INFLAZIONE: I DATI ISTAT ODIERNI, SMENTISCONO QUELLI DIFFUSI IERI.

in Comunicati stampa
INFLAZIONE: I DATI ISTAT ODIERNI, SMENTISCONO QUELLI DIFFUSI IERI. ISTAT,SE VUOLE ESSRE CREDIBILE,DEVE NEGOZIARE CON I CONSUMATORI PANIERI DIVERSIFICATI RIEQUILIBRANDO PESI FASULLI E SQUILIBRATI. Ad un solo giorno di distanza,i dati sull’inflaizone diffusi oggi,smentiscono quelli diffusi ieri: incredibile,ma vero ! Le stime provvisorie dell’Istat,diffuse oggi sull’inflazione cresciuta dello 0,1% a gennaio rispetto a dicembre, confermano un dato tendenziale, su un carovita il più basso dall' agosto '99: ottima notizia,ma non attinente alla realtà che smentisce perfino i dati diffusi ieri. Ieri l’Istat infatti,per difendersi dalle accuse su un’inflazione reale molto superiore a quella virtuale,aveva cercato di edulcorare la pillola diffondendo dati sull’inflazione del 2006 che era stata superiore alle stime macroeconomiche finora rese note,con un peso del 2,5 %, contro il 2,2% armonizzato e il 2,1% dell'indice nazionale per l'intera collettività misurato, complessivamente, cioé considerando anche i non residenti,ossia anche i turisti. Tale differenza tra gli indici macroeconomici e il nuovo indicatore- spiegava l’Istata- sta nei metodi di conduzione dell'indagine e soprattutto nei panieri presi in considerazione,in particolare per il peso che varia, all'interno dei panieri, dei capitoli alimentari e di quello dei servizi ricettivi e di ristorazione. Due esempi che evidenziano in modo lampante le differenze: se il peso degli alimentari è infatti del 16-17% per gli indici macroeconomici resi noti mensilmente dall'Istat, si sale ad oltre il 23% nell'indagine odierna che considera i comportamenti di spesa solo delle famiglie effettivamente residenti. Allo stesso modo il peso dei servizi ricettivi (alberghi, ristoranti ecc...) è molto più basso per le famiglie residenti (5,8%) che per tutto il campione preso in considerazione. L'indice armonizzato dei prezzi per i paesi dell'Unione Europea comprensivo delle riduzioni temporanee di prezzo - ha precisato l'Istat - a gennaio ha segnato una riduzione dell'1,1% rispetto a dicembre e un aumento dell'1,9% rispetto a gennaio 2006. Per le famiglie di operai e impiegati (indice Foi) l'aumento rispetto a dicembre è stato dello 0,1% mentre quello rispetto a gennaio 2006 è stato dell'1,6%. L'indice Foi senza tabacchi ha registrato rispettivamente un aumento dello 0,1% congiunturale e dell'1,5% tendenziale. A gennaio, considerando l'indice nic per l'intera collettività, sono aumentati soprattutto i prezzi delle bevande alcoliche e dei tabacchi (+0,1% congiunturale, +4,6% tendenziale) e quelli dell'abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+4,2% tendenziale, +0,3% congiunturale) ma anche quelli dei prodotti alimentari (+2,6% tendenziale, +0,2% congiunturale). Diminuiscono a livello tendenziale i prezzi per le comunicazioni (-4,4%) anche se il settore registra un aumento significativo dei prezzi rispetto a dicembre (+0,4%). Infine un aumento significativo dei prezzi rispetto a dicembre si è registrato nei servizi ricettivi e di ristorazione (+0,3%) anche se a livello tendenziale l'aumento si è mantenuto sul 2,4%. Se si vuole veramente uscire dall’impasse e dal contenzioso, visto che pochissimi italiani,alle prese con il carovita galoppante e con la sindrome della quarta settimana che è soltanto sparita dai mezzi di informazione ma non dalla realtà quotidiana delle famiglie,sono disponibili a credere alle frottole statistiche,Istat oltre ad includere rilevatori espressi dalle associazioni del CNCU,deve negoziare con i consumatori panieri diversificati per categorie di redditi, includendo finalmente pesi (RC Auto che pesa sul paniere per l’ 1,1% contro il 7 per cento della spesa su un reddito da 16.000 euro) che siano aderenti alla realtà e non quei pesi virtuali per ridimensionare il carovita reale. Elio Lannutti (Adusbef) Rosario Trefiletti (Federconsumatori) Roma,21.2.2007

21/02/2007

Documento n.6457

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