FARI ACCESI DI GIORNO: COSTANO CIRCA 70 EURO L’ANNO E NON PREVENGONO GLI INCIDENTI

in Comunicati stampa
FARI ACCESI DI GIORNO: COSTANO CIRCA 70 EURO L’ANNO AD AUTOMOBILISTA (PERCORRENZA 20.000 KM.) E NON PREVENGONO GLI INCIDENTI STRADALI ! ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI CHIEDONO AL GOVERNO LA LORO COMPLETA ABOLIZIONE (ECCETTO CHE PER MOTO E MOTOCICLI),SIA PER FAR RISPARMIARE LE STREMATE FAMIGLIE ITALIANE, CHE PER RIDURRE L’IMPATTO DI EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA (CO2) PARI A 2,9 MILIONI DI TONNELLATE (LO 0,5 PER CENTO DEL PROTOCOLLO KYOTO) ED 1,5 MILIARDI DI LITRI DI CARBURANTE ! Il furore ideologico di apportare continue stangate ai consumatori da parte del Governo Berlusconi, portò l’ex Ministro per le infrastrutture Lunardi,definito a ragione “degli aumenti e dei pedaggiamenti” ad imporre in Italia, Paese del sole, non in Finlandia o in Scandinavia, l’obbligo dei fari accesi di giorno, sia nelle strade extraurbane, autostrade e viottoli di campagna che in città, luoghi che come è noto necessitano di un maggior utilizzo dell’automobile, con tempi di percorrenza in auto, nelle metropoli, che si allungano a causa dello snervante traffico quotidiano. Quel provvedimento spacciato con la finalità dichiarata di prevenire gli incidenti e di una normativa più stringente sulla sicurezza, non sembra abbia raggiunto i risultati sperati, mentre al contrario ha avuto il merito di alleggerire le tasche degli automobilisti, dalla sua entrata in vigore, di almeno 6,3 miliardi di euro (solo per il maggior consumo di carburante), senza contare l’impatto di emissioni di anidride carbonica, pari all’1,5 per cento (0,5 per cento annuo di quanto sarebbe necessario ridurre per adempiere agli obblighi del protocollo di Kyoto), ossia 1,5 milioni di tonnellate di carburanti. L’obbligo dei fari accesi di giorno (che ha destato il sospettosi di portare vantaggi all’industria del settore- compresi i petrolieri) oltre a gravare sulle tasche dei cittadini, secondo alcune indagini, pare abbia aumentato il numero di incidenti sulle strade (sembra che molti tamponamenti tra automobili sarebbero stati causati dalla difficoltà nel vedere gli stop, inconvenienti evitabili causati proprio dai fari delle macchine che si incrociano, accesi inutilmente di giorno),mentre al contrario per le moto ed i motocicli, sembra abbiano avuto una utilità marginale. Poiché i fari accesi di giorno sono finora costati solo di maggior consumo di carburante – come è facilmente calcolabile dall’allegata scheda- 2,1 miliardi di euro l’anno (6,3 miliardi dall’entrata in vigore),ossia 60 euro l’anno per ogni automobilista che percorre 20.000 Km l’anno, senza contare ulteriori 10 euro di usura alle parti elettriche (fari,lampadine,luci,batteria,ecc.), Adusbef e Federconsumatori, hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio ed ai ministri interessati (Infrastrutture, Trasporti,Ambiente), chiedendo la loro urgente abrogazione. I danni causati ai consumatori dal precedente Governo cosiddetto “liberista” sono infiniti: dall’abrogazione dei giudizi per equità nei contratti di massa,alla legge truffa salvacompagnie; dalla cultura dei condoni fiscali,previdenziali,ambientali,esattoriali, all’eliminazione della legge sul falso in bilancio,che ha reso più vulnerabili i cittadini e più arroganti assicurazioni e banche,che hanno operato con lo scudo del Governo “amico”,per rifilare bond bidone ad 1 milione di risparmiatori e polizze ballerine,specie unit e linked rischiosissime, nella quasi certezza dell’impunità. Occorre quindi abrogare l’obbligo dei fari accesi di giorno,perché se ha portato utili alle aziende del settore provocando maggior inquinamento,è stato inutile e dannoso per i consumatori. Elio Lannutti (Adusbef) Rosario Trefiletti (Federconsumatori) Roma,10.7.2006 SCHEDA TECNICA: TRATTA DAL LIBRO: "Un futuro senza luce ?" di Maurizio Pallante [Editori Riuniti 2004]. "Quando si accendono i fari, una parte dell'energia meccanica sviluppata dal motore per far muovere l'autoveicolo, viene utilizzata per far girare l'alternatore che carica la batteria. Mediamente il rendimento del motore automobilistico è del 20 per cento (0,2). L'80 per cento dell'energia chimica contenuta nel combustibile si disperde sotto forma di calore nel motore stesso e in attriti nel sistema di trasmissione. Il rendimento dell'alternatore che carica la batteria è del 60 per cento (0,6). Pertanto il rendimento complessivo del sistema che consente di accendere le luci dell'auto è del 12 per cento (0,2 x 0,6 = 0,12). La potenza totale impegnata dalle lampadine dei due fari anabbaglianti, delle quattro luci di posizione, delle luci della targa e del cruscotto è di 150 Watt. Con un rendimento del 12 per cento, per accenderle occorrono 1.250 Watt termici (150/0,12). Ovvero 1,25 chilowatt. Poco menodell'energia che occorre per scaldare una stanza con una stufa. Supponiamo che la percorrenza media delle automobili sia di 20.000 km all'anno a una velocità media di 70 km all'ora. Le ore di viaggio, e di accensione delle lampade, saranno pertanto286 (20.000 / 70). Moltiplicate per 1,25 chilowatt danno un consumo complessivo di 357,5 chilowattora termici. Poiché un litro di benzina sviluppa 8,7 chilowattora termici, il consumo annuo di benzina in più sarà di 41 litri. Per percorrere 20.000 km all'anno occorrono da 1.000 a 1.500 litri di benzina. Pertanto l'incremento percentuale dei consumi di carburante oscilla tra il 4,1 e il 2,7 per cento. Le automobili circolanti in Italia a fine 2002 erano 33.779.000 milioni; gli autocarri per trasporto merci 3.283.700, 456.000 gli altri tipi di automezzi, per un totale di circa 37,5 milioni. Senza tener conto che gli automezzi diversi dalle automobili hanno più luci di posizione, e che gli autocarri per trasporto merci percorrono mediamente ogni anno un numero di chilometri almeno 10 volte superiore, moltiplicando con un calcolo per difetto 37,5 milioni di autoveicoli x 41 litri di carburante, l'incremento complessivo dei consumi derivanti dall'accensione delle luci anche di giorno oscilla intorno a 1 miliardo e 500 milioni di litri di carburante. L'aumento delle emissioni di CO2 che ne consegue è di 2,9 milioni di tonnellate".

14/07/2006

Documento n.6183

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