DPEF: ADUSBEF MOLTO SODDISFATTA PER RIDUZIONE DEBITO PUBBLICO MEDIANTE VENDITA DELLE RISERVE AUREE

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COMUNICATO STAMPA DPEF: ADUSBEF MOLTO SODDISFATTA DALLA RISOLUZIONE DELL’UNIONE, CHE ACCOGLIENDO SUA PROPOSTA, INIZIA RIDUZIONE DEBITO PUBBLICO MEDIANTE VENDITA DELL’ORO E DELLE RISERVE CUSTODITE BANKITALIA.. IL GOVERNO,FINALMENTE, DOPO I “FONDI DORMIENTI” DELLE BANCHE, COMINCIA AD APPROVARE POLITICHE CHE AVVANTAGGIANO I CITTADINI. Adusbef è molto soddisfatta dalla risoluzione presentata al DPEF dall’Unione,oggi in votazione,che accogliendo una sua precisa proposta avanzata ad iniziare dal 2002 (quando cominciò la causa sul diritto di signoraggio) e perfino tradotta in un PDL al Senato, inizia il cammino della riduzione del debito pubblico,mediante la vendita dell’oro e delle riserve, di proprietà dei cittadini (non degli oligarchi),custodite dalla Banca d‘Italia. Le riserve aurifere italiane infatti, pari a 79 milioni di once (2.452 tonnellate), dalle quali si potrebbero ricavare agli attuali prezzi di mercato poco meno di 40 miliardi di euro,equivalenti al 35 per cento di tutte le privatizzazioni effettuate,non sono di proprietà della Banca d'Italia, ma dei cittadini, che le hanno risparmiate consumando meno di quanto sia stato prodotto. Nel 1987 il Canada ha iniziato a vendere riserve per 20 milioni di once, seguita da Australia, Austria, Belgio, Olanda, Portogallo e Regno Unito, con 75 milioni, dalla Svizzera, nel 2002 con 39 milioni di once,dalla Spagna,che nel mese di maggio 2007 ha venduto una buona parte delle riserve addirittura da imputare alle spese correnti. Non si comprende perché la Banca d'Italia, terzo Paese al mondo per riserve dopo Stati Uniti e Germania, si ostini a conservare nei suoi forzieri 79 milioni di once, contribuendo a sostenere il prezzo dell'oro che sta arrivando a livelli mai raggiunti prima. Nel marzo 2004 è stato rinnovato infatti un accordo quinquennale che vincola 14 banche centrali Ue europee (tutte, meno la Bank of England che non ha firmato) a limitare a 500 tonnellate annue la quota vendibile delle loro riserve auree, a patto che i ricavi derivanti dallo smobilizzo delle riserve in oro vengano destinati alla riduzione del debito pubblico. La Banca d’Italia quindi, può vendere oro per un controvalore di 9,5 miliardi di euro l’anno ! Le riserve ufficiali della Banca d'Italia ammontavano a fine giugno a 60,7 miliardi di euro, con consistenze di oro monetario che si risultavano pari a 40,5 miliardi di euro e riserve in valuta estera pari a 20,2 miliardi. La convertibilità tra Banconote e oro è cessata il 15 agosto 1971, quando il Presidente degli USA, Nixon, pose fine agli accordi di Bretton Woods, che definirono il vincolo della stampa di moneta con la convertibilità con l'oro. Mentre l'accordo "madre", il cui nome completo è "Central Bank Gold Agreement", risa­le alla fine degli anni 'novanta, quando fu messo in piedi per evitare che le banche cen­trali, trovandosi con le casseforti colme di metallo giallo in eccesso rispetto alle reali esigenze di copertura, approfit­tassero del prezzo in rialzo dell'oro per fare cas­sa. Nei primi mesi del 2000 la Bank of England fu tra le pri­me a disfarsi di 18 tonnellate d’ oro. Poichè il Governatore di Bankitalia Draghi, che predica equità e rigore (degli altri) ha sempre fatto orecchie da mercante,bene ha fatto l’Unione (che Adusbef ringrazia assieme al Governo che finalmente inizia politiche economiche risarcitorie verso i cittadini) a presentare una risoluzione al DPEF per ridurre il debito pubblico italiano, per imporre la vendita delle riserve auree in eccesso, come hanno già fatto la maggior parte delle banche centrali europee. In sostanza, se la proposta sarà approvata nel DPEF,si potrà dare una buona scossa all’economia, andando a reperire risorse in quei settori che hanno avuto una sorta di franchigia, invece di andare a colpire i soliti lavoratori e pensionati,che hanno,al contrario, sofferto un gravissimo pregiudizio ed una forte decurtazione del loro potere di acquisto, dopo 5 anni terribili del Governo Berlusconi Tremonti. Elio Lannutti (Presidente Adusbef) Roma,31.7.2007

31/07/2007

Documento n.6738

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