ISTAT-FAMIGLIE ITALIANE MASSACRATE

in Comunicati stampa
ISTAT-SE SI CONDIVIDE LO SCENARIO DIPINTO PER LE FAMIGLIE ITALIANE MASSACRATE DA UNA POLITICA ECONOMICA DEL TUTTO INEFFICIENTE DELL’ULTIMO GOVERNO VI SONO AFFERMAZIONI PER NULLA CONDIVISIBILI Per la prima volta, anche se non concordiamo sulle cifre, vi è convergenza nell’analisi dell’Istat con quanto sosteniamo da tempo. Le famiglie italiane sono state massacrate, nel loro potere d’acquisto, da speculazioni, da atteggiamenti anomali nel cambio lira-euro, da una pessima politica economica di un governo inefficiente ed inefficace, che non solo ha omesso verifiche e controlli in un periodo delicato come quello relativo al cambio lira-euro, ma che non ha dato luogo a nessun processo di modernizzazione del paese. Ciò ha comportato una caduta verticale della qualità della vita per la maggior parte delle famiglie italiane, un drastico calo dei consumi (gravissimo, in particolare, quello relativo ai prodotti alimentari, pari al 10% su tutti i prodotti e al 20% su quelli ortofrutticoli), limitazioni ai periodi di vacanza e un forte indebitamento, che è passato dai 40 miliardi del 2002 agli otre 70 miliardi attuali. A causa di quanto detto si è verificato un passaggio di circa 65 miliardi di euro dalle famiglie percettrici di reddito fisso a quelle che con un tratto di penna possono aggiustare prezzi e tariffe, le quali, naturalmente, continuano a ringraziare il passato Governo, oltre che determinare la bolla speculativa in edilizia, che ha fatto ricadere, sempre sulle famiglie, un aumento spaventoso degli affitti. Senza contare tutti i rincari nei settori dei servizi, oltretutto non bene rappresentati nel paniere Istat: gas, 1000 euro; luce, 400 euro; acqua, oltre 200 euro; servizi bancari, oltre 500 euro; rc-auto, 900 euro, per non parlare degli aumenti di tutti i prodotti energetici, dalla benzina al riscaldamento domestico. Tutto ciò ha comportato una riduzione del potere d’acquisto, per cui oggi, con 28.000 euro di reddito annuo si comprano beni per 23.000 euro, con una caduta del potere d’acquisto di circa il 20%. Alcune affermazioni del Presidente dell’Istat, Biggeri, nella sua relazione annuale ci sembrano fortemente fuori luogo, come quando ritiene che: “l’inflazione, sotto controllo negli ultimi mesi, potrebbe risalire a causa delle pressioni salariali dal mondo del lavoro. L’accumularsi di aspettative di recupero salariale, in parte rese probabili dai ritardi dei rinnovi contrattuali e dall’incompleto del recupero della perdita del potere d’acquisto può avere effetti destabilizzanti sulla dinamica dei prezzi e sul quadro macro economico”. “Al contrario”, sostengono il Presidente della Federconsumatori, Rosario Trefiletti e il Presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti “noi riteniamo non solo che quest’assunto sia completamente sbagliato, ma che il rilancio del Paese sia fortemente legato a manovre di miglioramento del potere d’acquisto delle fasce meno abbienti”.

24/05/2006

Documento n.5988

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK