INFLAZIONE: SE SCENDE ALL’1,5 %,.........
COMUNICATO STAMPA INFLAZIONE: SE SCENDE ALL’1,5 %, MENTRE LE RETRIBUZIONI CRESCONO DEL 2,6 PER CENTO,COME MAI LE FAMIGLIE CONTINUANO LA CORSA AL DEBITO ? ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI CHIEDONO DI CHIARIRE I MISTERI DELL’ISTAT, A COMINCIARE DAL 2002,CON UN’INFLAZIONE “UFFICIALE” AL 2,5% RISPETTO AD UN CAROVITA REALE PARI AL 7,6 %,ANCHE SECONDO UFFICIO STUDI DI BANKITALIA. Il rallentamento dell’inflazione attestato all’1,5 per cento sarebbe ottima notizia,solo se fosse aderente alla realtà di milioni di famiglie,costrette sempre più a ricorrere al debito per sopravvivere, con la sindrome della terza settimana cancellata dalle cronache e dai mezzi di informazione,ma non ancora risolta. Il dato Istat si contraddice da solo: se nel mese di marzo 2007 l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie, con base dicembre 2000=100, è risultato pari a 118,2 con una variazione di più 0,3 per cento rispetto al mese precedente e con un incremento del 2,6 per cento rispetto a marzo 2006,con un aumento registrato nel periodo gennaio-marzo 2007, rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, pari al 2,8 per cento, dove fanno sparire gli italiani cotanta ricchezza ? Adusbef e Federconsumatori non si stancheranno di denunciare i misteri dell’Istat, a partire dall’anno fatidico 2002,quando l’introduzione dell’euro e gli omessi controlli sui prezzi, portarono a nascondere la polvere sotto il tappeto con un attento maquillage statistico con la finalità di non disturbare il manovratore,ossia il Governo di turno,con prezzi e tariffe raddoppiati,un trasferimento di ricchezza pari a 70 miliardi di euro sfilati dalle tasche dei consumatori a favore di coloro che avevano la facoltà di determinarne i corsi, ed un carovita attestato al 2,5 per cento. Non soltanto le associazioni dei consumatori stimarono un carovita almeno triplo di quello ufficiale (2,5%) per il 2002,inizio della fase di impoverimento delle famiglie e della sindrome del cosiddetto ceto medio,che con 5 milioni di vecchie lire viveva discretamente ai tempi della lira,ma che con 2.600 euro non riusciva più (e non riesce ancora) a sbarcare il lunario,ma anche un documento dell’ufficio studi della Banca d’Italia, stimava l’inflazione durante il fatidico change over al 7,6 per cento: altro che “scalino”. Adusbef e Federconsumatori,aspettando ancora i dovuti chiarimenti su un’inflazione manipolata artatamente nel 2002, chiedono al governo politiche sociali più attente ai bisogni delle famiglie, alle quali devono essere destinate qualisvoglia surplus fiscale, come risarcimento postumo e neppure totale,dei sacrifici,disagi e sofferenze economiche che non consentono di sbarcare il lunario,costretti sempre più ad indebitarsi con banche e finanziarie con la cessione del quinto dello stipendio ed altre forme tecniche per rateizzare ed ipotecare anche il futuro. Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori) Roma,30 aprile 200702/05/2007
Documento n.6545