LIBERALIZZAZIONI: LA COMMISSIONE DI MASSIMO SCOPERTO E’ STATA RESA ILLEGITTIMA DA SENTENZE DI CASSAZIONE....
COMUNICATO STAMPA LIBERALIZZAZIONI: LA COMMISSIONE DI MASSIMO SCOPERTO E’ STATA RESA ILLEGITTIMA DA SENTENZE DI CASSAZIONE,NON DAI CAPRICCI DEL GOVERNO, CHE DEVE ADEGUARE LA NORMATIVA ALLE MUTATE DISPOSIZIONI DI LEGGE. L’ABI NON E’ NUOVA A PRATICHE ED INVITI ALL’ILLEGALITA’,MA CHIEDERE AL GOVERNO DI NON ADEMPIERE A SENTENZE DI CASSAZIONE,E’ RIDICOLO, ASSURDO ED INDICE DI SFRONTATEZZA SENZA PRECEDENTI, DA RIGETTARE . L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) adusa a far scrivere le norme a vantaggio delle banche sotto sua diretta dettatura ai Governi di turno, dopo aver incassato la disposizione sulla tracciabilità bancaria e la riscossione fiscale mod. 24 esclusivamente on-line,che sottrae dalle tasche degli utenti 2 miliardi di euro l’anno a vantaggio delle banche,mentre esprime apprezzamento per la normativa sulla riduzione del contante, critica la norma che prevede la nullità della commissione del massimo scoperto contenuta nel disegno di legge Bersani. La commissione sul massimo scoperto-dice il presidente dell’ABI- dimenticando una giurisprudenza consolidata sfociata in sentenze di Cassazione che ha posto fine a 10 lutri di abusi- è nata a copertura del rischio di credito e del rischio di liquidità: la sua eliminazione non comporta il venir meno delle cause della commissione. Una sentenza della Suprema Corte (Cass. Civ., Sez. I, Sentenza n. 870, del 18 gennaio 2006, ha dato una corretta definizione della commissione di massimo scoperto, definendola come la remunerazione accordata alla banca per la messa a disposizione dei fondi a favore del correntista indipendentemente dall'effettivo prelevamento della somma. Anche la migliore dottrina ha da sempre sostenuto che la commissione “ha carattere di corrispettivo dell’obbligo della banca di tenere a disposizione (del cliente) una determinata somma e per un tempo determinato”. Da ciò discende che essa va calcolata o sull’intera somma messa a disposizione della banca (ad esempio cinquemila euro), ovvero sulla somma rimasta disponibile in quel dato momento e non utilizzata dal cliente (ad esempio duemila euro, se il cliente ne ha utilizzato tremila euro) La banca, infatti, nel momento in cui assume l’obbligo di tenere a disposizione del cliente una determinata somma di denaro, ad esempio cinquemila euro, per un tempo determinato, destina quella determinata somma a quell’utente per la durata dell’affidamento, a prescindere della sua effettiva utilizzazione,poiché deve tenerla a disposizione di quel cliente (che la può utilizzare totalmente, ma anche parzialmente, in qualsiasi momento lo decida). Il costo del denaro sugli impieghi (i soldi prestati dalle banche alla clientela), oltre ad essere gravato da un tasso di interesse, ad es. il 10 per cento annuo, che il prenditore del credito deve pagare alla banca e che deve essere restituito ad ogni chiusura trimestrale dei conti (31 marzo,30 giugno,30 settembre,31 dicembre di ogni anno),è anche caricato da una commissione di massimo scoperto (CMS) trimestrale, pari ad una media dello 0,80 per cento (dati Bankitalia) che va ad aggiungersi al tasso praticato. Abrogare la CSM,applicando la Sentenza della Suprema Corte di Cassazione,porterebbe indubbi vantaggi ai consumatori,agli utenti dei servizi bancari,ma anche al sistema delle imprese assieme ad una maggiore trasparenza nei difficili rapporti con gli enti creditizi. Impieghi bancari Ottobre 2006 Comm. max scoperto media trimestrale (*) Introito trimestrale per le banche (**) Introito annuale per le banche (**) Totale impieghi (a residenti e non) 1.280,072 0,80 % 10,240 40,960 Impieghi bancari e incidenza della Commissione di Massimo Scoperto (Fonte Bankitalia, Supplemento Bollettino statistico “Banche e fondi mon.” N° 2 del 4 gennaio 2007 Milrdi di euro - Elaborazioni Adusbef PORTABILITA’ DEI CONTI CORRENTI BANCARI E/O POSTALI NON HA TROVATO POSTO NEL PACCHETTO BERSANI,MA VERRA’ PRESENTATO IN PARLAMENTO,AVENDO RICEVUTO DISCO VERDE ANCHE DALL’OPPOSIZIONE,IN PARTICOLARE ON.GIULIO TREMONTI. Uno dei maggiori impedimenti alla concorrenza reale nel settore creditizio, è rappresentato dall’impossibilità di trasferire un conto corrente bancario,e/o postale da una banca all’altra, senza cambiare il numero di conto e le coordinate bancarie, creando difficoltà serie al sistema dei pagamenti e delle domiciliazioni. Attualmente per destinare le operazioni bancarie, riconoscere un conto corrente e dare la certezza che ordini di pagamento (bonifico) e/o di prelevamento (assegno) impartiti dal correntista vadano a buon fine, esistono due codici fondamentali (ABI per individuare l’Istituto di Credito) e Cab (che individua lo sportello sul quale il conto è radicato),oltre al numero di conto corrente: se la portabilità consiste nel mantenere solo il conto corrente,non si risolve nulla. Tale portabilità,per essere effettiva deve prevedere un sistema informatico in grado di conoscere per quel determinato numero di conto,codice Abi e Cab in qualsiasi momento: se si cambia banca,occorre un meccanismo di informazione del sistema informatico centralizzato. Ciò presuppone che il sistema sia costantemente aggiornato sull’indirizzo bancario relativo a quel determinato numero di conto corrente, condizione indispensabile di un “cervellone”, aggiornato in tempo reale, in grado di accentrare tutti i conti su base nazionale e le loro variazioni di indirizzo bancario,sul modello della Centrale Rischi della Banca d’Italia. L’introduzione della portabilità dei conti correnti,alla stessa stregua della portabilità del numero di telefonino da un gestore all’altro, tecnicamente possibile, con la costituzione e l’accentramento dei conti correnti nazionali presso la Banca d’Italia (che ha oltre 8.000 dipendenti di elevata professionalità sotto utilizzati,in grado di realizzare e gestire il sistema informatico centrale), potrebbe favorire la concorrenza, far risparmiare tempo e denaro, semplificare la vita ai cittadini-consumatori ed al sistema delle imprese. La normativa sulla portabilità dei conti correnti,auspicata anche dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, sarà presentata come emendamento al disegno di legge sulle privatizzazioni,sia alla Camera che in Senato. Elio Lannutti (Presidente Adusbef) Roma,29.1.200729/01/2007
Documento n.6395