CUNEO FISCALE: BRAVO PRESIDENTE PRODI ! NON SOLO LE BANCHE....

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COMUNICATO STAMPA CUNEO FISCALE: BRAVO PRESIDENTE PRODI ! NON SOLO LE BANCHE, MA ANCHE LE ASSICURAZIONI E TUTTE LE IMPRESE MONOPOLISTICHE (AUTOSTRADE, ENEL, ENI, ITALGAS,ECC.) CHE HANNO MACINATO UTILI AL RIPARO DELLA CONCORRENZA SULLA PELLE DEI CONSUMATORI, DEVONO ESSERE TAGLIATE FUORI DA BENEFICI. CUNEO FISCALE DEVE ESSERE SELETTIVO (NON A PIOGGIA) PER GIUSTIZIA, EQUITA’ SOCIALE E REDISTRIBUTIVA, MA SOPRATTUTO PER SUPERARE GAP COMPETITIVO. Mentre i consumatori,anche con il pretesto dell’euro,hanno subito la più grande rapina del secolo con un gigantesco trasferimento di ricchezza,stimato in 70 miliardi di euro dal 1 gennaio 2002, ad opera di tutti quei soggetti che hanno avuto la facoltà di determinare prezzi e tariffe letteralmente raddoppiati in moltissimi casi,le imprese,specie quelle non soggette ad un regime di concorrenza (banche,assicurazioni,autostrade,monopoli ed oligopoli elettrici e del gas), hanno vissuto l’Eldorado, macinando utili stratosferici,di 50 miliardi di euro l’anno, stimati in oltre 200 miliardi di euro soltanto negli ultimi 4 esercizi (dal 2002 al 2005). Secondo l’ultimo rapporto di Mediobanca,che ha esaminato i bilanci dei 35 maggiori gruppi nel 2005,il gotha dell'Azienda Italia ha messo a segno una consistente crescita dei profitti, aumentati del 71,6% a quota 26 miliardi di euro,rispetto ad un fatturato totale attestato a 300 miliardi di euro. I profitti, però, sono rimasti concentrati nell'energia e nei servizi (84%), con l'industria tout court a pesare per il 16 per cento. Gli utili dei gruppi dell'energia, grazie all'impennata del prezzo del greggio, sono aumentati del 49%, quelli dei servizi del 22% e quelli prettamente industriali del 72% (grazie soprattutto al rilancio della Fiat). Per le banche gli utili sono cresciuti del 52%, per le assicurazioni del 21 per cento. Nell'industria, oltre al Lingotto, si è messa in grande evidenza Tenaris, con l'utile corrente al +152 per cento. È la fotografia scattata dall'edizione 2006 dell'annuario "R&S" di Mediobanca, alla sua trentunesima edizione. Sotto la lente dell'ufficio studi di Piazzetta Cuccia i 50 maggiori raggruppamenti societari quotati (35 industriali, 10 bancari, 5 assicurativi) in termini di capitale investito, valore aggiunto e capitalizzazione: in pratica, il 90% circa dei gruppi quotati a Piazza Affari. Oltre a beneficiare di consistenti profitti, realizzati prevalentemente su un aumento dei costi dei servizi, il settore bancario ha avuto una legislazione di favore sotto il profilo delle imposte: dai dati (Fonte Bankitalia – Supplementi al Bollettino statistico),si evidenzia un effettivo abbattimento delle tasse operato dal precedente governo a favore del settore bancario: SETTORE BANCARIO (FONTE BANKITALIA) UTILE LORDO (in miliardi euro) 1999: 16,439 2000: 22,684 2001: 18,649 2002: 15,917 2003: 15,832 2004: 20,863 2004/1999: + 26,91 % IMPOSTE DIRETTE (in miliardi di euro) 1999: 6,490 2000: 8,586 2001: 7,416 2002: 6,022 2003: 4,737 2004: 5,706 2004/1999: - 12,08 % INCIDENZA % DELLE IMPOSTE DIRETTE SULL’ UTILE LORDO 1999: 39,48 % 2000: 37,85 % 2001: 39,77 % 2002: 37,83 % 2003: 29,92 % 2004: 27,35 % Come si vede, l’incidenza delle imposte dirette sull’utile lordo è passato dal 39,77 per cento del 2001 al 27,35 per cento del 2004. Adusbef ritiene improcrastinabile un recupero di tali regalie ad un settore che, nel 2005 ha visto ulteriormente crescere gli utili del 52 per cento,non certo grazie alla bravura dei banchieri nella gestione del risparmio,ma soprattutto per politiche predatorie: Milano Finanza ha calcolato che le prime 20 banche (su 784 operative nel 2005), abbiano avuto utili “netti” superiori a 10 miliardi di euro. Il cosiddetto “cuneo fiscale”, che sarà inserito in finanziaria,non può essere erogato a pioggia indistintamente tra quelle imprese,come le assicurazioni,le aziende erogatrici di servizi pubblici elettrici,del gas e delle autostrade,che hanno macinato profitti al riparo dalla concorrenza e le banche,che tramite la loro associazione (ABI),mentre promettono una eventuale diminuzione dei costi dei servizi bancari in cambio di benefici fiscali per 1,3 miliardi di euro, inviano circolari alle loro associate con l’invito ad eludere ed aggirare l’art.10 del decreto Bersani,che impone la stessa simmetria sui tassi quando la Bce aumenta il costo del denaro,sia sugli impieghi che su deposti bancari,fissati al tasso dello 0,00125 per cento. Come dimostra la tabella allegata,l’incidenza percentuale delle imposte dirette sull’utile lordo delle banche, ha accentuato la sua curva di riduzione,specie negli ultimi anni,dal 39,7 per cento del 2001, al 27,35 per cento del 2004, contribuendo ad un aumento degli utili del sistema bancario. Sarebbe beffardo sprecare l’occasione irripetibile del cuneo fiscale,in una fase di congiuntura sfavorevole e di sacrifici indistinti che la manovra finanziaria riverserà sui cittadini più vulnerabili che hanno subito una forte decurtazione del potere di acquisto, senza effettuare (come Adusbef aveva già chiesto) un’attenta selezione per le imprese più deboli e marginali, oltre ad un 50 per cento, che deve andare ai lavoratori, finalizzato anche al rilancio dei consumi. Il Presidente Elio Lannutti Roma,4 settembre 2006

04/09/2006

Documento n.6281

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