MUTUI: SOTTRARRE VARIAZIONI EURIBOR DAL LIBERO ARBITRIO DELLE BANCHE
COMUNICATO STAMPA MUTUI: CENSIS CONFERMA L’ALLARME ADUSBEF ! 530 MILA FAMIGLIE A RISCHIO INSOLVENZA E DESTINATE AD AUMENTARE, SENZA CONGELAMENTO DEI TASSI. SOTTRARRE LE VARIAZIONI EURIBOR DAL LIBERO ARBITRIO DELLE BANCHE, PER AFFIDARLE ALLE BANCHE CENTRALI COORDINATE DALLA BCE.. Anche il Censis stimando in 530 mila le famiglie italiane a rischio insolvenza,a causa dei mutui a tasso variabile, conferma gli inascoltati allarmi lanciati da Adusbef,pur se suffragati da un aumento dei pignoramenti e delle esecuzioni immobiliari del 23 per cento in media,con punte del 41%. Senza un congelamento dei tassi di interessi, 3,2 milioni di famiglie indebitate a tasso indicizzato per precise responsabilità delle banche, vedranno crescere le rate dei mutui,già aumentate del 50 per cento per effetto di un euribor impazzito, ben manovrato dagli istituti di credito per possibili finalità speculative,non certo di libero mercato. Con i tassi euribor registrati stamattina ed in costante crescita, rispettivamente fissati al 4,872 per cento con riferimento ad 1 mese; 4,891% a tre mesi; 4,839% a sei mesi; 4,769 % a dodici mesi, 3,2 milioni di famiglie indebitate a tasso indicizzato dovranno mettere in conto aumenti di rate da 45 euro al mese (540 euro l’anno) per un trentennale di 100.000 euro, rispetto ad una settimana fa. Poiché le manovre di fine anno sull’euribor, effettuate da 44 banche europee comprese tre italiane (Intesa,Unicredit ed MPS, ossia oltre il 60 per cento del mercato) alle prese con problemi di sfiducia reciproca dopo la crisi dei sub-prime, portate anche a drenare denaro a danno dei debitori, possono sembrare sospette, occorre sottrarre dall’arbitrio degli istituti di credito le spericolate manovre sull’indice, per affidarle alle banche centrali coordinate dalla BCE,con contratti rapportati al tasso di riferimento della stessa BCE. Visto che la quasi totalità dei contratti di mutui a tasso variabile, legata alle variazioni Euribor oltre ad uno spread che può variare da 1 ad 1,7 punti fissi in aggiunta, recitano la formuletta del calcolo della rata effettuato con l’indice (euribor) rilevato alla data del giorno x (in genere gli ultimi giorni del mese del mese,semestre o trimestre di riferiemnto), non è difficile che le banche possano scambiarsi informazioni, per decidere quale debba essere il tasso di riferimento. E poiché dopo la nascita dell’euro,molte banche centrali nazionali (Bankitalia in primis) hanno personale molto qualificato in esubero che non sanno più cosa fare, oltre a divulgare le opere bibliotecarie di ex governatori, per correttezza e trasparenza dei mercati, sarebbe doveroso che possano registrare, in accordo ed in coordinamento con BCE,quei tassi euribor le cui ultime manovre sospette dovrebbero destare anche l’attenzione dell’Antitrust italiano ed europeo e di qualche Procura della Repubblica.07/12/2007
Documento n.6985