DA TGFIN 12/1/2005. Bond argentini: Consob sotto accusa

in Comunicati stampa
DA TGFIN 12/1/2005 Bond argentini: Consob sotto accusa Vicenda a esame commissione Finanze Si apre una giornata di fuoco alla commissione Finanze della Camera sulla spinosa vicenda del rimborso dei bond argentini ai risparmiatori italiani. La Consob è infatti chiamata a spiegare i motivi dell’ok concesso al prospetto informativo presentato da Buenos Aires sul rimborso delle obbligazioni ai piccoli investitori italiani. Una proposta chiaramente penalizzante per le 450mila rimaste coinvolte nel brutto affare. A essere chiamato a spiegare la posizione della Consob è stato Antonio Rosati, rappresentante del presidente Lamberto Cardia. Ma a intervenire sarà anche il numero uno dell’associazione degli investitori Nicola Stock. Dopo gli ultimi sviluppi della vicenda, con l’ufficialità dei rimborsi pari al 30% a poco più per i piccoli risparmiatori, agli italiani non resta che la linea dura. E anche le banche si mettono al fianco dei piccoli investitori: dire no alla proposta. L’offerta argentina è inaccettabile perchè penalizza gli investitori privati e deve essere rivista: questi i contenuti della proposta che arriva dai risparmiatori, disposti a giocare tutte le carte pur di non vedere gran parte dei loro soldi volatilizzarsi. Sempre sulla vicenda giovedì il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco sarà ascoltato sempre alla commissione Finanze per mettere a punto una linea comune italiana sull’offerta. Da Via XX Settembre si attende inoltre un appunto alla presidenza del Consiglio per far chiarezza sui diversi passaggi che hanno portato a questa situazione. TEMPI BREVI PER DARE IL VIA AL RICORSO I risparmiatori intanto lavorano al ricorso e puntano il dito, oltre che contro la Consob, anche contro le banche, preparandosi a iniziative per "accogliere" l’avvio del road show del Paese in Italia (nel nostro Paese partirà il 17 gennaio) e l’offerta di scambio per cercare di farla fallire: è già convocata infatti proprio per lunedì 17 alle 12 a piazza Montecitorio una manifestazione con l’intento di sensibilizzare i parlamentari a un problema che coinvolge circa 450mila risparmiatori italiani che ora si trovano davanti al dilemma: aderire recuperando piccola parte (il 30% circa) del capitale investito o attendere. VIA LIBERA ALLA PROPOSTA ARGENTINA ANCHE DA LUSSEMBURGO E GERMANIA Intanto le autorità di Borsa di altri due Paesi hanno dato il via libera al prospetto argentino: l’ok al prospetto informativo inviato dal governo dell’Argentina è arrivato dalle commissioni di vigilanza delle Borse di Lussemburgo e Germania. Con queste autorizzazioni, che seguono quelle di altre autorità come la Sec statunitense e la Consob italiana, "i creditori di Europa, Stati Uniti e Argentina sono così in condizione" dice un comunicato del ministero dell’Economia "di partecipare al concambio, a partire dalle rispettive giurisdizioni". Il problema resta invece senza soluzione in Giappone. Giorgio La Malfa, presidente della commissione Finanze alla Camera, ha chiarito la sua posizione al riguardo, definendo "gravissima" la proposta dell’Argentina. La Malfa aggiunge che "dalla relazione del dottor Stock e dalla discussione che sul tema delle obbligazioni argentine si avrà in commissione, gli investitori potranno disporre di maggiori elementi nella decisione se accedere o no alla proposta di conversione. Potrà emergere, inoltre, un indirizzo rivolto al governo italiano sull’atteggiamento da tenere in sede bilaterale e nelle sedi multilaterali nei confronti dell’Argentina a seguito della proposta gravissima di penalizzazione dei risparmiatori che negli anni ne hanno sottoscritto i titoli". Il diessino Giorgio Benvenuto ha criticato l’immobilismo del governo: "Mentre aspettiamo l’audizione di Stock non possiamo non rilevare come i 450mila obbligazionisti italiani aspettino ancora un’iniziativa del governo". Sull’Intesa dei Consumatori Elio Lannutti (Adusbef) ha detto: "Entro la settimana sarà pronto il ricorso che presenteremo al Tar" spiega "contro il via libera della Consob al prospetto. Innanzitutto perchè non è trasparente e poi perchè è discriminatorio nei confronti degli investitori. Il problema è che il rimborso è possibile solo per certo tipo di investimenti e, ad esempio, i risparmiatori italiani non hanno mai acquistato bond in pesos. Quindi questo favorirà certamente i risparmiatori argentini ma non gli italiani. Oltretutto si tratta di un’offerta senza limite e che potrà andare in porto anche se aderirà solo il 10% dei possessori di bond. Il Fondo monetario italiano aveva indicato invece una soglia di adesione dell’80%". Insomma si tratta di "un’offerta capestro: chi aderisce potrebbe aspettare fino al 2045 per rientrare in possesso del 30% del proprio investimento. Non esiste, è una farsa". Inoltre i consumatori denunciano "Berlusconi e Siniscalco per il loro silenzio assordante" e invitano il ministro dell’Economia a uscire allo scoperto. VIA AL ROAD-SHOW Dopo il via libero di Germania e Lussemburgo, dunque, l’Argentina non ha più ostacoli legali per dare il via alla ristrutturazione dei bond in default per 81,8 miliardi di dollari nell’intero mercato europeo che, con quello Usa, è ritenuto determinante per il successo dell’operazione. Il ministro dell’Economia Roberto Lavagna sta infatti per presentare (mercoledì 12 gennaio alle 21 in Italia) a 90 invitati "eccellenti" l’offerta che scatterà venerdì prossimo e proseguirà fino al 25 febbraio e che, in linea di massima, stabilisce un taglio del valore presente dei titoli attorno al 66%, anzichè del 75% come aveva sostenuto il governo in un primo tempo. A questo primo "road-show" ne seguiranno un’altra ventina in tutto il mondo (in Italia dal 17 al 21 gennaio, rispettivamente a Roma, Milano e Verona), apparentemente anche in questi casi solo per banchieri o rappresentanti di fondi o di gruppi di creditori. In effetti, pur se gli obbligazionisti privati sono quasi la metà dei possessori di tango-bond in default, il governo preferisce avere a che fare con i creditori istituzionali, sia per evitare eventuali gazzarre sia per raccogliere al più presto sostanziali adesioni. I primi, comunque, per avere spiegazioni sulla complessa operazione, oltre che alle loro banche, potranno rivolgersi a dei call center gestiti dalla Gs Proxilatina. Curiosamente anche gli obbligazionisti argentini dovranno ricorrere a quello di Roma: dove troveranno 50 connazionali e uruguayani pronti a illustrare loro i benefici di accettare l’offerta. E’ appunto a quest’ultimo proposito, ed ora come non mai, che governo e analisti tessono ogni sorta di previsioni. Anche se Lavagna si è guardato bene dal dare percentuali in tal senso, i giornali argentini assicurano che il ministro e il presidente Nestor Kirchner sono ottimisti. Un ottimismo suffragato anche dagli specialisti per due ragioni: la stanchezza dei creditori istituzionali che vogliono togliersi dalla testa il tema dei tango-bond in default e il fatto che l’andamento dei mercati rende più appetibili che mai i titoli che li sostituiranno. Per quanto riguarda l’Europa, l’ex presidente della Banca centrale argentina, Aldo Pignanelli ha assicurato: "Le ultime settimane ho visitato vari Paesi europei e, a mio avviso, almeno il 60% degli obbligazionisti accetterà l’offerta, mentre tra il restante 40% vi è ancora molta incertezza".

12/01/2005

Documento n.4372

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