CRACK CIRIO: MENTRE LA PROCURA DI MILANO CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE, IL TRIBUNALE DI MONZA (GIUDICE GIUSEPPE AIROLDI) INIZIA OGGI IL PROCESSO
CRACK CIRIO: MENTRE LA PROCURA DI MILANO CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE, IL TRIBUNALE DI MONZA (GIUDICE GIUSEPPE AIROLDI) INIZIA OGGI IL PROCESSO, CHE VEDRA’ ADUSBEF COSTITUITA PARTE CIVILE ASSIEME AI RISPARMIATORI ! CIRCA 10.000 RISPARMIATORI SU 35.000 COINVOLTI,SONO RIMASTI SODDISFATTI DELLE OFFERTE DI INDENNIZZO DELLE BANCHE AI TAVOLI DI CONCILIAZIONE, PER GLI ALTRI 25.000 SI APRE LA STRADA DELLA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE. Inizia oggi al Tribunale di Monza (udienza monocratica - Giudice Dott. Giuseppe Airoldi) la prima udienza del processo per la negoziazione dei bond CIRIO che vede imputati alcuni dirigenti di BANCA INTESA SPA e di CABOTO HOLDING SIM SPA. Il processo origina dalla corposa indagine effettuata dal P.M. Dott. Walter Mapelli che ha ipotizzato il reato di truffa a danno della ignara clientela “retail” della Banca, che si è vista appioppare i bond che invece potevano essere venduti esclusivamente ad investitori istituzionali,banche,Sim,ed altri intermediari finanziari,in grado di valutare la rischiosità dell’investimento. Questo processo è estremamente importante perchè per la prima volta in Italia si ipotizza chiaramente che i bond non dovevano essere smerciati agli ignari risparmiatori e che la banca ne ha tratto un profitto. “Sperando che si riesca finalmente a fare chiarezza sulla vicenda, invitiamo tutti coloro che hanno acquistato i bond CIRIO presso sportelli di BANCA INTESA nel periodo tra il marzo 2000 e il novembre 2001 a costituirsi parte civile nel processo”.- ha dichiarato l’avv. Marisa Costelli,delegata Adusbef per la Lombardia,incaricata di preparare la costituzione di parte civile e di seguire il processo. Il marchio CIRIO è stato per decenni tra i più famosi e caratteristici marchi italiani. Nel 2003 le principali società del Gruppo CIRIO, guidato da Sergio Cragnotti, sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Roma e oltre 35.000 obbligazionisti sono rimasti con un pugno di mosche in mano.Per lo più sono risparmiatori "deboli", gente che ha acquistato dalle banche obbligazioni che in realtà erano destinate agli investitori istituzionali. Erano titoli privi di rating e senza prospetto informativo, come richiesto dalla Consob per il collocamento presso il pubblico.Gli istituti di credito sotto accusa sono quattro, quelli che hanno partecipato al consorzio: Capitalia, Credem, Unicredito e Banca Intesa. Ma sono 55 gli istituti di credito che nel biennio 2000-2002 hanno provveduto a piazzare i Cirio-Bond sul mercato. L’ADUSBEF ha subito preso una posizione durissima nei confronti di coloro che hanno truffato migliaia di risparmiatori mettendo in crisi intere famiglie,indotte ad investire l’intera liquidazione o i risparmi di una vita di lavoro in obbligazioni truffaldine,emesse con la finalità di far rientrare le banche dalle incaute concessioni di credito,allegramente elargite a Cagnotti & Soci. Sullo scandalo Cirio,sul quale indaga anche la Procura di Roma,alcune banche hanno aperto tavoli di conciliazione con le associazioni di consumatori,tavoli ancora attivi che hanno visto la partecipazione di circa 18.000 casi trattati,su un totale di 35.000. Circa 10.000 investitori in Cirio bond,ai quali è stato offerto l’indennizzo,sono rimasti soddisfatti dell’offerta di conciliazione,ma per gli altri risparmiatori insoddisfatti e per quelli ai quali non sono state prospettate,dalle banche, tali possibilità di risoluzione stragiudiziaria della controversia,si apre la strada della costituzione di parte civile per far valere in via giudiziale i propri diritti. Il Presidente Elio Lannutti Roma,11.7.200511/07/2005
Documento n.4852