguata e trasparente informazione, sia stata mossa da  ‘giudizi politici sorprendentemente netti e orientati da uno spirito anti-religioso’.

   Stupisce al contrario che sia proprio la Chiesa cattolica, che specie con Papa Francesco leva alta la sua voce contro le ingiustizie provocate dal ‘Dio denaro’, possa criticare la meritoria indagine della magistratura contabile che ha evidenziato storture, mancanza di trasparenza, e rendite di posizione non conosciute dalla maggioranza degli italiani (negli ultimi anni circa il 54%) la quale, quando compila la dichiarazione dei redditi non indica a chi vuole destinare la quota, essendo un’opzione e non un obbligo.

    Peccato che la legge “Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi”, varata quasi trent’anni fa, stabilisca che l’8 per mille di chi non effettua la scelta sia ripartito tra i beneficiari “in proporzione alle scelte espresse”, facendo così confluire  l’82,4% delle risorse pari nel 2014 a 1,278 miliardi di euro alla Chiesa cattolica (1.054.310.702,18 milioni di euro), nonostante venga scelta esplicitamente come destinatario da poco più del 37% dei contribuenti, assegnando le briciole agli altri: 13,56% allo Stato (170.347.958 milioni), 3,2% ai valdesi (40.803.721,64 milioni di euro) e percentuali da prefisso telefonico alle altre confessioni.

   In una fase di gravissima crisi economica e sociale, oltre alla trasparenza che manca sulle donazioni dell’8 per mille,  bisogna convenire di abrogare privilegi, rendite e sistemi arcaici di ripartizione dei fondi, per offrire all’opinione pubblica la possibilità di fare scelte consapevoli, essendo una vera e propria manipolazione della volontà dei contribuenti, attribuire ad uno dei destinatari più uguali degli altri, più del doppio (l’82,4%) dei fondi espressi dagli italiani (37%).

 

                                                                  Elio Lannutti (Adusbef)- Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

 

Roma, 29.11.2014

29/11/2014

Documento n.9910

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