GOVERNO: ANCHE BANKITALIA FOTOGRAFA POLITICHE ECONOMICHE RECESSIVE, CHE HANNO ACCENTUATO LE DISUGUAGLIANZE, IMPOVERITO LE FAMIGLIE, AUMENTATO LE RICCHEZZE IN POCHE MANI. SALITA AL 23% LA QUOTA DI PERSONE A RISCHIO POVERTA'
GOVERNO: ANCHE BANKITALIA FOTOGRAFA POLITICHE ECONOMICHE RECESSIVE, CHE HANNO ACCENTUATO LE DISUGUAGLIANZE, IMPOVERITO LE FAMIGLIE, AUMENTATO LE RICCHEZZE IN POCHE MANI. SALITA AL 23% LA QUOTA DI PERSONE A RISCHIO POVERTA’
Anche Bankitalia fotografa politiche economiche recessive dei governi, che hanno eroso la ricchezza netta delle famiglie italiane, diminuita tra il 2014 e il 2016 per effetto del calo del prezzo delle case, con il 70% proprietaria dell'abitazione in cui risiede, ma con la quota di proprietari ancora scesa tra le famiglie con capofamiglia fino a 45 anni: dal 59% al 52% tra il 2006 e il 2016.
Secondo l'indagine della Banca d'Italia sui bilanci delle famiglie, nel 2016 "la quota di persone a rischio di povertà salita al 23%, un livello molto elevato" e il più alto dal 1989, con particolare riferimento per le famiglie con capofamiglia più giovane, meno istruito, nato all'estero, residenti nel Mezzogiorno.
Il reddito annuo familiare è di 30.700 euro, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, ma con una crescita consistente della disuguaglianza e delle persone con reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano, la soglia usata per individuare il rischio di povertà (che nel 2016 corrisponde a entrate per circa 830 euro mensili). Negli ultimi dieci anni, ricorda la Banca d'Italia, il livello di disuguaglianza misurato dall'indice di Gini è aumentato di 1,5 punti percentuali.
Le disuguaglianze nella ricchezza e nei redditi: la ricchezza media delle famiglie corrisponde a circa 206.000 euro, ma il valore medio è di gran lunga inferiore, 126.000, per via della grande asimmetria nella distribuzione. Il 30% più povero delle famiglie detiene appena l'1% della ricchezza nazionale; tre quarti di queste famiglie sono anche a rischio povertà. Mentre il 30% delle famiglie più ricche detiene invece circa il 75% del patrimonio netto degli italiani, con una ricchezza netta media pari a 510.000 euro con oltre il 40% di questa quota detenuta dal 5% più ricco, che ha un patrimonio netto di 1,3 milioni di euro.
Gli immobili di proprietà sono ancora lo zoccolo duro della ricchezza degli italiani (è proprietario della casa in cui vive il 70% delle famiglie). Il loro valore in media è diminuito del 7% rispetto al 2014 e del 23% rispetto al 2006. Nel 2016 è indebitato con un mutuo immobiliare il 28% delle famiglie, con una rata media di 7.300 euro che incide sul reddito per il 14%. L'11% delle famiglie indebitate è vulnerabili, deve pagare una rata superiore al 30% del proprio reddito.
La Banca d’Italia fotografa una situazione di grave disagio economico, sociale e reddituale, generata dalle politiche economiche restrittive, che tenderanno ad accentuarsi senza una inversione di tendenza che riesca a mettere al centro le famiglie, il lavoro, i cittadini invece dell’economia di carta, delle banche e della speculazione finanziaria, che aggrava le disuguaglianze ed accentua le povertà, privatizzando le ricchezze in poche mani.
Avv. Antonio Tanza (Presidente Adusbef)
23/03/2018
Documento n.10660