Il Messaggero 30-4-07. Era stata segnalata alla centrale rischi della Banca d'Italia come un'azienda in sofferenza
Era stata segnalata alla centrale rischi della Banca d'Italia come un'azienda in sofferenza ( Messaggero, Il (Latina) del 30/04/2007 ) Di MASSIMO CAVOLI Era stata segnalata alla centrale rischi della Banca d'Italia come un'azienda in sofferenza, non in grado di far fronte agli impegni economici, e il risultato non si era fatto troppo attendere: la società si era vista rifiutare ogni richiesta di accesso al credito dalle altre banche, con conseguente, inevitabile, diminuzione dell'attività produttiva provocata proprio dall'impossibilità di acquistare materie prime per soddisfare gli ordinativi della clientela. Adesso la sezione distaccata di Terracina del tribunale di Latina (giudice Franco Catrecchia, sentenza numero 4/07) ha stabilito che quella "segnalazione di credito a sofferenza era illegittima" e per questo ha condannato Capitalia - già Banca di Roma - a risarcire a un'azienda meccanica di Fondi un milione e 564 mila euro di danni patrimoniali, cifra che rivalutata con gli interessi arriva quasi a sfiorare i due milioni. A questi soldi vanno aggiunti 10.000 euro per i danni non patrimoniali, oltre al pagamento di tutte le altre spese processuali. La banca, essendo la sentenza esecutiva, ha già provveduto a dare corso alla decisione del tribunale, ma contemporaneamente ha deciso di presentare ricorso in appello. La vicenda finita all'esame del tribunale trae origine da una citazione presentata nel 2002 dagli avvocati reatini Augusto e Tiziano Principi, legali dell'Adusbef, e dall'avvocato Fornari di Terracina, contro la segnalazione inviata il 30 novembre 2001 da un'agenzia della Banca di Roma alla centrale rischi di Bankitalia, circa lo stato di sofferenza dell'officina meccanica con quale aveva intrattenuto rapporti bancari fino al 1998, anno in cui era sorto un contenzioso (giudizio pendente davanti al tribunale di Latina) tra l'istituto e il cliente. Una perizia disposta dal tribunale, dopo l'analisi dei rapporti contabili intercorsi società e banca, ha escluso che ricorressero i presupposti per segnalare come "insofferente" l'azienda ricorrente. A ciò si devono aggiungere le decisive deposizioni rilasciate da due funzionari di un'altra banca di Fondi e da un consulente finanziario, i quali hanno testualmente confermato come "il rifiuto a concedere nuove linee di credito all'azienda meccanica era originato dalla segnalazione di insofferenza inviata alla centrale rischi". Il giudice Catrecchia, in sintesi, rileva nella sua sentenza come "il danno da informazione inesatta non si esplica soltanto nella mancata concessione di nuove linee di credito, ma anche nella lesione della reputazione personale e commerciale pregiudicata da un'erronea segnalazione. Da ciò può discendere una lesione del diritto costituzionalmente garantito di avviare iniziative economiche che, com'è noto, si alimenta grazie al credito bancario".02/05/2007
Documento n.6546