MISTERO TELECOM:ALLA PROVA DI BORSA IL MERCATO NON BEVE LE FANDONIE.
COMUNICATO STAMPA MISTERO TELECOM:ALLA PROVA DI BORSA IL MERCATO NON BEVE LE FANDONIE. COME MAI TELEFONICA PAGA DI PIU’ (3 EURO SU 2,82) PER CONTARE DI MENO ? O TELEFONICA NON HA FATTO UN BUON AFFARE,OPPURE L’ACCORDO RAGGIUNTO E RECLAMIZZATO IN ITALIA, NASCONDE FALSA COMUNICAZIONE AL MERCATO. L’accordo tra Telecom ed i soci fondatori della Telco, passata di mano per la terza volta in pochi anni mediante il meccanismo collaudato delle “scatole cinesi” caro al capitalismo nostrano sulla pelle degli azionisti di minoranza, deve nascondere più di un mistero, rispetto a quanto è stato reso pubblico dalle comunicazioni ufficiali, riportate dai mezzi di informazione. La tesi dominante riportata in coro dagli stessi mezzi di informazione,spesso parte in causa nei riassetti societari, attribuisce agli spagnoli di Telefonica,la parte degli sprovveduti che hanno pagato 2,6 miliardi di euro,con un sovrapprezzo (3 euro rispetto a 2,82) per acquisire il 42,3% di una finanziaria, la Telco, che ha al suo interno un quarto del capitale Telecom,mentre i soliti “furbetti del telefonino italiani”, capeggiati dalle banche, con circa 900 milioni di euro,avrebbero la maggioranza assoluta. Tale capolavoro di ingegneria finanziaria, darebbe agli spagnoli 2 consiglieri su 19, nessun diritto di veto,nessun peso per designare presidente e amministratore delegato di Telecom di nomina italiana, un peso diverso delle stesse azioni (per omaggiare il fondatore di Piazzetta Cuccia,secondo il quale le azioni si pesano e non si contano !): quelle di serie “A” con diritti,acquistate dagli italiani con una valorizzazione di circa 2,6 euro,quelle di serie “B” (senza prelazione e con scarso potere in termini di decisioni di vertice),comprate dagli spagnoli di telefonica a 3 euro. Gli spagnoli avrebbero così comprato un pezzo di scatola cinese che racchiude nello scrigno Telecom,pagandola di più per contare di meno (hanno acquistato il 42,3 per cento di una finanziaria –la Telco- che ha il 23,6 per cento di Telecom Italia). Telefonica, che con un indebitamento di 53 miliardi, controlla tra l’Europa ed il Sud America un mercato di 200 milioni di utenti telefonici, che potrebbero aumentare di ulteriori 26 milioni di utenti con Tim Brasil, secondo le cronache finanziarie italiane, avrebbe messo sul piatto 2,6 miliardi di euro per non contare niente. Adusbef e Federconsumatori, che pur ritenendo giusta la soluzione raggiunta, stigmatizzano ancora una volta patti ed accordi che escludono i piccoli azionisti, ritengono che non sia stata detta la verità ai mercati,presumendo che nessuna azienda,tanto meno Telefonica, possa sottoscrivere accordi capestro, senza riservarsi alcun diritto di veto sui nuovi soci industriali oltre ad eventuale prelazione sul boccone prelibato denominato Tim Brazil. Se così fosse, ossia se Telefonica avesse raggiunto tale tipo di accordo,come ritengono più credibile Adusbef e Federconsumatori da un’azienda spagnola che non voglia fare filantropia, la Consob dovrebbe sanzionare comunicazioni false e menzognere ai mercati, vere e proprie frottole divulgate negli ultimi due giorni al pubblico dei risparmiatori. Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Tefiletti (Federconsumatori) Roma,30.4.200702/05/2007
Documento n.6547