“CONTI DORMIENTI”: TROPPA CONFUSIONE NELLA PENOMBRA DELLE BANCHE.
COMUNICATO STAMPA “CONTI DORMIENTI”: TROPPA CONFUSIONE NELLA PENOMBRA DELLE BANCHE. NESSUNA OPERAZIONE DA GOSPLAN SOVIETICO O ESPROPRIO PROLETARIO DEI RISPARMI, CHE RESTANO A DISPOSIZIONE DEGLI AVENTI TITOLO,MA UN EQUO E GIUSTO UTILIZZO,DI FONDI DIMENTICATI DEI CITTADINI, PER FINALITA’ SOCIALI. Sui depositi dormienti giacenti nelle casseforti delle banche e mai rivendicati dagli aventi titolo,si sta scatenando una indecorosa rissa,sia sulla loro quantità che sul loro utilizzo. Adusbef,che dal 1991 (dopo il decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, recante provvedimenti urgenti per limitare l'uso del contante e dei titoli al portatore nelle transazioni e prevenire l'utilizzazione del sistema finanziario a scopo di riciclaggio); ha effettuato le prime stime sui cosiddetti “conti dormienti”,“silenti”, o dei “morti”,come quelli utilizzati da Fiorani durante la scalata ad Antonveneta, ossia depositi di denaro, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, assegni circolari smarriti e mai rimborsati, titoli azionari o obbligazionari appartenenti a persone decedute o scomparse, che non risultano più movimentati da decenni, ha posto il problema in finanziaria al Senato, per evitare vengano disinvoltamente incamerati dalle banche per proprie utilità. Adusbef,che dal 1991,all’indomani della legge antiriciclaggio, ha effettuato ed aggiornato puntualmente le sue stime sui “conti perenti” basati sulla totalità dei depositi, che sono arrivati a superare i 15 miliardi di euro,ha elaborato un emendamento alla finanziaria,presentato dal senatore Fernando Rossi,per attivare urgenti procedure sui fondi dormienti,stabilendo che i conti correnti o i depositi a risparmio,nominativi e/o al portatore, depositati nelle banche e/o alla Posta non movimentati da almeno 10 anni e per le quali non sia più possibile rintracciare il legittimo proprietario, vengano trasferiti presso la Cassa Depositi, alimentando un fondo di pubblica utilità, che resta a disposizioni degli aventi diritto, che possono in qualsiasi momento rivendicarlo. I fondi dormienti, stimati in 10 miliardi di euro da Bankitalia,che non sono delle banche e della Poste, ma sono stati confiscati da banche e Poste al pubblico degli utenti, anche per l’inerzia di quelle Autorità vigilanti che avevano quantomeno il dovere di quantificarli nella Matrice dei Conti, non vengono affatto espropriati ai legittimi eredi, ma trasferiti e sottratti alla disponibilità delle banche, che nel silenzio assenso hanno effettuato una indebita appropriazione, devono tornare quindi nelle pubbliche disponibilità ed essere utilizzati per finalità sociali, interessi collettivi e/o di pubblica utilità. “L'impiego dei fondi dormienti, non possono da soli bastare a risolvere il problema dei precari nella pubblica amministrazione”- come ha detto oggi il ministro Bersani- ma possono contribuire anche ristorare le vittime delle banche ed aiutare i lavoratori ad uscire dalla precarietà: chi parla di esproprio e/o di economia di guerra,oltre a difendere gli interessi delle banche,non sa di che cosa parla. Questa la formulazione,che se approvata,salvaguarda i diritti degli eredi,anche tra 20 anni: “I depositi di qualunque specie e natura giacenti presso banche, società finanziarie iscritte nell'Elenco speciale di cui all'art. 107 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385 e società finanziarie disciplinate dal d.lgs 24 febbraio 1998, n. 58 e delle Poste SPA, che non siano stati oggetto di alcuna movimentazione nei dieci anni successivi alla loro costituzione, debbono essere comunicati, con riferimento alla data del 31 dicembre di ciascun anno, alla Banca d'Italia, nella loro tipologia e nel loro ammontare, in apposita voce della Matrice dei Conti. La Banca d'Italia provvederà, con proprio provvedimento, alla individuazione e disciplina di siffatta voce della Matrice dei Conti per trasmetterla al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le attività in essere in detti depositi, con le modalità e nei termini stabiliti con decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, dovranno confluire, entro 90 giorni dalla data di riferimento di cui al comma precedente, in apposito conto detenuto presso la Cassa Depositi e Prestiti, ai fini della realizzazione di infrastrutture pubbliche e/o di opere di pubblica utilità sociale,di stabilizzazione dei lavoratori ,specie se giovani e di salvaguardia della difesa dell’ambiente e del territorio. Sono fatti salvi gli eventuali diritti dei depositanti e dei loro aventi causa sulle attività detenute nei depositi di cui al comma primo. Essi possono essere fatti valere, nei limiti delle disponibilità comunicate per ciascun soggetto, nei confronti del Ministero dell'Economia e delle Finanze”. Elio Lannutti (Presidente Adusbef) Roma,11.12.200611/12/2006
Documento n.4479