Consulta. Illegittima la norma: "Incerto il conducente? Colpito il proprietario"
PATENTE A PUNTI: LA CONSULTA DICHIARANDO ILLEGITTIMA LA NORMA, CONTESTATA CON NUMEROSI RICORSI DALLE ASSOCIAZIONI DI INTESACONSUMATORI AI GIUDICI DI PACE, SULL’OBBLIGO DI FORNIRE NOME E NUMERO DELLA PATENTE DEL GUIDATORE IN CASO DI INFRAZIONE, RESTITUISCE CERTEZZA A QUEL DIRITTO CALPESTATO DA UN GOVERNO, CHE VOLEVA FONDARE LA DETERRENZA SULL’OBBLIGO DELLA DELAZIONE. DOPO QUESTA SENTENZA,INTESACONSUMATORI PROPONE DI DETRARRE, ALMENO 15 PUNTI DALLA PATENTE DEL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE LUNARDI, E DEL VICE MINISTRO TASSONE,CHE HA CRITICATO SERIA DECISONE CONSULTA. Intesaconsumatori,pur approvando i principi della patente a punti per contrastare le violazioni al codice della strada che produce una catastrofe di 7.000 morti e 300.00 feriti l’anno,aveva duramente contestato quella norma che prevedeva di addossare ai proprietari dei veicoli l’obbligo di fornire numero di patente e nome del guidatore in caso di infrazione. Obbligo di delazione a parte,prevista negli ordinamenti autoritari non certo nelle costituzioni democratiche,non rendeva agevole identificare il guidatore da parte del proprietario del mezzo nel caso di violazione del limite di velocità, contestata da apparecchi rilevatori automatici 3-4 mesi precedenti alla notifica,né era accettabile che la decurtazione dei punti della patente fosse automaticamente addebitata all’intestatario del mezzo. L’art. 126 bis,secondo comma del Codice della strada, nella parte in cui prevede che, in caso di mancata identificazione del trasgressore, i punti devono esser tolti al proprietario del veicolo, salvo che questi non comunichi, entro 30 giorni, il nome e la patente di chi guidava in quel momento l’auto,dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale restituisce certezza del diritto ad una normativa illecita non prevista da nessun ordinamento di uno stato democratico. Dopo che la Corte Costituzionale ha stabilito che se non vi è l’identificazione del guidatore, resta l’ obbligo per il proprietario di fornire, entro 30 giorni, il nome e il numero della patente di chi ha commesso la violazione, ma se ciò non avviene a carico del proprietario dell’auto scatta solo la sanzione pecuniaria, e non quella accessoria della decurtazione dei punti, Intesaconsumatori che aveva aspramente criticato la vessatorietà dell’art.126 del Codice della strada,propone che vengano detratti almeno 15 punti sulla patente del ministro delle infrastrutture Lunardi e del vice ministro Tassone,che ha affermato,criticando la decisione della Consulta,che tale sentenza metterebbe a rischio la sicurezza. Dopo tale sentenza della Consulta, Intesaconsumatori ritiene che le migliaia di automobilisti ai quali sono stati detratti i punti della patente o perché non hanno ricordato o perché si sono rifiutati di fare i delatori,hanno diritto di rivalsa e di congruo risarcimento danni verso il ministero delle Infrastrutture che non ha voluto mai ascoltare le ragioni degli utenti e dei consumatori.24/01/2005
Documento n.4398