Comunicati stampa - Ottobre 2002
COMUNICATO STAMPA FONDAZIONI BANCARIE: ADUSBEF HA IMPUGNATO LA LEGGE TREMONTI AL TAR DEL LAZIO CHE DISCUTERA? IL RICORSO IL 6 NOVEMBRE P.V. La legge ?Tremonti? ed i regolamenti attuativi di disciplina delle Fondazioni bancarie,sono state impugnate da Adusbef al Tar del Lazio,che discuterà il ricorso il prossimo 6 novembre. In Italia le Fondazioni bancarie sono 89 ed amministravano nel 2000, un patrimonio complessivo pari a 35,4 miliardi di euro. Esso si concentra per oltre la metà nelle prime cinque Fondazioni, per i due terzi nelle prime 10: Fondazione Carialo, Fondazione Monte dei Paschi, Compagnia S. Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Genova. La distribuzione del patrimonio per aree geografiche evidenzia una quasi totalitaria presenza nel settentrione del Paese e nel Centro. La distribuzione geografica è la seguente: Nord-Ovest: 17 Fondazioni 41,5 per cento del patrimonio; Nord-Est: 30 Fondazioni 22 per cento del patrimonio; Centro: 31 Fondazioni 32 per cento del patrimonio; Sud e Isole: 11 Fondazioni 4,1 per cento del patrimonio. In quasi dieci anni, le Fondazioni hanno ridotto la loro quota media di partecipazione nelle banche conferitarie, passando dall?originario 100 per cento al 26,3 per cento. Nel 2000 la redditività netta del patrimonio delle Fondazioni è pari al 5,5 per cento. Se si considera anche il contributo dei proventi straordinari la redditività netta complessiva registrata nel 2000 è superiore al 7 cento. Il totale dei redditi ordinari è pari a 1,8 miliardi di euro. L?ammontare complessivo deliberato per le erogazioni nell?anno 2000 è stato di 936 milioni di euro. Nella scelta delle tipologie di intervento, vengono privilegiati quelli volti a creare beni durevoli a beneficio della collettività. Per quanto attiene ai settori di destinazione delle erogazioni, la distribuzione delle risorse è la seguente: arte e cultura 34,6 % centri di servizio per il volontariato 14,3 % istruzione 13,4 % assistenza sociale 13 % sanità 9 % ricerca scientifica 6,5 % Le risorse residue, destinate a settori diversi e soprattutto volte alla promozione ed allo sviluppo delle comunità locali, si attesta sull?8,8 per cento. Con riferimento all?area territoriale interessata all?attività erogativi delle singole Fondazioni, permane l?assoluta predominanza dei progetti realizzati all?interno della regione di appartenenza (95 % del totale erogato, di cui il 79 % nell?ambito della propria Provincia). In tal modo,la quota delle risorse destinate complessivamente al Nord è pari al 79,6 % del totale erogato contro il 17,2 % indirizzato al Centro Italia ed il 3,2 % assegnato al Mezzogiorno. Il regolamento ?nordista? delle fondazioni toglie al mezzogiorno - che più ne avrebbe bisogno - risorse indispensabili per un equilibrato sviluppo: le banche raccolgono al sud per impiegare nelle aree già floride del Paese. Per tali ragioni, e per fondate e rilevanti accezioni di incostituzionalità delle norme primarie, Adusbef ha chiesto al TAR del Lazio di sospendere l?efficacia del provvedimento. Roma, 31 ottobre 2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI L'INTESA DEI CONSUMATORI APPOGGIA LE RICHIESTE DI FEDERFARMA SUI FARMACI GENERICI IN ITALIA I PREZZI DEI FARMACI SONO TROPPO ALTI: ANCHE L?INTESA CHIEDE UNA RIDUZIONE DEI PREZZI, L?AUMENTO DEL NUMERO DI FARMACI GENERICI E LA DIMINUZIONE DEI TEMPI DEI BREVETTI Sulle pagine di alcuni quotidiani compare oggi un messaggio lanciato dalla Federfarma (Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiani), con cui si fanno alcune richieste al Governo finalizzate a ridurre i costi dei farmaci. Nel corso degli anni più volte, e per varie ragioni, le associazioni dei consumatori si sono trovate contrapposte ai farmacisti; in questo caso però le stesse associazioni non possono che trovarsi d?accordo con le tesi della Federfarma, visto l?obiettivo comune: la tutela del cittadino. L?Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) appoggia le richieste dei farmacisti al Governo, ritenendo anch?essa eccessivo il prezzo dei farmaci in Italia. Secondo il cartello delle 4 associazioni, è necessario intervenire, come sostenuto da Federfarma, su due piani: innanzitutto ridurre i prezzi dei farmaci. In secondo luogo, interventi strutturali come la diminuzione della durata dei brevetti, durata che grava sulle tasche dei cittadini italiani. Ma soprattutto, sostiene l?Intesa, occorre incentivare l?uso dei farmaci generici, i quali consentono ai cittadini ingenti risparmi, ed aumentarne il numero sul mercato e la fruibilità da parte degli utenti. A tal proposito l?Intesa fa un appello a Federfarma affinché, attraverso un incontro, si stabiliscano dei criteri per promuovere assieme una campagna informativa, rivolta ai cittadini, volta ad incentivare l?uso dei farmaci generici. Roma, 29/10/2002 COMUNICATO STAMPA MAGGIOR PARTE DEI RICORSI A OMBUDSMAN A FAVORE BANCHE, E? LA PROVA PROVATA CHE E? UN ORGANISMO DI PARTE E CHE SPESSO PRENDE IN GIRO I CONSUMATORI. I ricorsi presentati dagli utenti,dal maggio '93 al maggio 2002, sono stati 16.532, 1.655 archiviati e, dei 15.274 definiti solo 3.993 sono stati favorevoli ai clienti, contro i 4.574 favorevoli alle banche. Quelli dichiarati inammissibili sono 5052, mentre per 3.295 dei ricorsi favorevoli al ricorrente, si e' arrivati ad un accordo tra le parti. Queste cifre sono la prova provata che l?Omdusman è un organismo di parte, che prende in giro i consumatori perché spesso i tempi di risposta superano lungamente quelli canonici definiti in 90 giorni, mentre a volte, dopo sei mesi di distanza dal ricorso, l?Ombudsman non dà segni di vita. L'Ombudsman e' un collegio di 5 persone, il cui presidente viene nominato dalla Banca d'Italia mentre due componenti sono di nomina del presidente dell'Abi, uno del consiglio nazionale forense e uno del consiglio nazionale dei dottori commercialisti. ?Se la cantano e se la suonano? ha affermato Adusbef che invita i cittadini, intenzionati a difendersi dalla protervia delle banche e dei ?finti difensori dei clienti?, a ricorrere al giudice di pace ed ai Tribunali della Repubblica, dopo aver consultato preventivamente le associazioni dei consumatori. Roma, 28 ottobre 2002 COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADUSBEF, FEDERCONSUMATORI E CODACONS LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI CHIEDONO L'INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA PER LE VOTAZIONI SULLA LEGGE CIRAMICHIESTO AL PRESIDENTE PERA DI ATTIVARE I QUESTORI DEL SENATO ADUSBEF, FEDERCONSUMATORI E CODACONS hanno chiesto oggi, con un telegramma al Procuratore Capo della Repubblica di Roma, Vecchione, di sequestrare le cassette della puntata di ieri di "Striscia la notizia" con le immagini del c.d. "pianisti" durante il voto in Parlamento sulla legge Cirami. "Non intendiamo assolutamente entrare nel merito del contenuti della legge Cirami, che possono essere approvati e disapprovati - hanno dichiarato i Presidenti delle tre Associazioni - ma non possiamo rimanere inerti di fronte ad apparenti pesanti violazioni del principio della rappresentanza e della correttezza delle procedure di voto parlamentare. Tali principi, infatti, sono a base della democrazia e del diritto assoluto dei cittadini di esprimere, attraverso i propri rappresentanti eletti e non con trucchi o sostituzioni non approvate, la propria volontà sovrana". Si tratta di riaffermare con forza, al di là di qualsiasi contenuto di ciò che si è votato, l'obbligo delle istituzioni, anche le più alte, di rispettare i cittadini elettori e pervenire alla formazione delle leggi in modo trasparente e corretto. Ciò innanzitutto per la certezza del diritto e per la possibilità poi di imporre a tutti il rispetto di quelle stesse leggi una volta promulgate. Al Procuratore di Roma le tre associazioni chiedono di accertare i fatti proprio in difesa della corretta approvazione della legge e di escludere la commissione di eventuali reati connessi con la falsificazione di voti di assenti. Analoga richiesta è stata rivolta al Presidente del Senato Pera affinché attivi una inchiesta da parte di Questori del Senato. Roma, 26.10.2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI FARI ACCESI ANCHE IN CITTA?? MA LUNARDI NON HA ALTRO DA..."FARI"? L?INTESA DEI CONSUMATORI STRONCA LA PROPOSTA DI LUNARDI: UN?INUTILE FOLLIA CHE FARA? SPENDERE AGLI AUTOMOBILISTI OLTRE 3.000 MILIARDI DI VECCHIE LIRE ALL?ANNO L?Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) boccia senza appello l?iniziativa del Ministro per le infrastrutture Lunardi che imporrà l?obbligo dei fari accesi di giorno anche in città. Come è noto proprio nelle città si fa il maggior utilizzo dell?automobile, e i tempi di percorrenza in auto, nelle metropoli, si allungano a causa del traffico quotidiano. Quindi questo provvedimento, sostiene l?Intesa, farà spendere agli automobilisti italiani, in termini di consumi energetici, oltre 3.000 miliardi di vecchie lire ogni anno (che si aggiungono ai 1.000 miliardi per le tratte autostradali ed extraurbane), e non porterà alcun beneficio. Non solo infatti l?obbligo dei fari accesi grava sulle tasche dei cittadini, ma addirittura, secondo una recente indagine, aumenta il numero di incidenti sulle strade (a quanto risulta all?Intesa, molti tamponamenti sarebbero stati causati dalla difficoltà nel vedere gli stop, difficoltà causate proprio dai fari delle macchine che si incrociano, accesi inutilmente di giorno). Ma possibile che Lunardi non abbia altro da??fari?? Si domandano le 4 associazioni dell?Intesa. Anziché insistere su questa misura, che pare avvantaggiare solo le industrie del settore, il ministro potrebbe rivolgere i suoi sforzi in direzioni più utili, ad esempio migliorando la rete autostradale italiana e quella ferroviaria, entrambe obsolete e al limite del fatiscente, e incentivare l?utilizzo del casco e della cintura di sicurezza. Infine, conclude l?Intesa dei consumatori, l?obbligo dei fari accesi di giorno anche in città, così come altri provvedimenti voluti dal Ministro Lunardi, avrà pesanti ripercussioni sul tasso d?inflazione. A questo, il Ministro, aveva pensato? Roma, 25.10.2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI I CONTRATTI DI ACQUISTO DEI BOND ARGENTINI SONO NULLI!! I SOLDI INVESTITI DEVONO ESSERE RESTITUITI DALLE BANCHE AI RISPARMIATORI SI ATTENDE ORA IL PROVVEDIMENTO DELLA CONSOB Il Cita (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) ha sufficienti elementi per ritenere che le banche, le sim, e i singoli intermediari finanziari abbiano violato le norme di legge del Testo Unico finanziario e del regolamento Consob n.58/98 sia al momento della stipula del contratto di investimento in titoli argentini, che nell?esecuzione dello stesso. Tra le principali violazioni, sostiene il Cita, troviamo: 1) La mancata consegna del prospetto informativo; 2) La mancata indagine circa la propensione al rischio dei risparmiatori; 3) La mancata informazione sulla natura del titolo acquistato; 4) Omissioni e violazioni di altra natura da parte dei soggetti promotori. La violazione di tali precetti normativi, a detta del Cita, legittimerebbe il risparmiatore ad esercitare un?azione di nullità del contratto per illiceità della causa dello stesso (art. 1343 e 1418 cod. civile). Con tale azione si otterrebbe la restituzione integrale di quanto investito. Oltremodo si configurerebbe un?ipotesi di risarcimento danni extracontrattuale per falsa informazione ai sensi art. 2043 del codice civile. In attesa della pronuncia della Consob sulla denuncia presentata dal Cita contro gli istituti finanziari e le banche, Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori invitano i risparmiatori coinvolti nel crack dei titoli argentini a contattare le stesse al fine di avviare la procedura per riavere indietro i soldi perduti. Roma, 23.10.2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI INFLAZIONE: PER ABBATTERE IL CARO VITA OCCORRONO INTERVENTI STRUTTURALI SU PREZZI E TARIFFE ECCO LE PROPOSTE ANTI-INFLAZIONE DELL?INTESA DEI CONSUMATORI C?E? UNO SCARTO NON INDIFFERENTE TRA INFLAZIONE REGISTRATA E INFLAZIONE PERCEPITA Il carovita sta colpendo fortemente le capacità di acquisto delle famiglie. Dai dati ISTAT risulta un abbattimento del reddito annuo pari a 705 Euro e per le associazioni almeno oltre 1000. E perciò più che mai necessario intervenire su prezzi e tariffe con misure congiunturali e strutturali. Ecco ciò che, per l?Intesa dei consumatori, si può fare immediatamente: 1) promuovere accordi con tutti gli esercenti e categorie professionali per il blocco o la diminuzione dei prezzi. 2) Abbassare l?IVA sul gas da riscaldamento dal 20% al 10% tramite decreto 3) Utilizzare tutti gli strumenti a disposizione perché le tariffe non superino il tasso d?inflazione programmata dell? 1,4% (autostrade, ferrovie ecc.) 4) Definire da parte del Governo , dopo anni di controversie, il tasso applicato ai cosiddetti mutui agevolati, oggi attorno ad una media del 17% in pieno campo usurario e portarlo sotto l?8% come già applicato ai mutui ordinari. Questa manovra sgraverebbe di molte centinaia di migliaia di euro le famiglie e inoltre permetterebbe investimenti in edilizia popolare con effetti di calmieramento degli affitti. 5) Bisogna inoltre accelerare le riforme in questi settori: · nel commercio e nella distribuzione al dettaglio prevedendo spazi di vendita diretta nella filiera ortofrutticola da parte dei produttori. · Nelle assicurazioni le cui polizze RC Auto possono essere ridotte del 26% con le proposte che l?Intesa ha fatto al Governo ed alle Commissioni Parlamentari · Nel settore elettrico e del gas anche attraverso il potenziamento del ruolo dell?Acquirente Unico, settori in cui abbiamo tristi primati a livello europeo sulle tariffe · Nel settore della distribuzione dei carburanti che se razionalizzato seriamente può comportare una riduzione di 5cent al litro e se inoltre allargato alla grande distribuzione, ulteriori 5 centesimi di euro. Mai, conclude l?Intesa dei consumatori, lo scarto tra inflazione ?percepita? dai consumatori e inflazione ?rilevata? dall?Istat è stato così ampio. Una situazione questa che riporta in prima linea i rilevamenti dei prezzi effettuati dai Comuni di tutta Italia e le relative critiche al sistema d reperimento dei prezzi. Critiche accentuate dal fatto che, ad esempio, oltre l?Istat, anche il Comune di Roma ha rifiutato di fornire all?Intesa la documentazione relativa alle rilevazioni prezzi effettuate nella capitale. Roma, 23.10.2002 COMUNICATO STAMPA ? INTESA DEI CONSUMATORI NO AI FARI ACCESI DI GIORNO SU AUTOSTRADE E STRADE EXTRAURBANE L?INTESA DEI CONSUMATORI, CHE AVEVA DENUNCIATO LA DANNOSITA? DEL PROVVEDIMENTO DEI FARI, NE CHIEDE LA REVOCA ANCHE ALLA LUCE DEI DATI SULL?AUMENTO DEGLI INCIDENTI SULLE STRADE CON I FARI ACCESI ANCHE DI GIORNO AUMENTANO GLI INCIDENTI E I COSTI PER GLI AUTOMOBILISTI. A CHI I VANTAGGI? L?Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) era già scesa in campo contro il provvedimento voluto dal Ministro delle Infrastrutture Lunardi che ha introdotto l?obbligo dei fari accesi anche di giorno su autostrade e strade extraurbane. La conferma alle tesi sostenute dall?Intesa è arrivata da una recente ricerca secondo cui gli incidenti sulle strade, dopo l?introduzione dell?obbligo dei fari accesi, sarebbero aumentati del 6%. A quanto risulta all?Intesa, molti tamponamenti sarebbero stati causati dalla difficoltà nel vedere gli stop, difficoltà causate proprio dai fari delle macchine che si incrociano, accesi inutilmente di giorno. Se a tutto ciò si aggiunge la ricerca fatta dall?Intesa dei consumatori, secondo cui i fari accesi fanno spendere in un anno, in termini di consumo energetico, 1.000 miliardi di vecchie lire in più agli automobilisti italiani (25,82 euro a testa), ci si domanda quale sia l?utilità di questo provvedimento, che appare dannoso per la collettività e ad unico vantaggio delle industrie del settore. Per questi motivi le 4 associazioni chiedono al Ministero delle Infrastrutture di fare un passo indietro, ritirando al più presto, nell?interesse dei cittadini, il provvedimento che impone l?obbligo dei fari accesi anche di giorno. Ma la battaglia intrapresa dall?Intesa dei consumatori per tutelare la sicurezza nei trasporti non finisce qui. I troppi (e troppo) frequenti incidenti ferroviari che caratterizzano il trasporto su rotaie italiano, e di cui si ha quotidianamente notizia leggendo le cronache cittadine, impongono una riflessione e una presa di coscienza circa le condizioni in cui versano le strutture ferroviarie del nostro paese. Alcune inchieste giornalistiche, tra cui quella trasmessa ieri da Striscia la notizia, hanno mostrato lo stato di fatiscenza dei binari in alcune tratte: traversine divelte, bulloni svitati, strutture obsolete. Caratteristiche che inevitabilmente non possono garantire la sicurezza degli utenti che utilizzano il trasporto ferroviario. L?Intesa dei consumatori chiede quindi un intervento da parte del Ministero delle Infrastrutture e delle Ferrovie dello Stato, per attuare prima di tutto un monitoraggio completo e minuzioso lungo tutta la linea ferroviaria italiana, al fine di individuare le tratte rischiose e le strutture malmesse, e disporre una revisione e manutenzione straordinaria sulle stesse, oltrechè interventi strutturali per rendere il servizio sicuro ed efficiente in tutta la penisola Roma-22-10.2002 COMUNICATO STAMPA ? INTESA DEI CONSUMATORI INFLAZIONE AL 2,7%. L?INTESA DEI CONSUMATORI: AVEVAMO RAGIONE NOI, I PREZZI CONTINUANO A SALIRE! L?AUMENTO DI SPESA DI UNA FAMIGLIA MEDIA ITALIANA SARA? PARI A ? 705,61 (£1.366.257) ADOC, ADUSBEF, CODACONS E FEDERCONSUMATORI, I CUI APPELLI SONO RIMASTI INASCOLTATI, CHIEDONO UN INTERVENTO DEL GOVERNO A TUTELA DEI CONSUMATORI Le previsioni dell?Intesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) si sono avverate: i dati delle città campione vedono salire il tasso d?inflazione su base annua al 2,7% nel mese di ottobre. Segno inequivocabile, afferma l?Intesa, che prezzi e tariffe continuano a levitare senza freni, svuotando le tasche dei consumatori impotenti di fronte a questa escalation. L?Intesa dei consumatori ha inoltre elaborato i dati Istat: ogni famiglia italiana spenderà in un anno, con questo livello di inflazione, complessivamente 705,61 euro in più rispetto lo scorso anno. Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori chiedono un intervento urgente del Governo per tutelare i cittadini e rilanciare i consumi, e ribadiscono le proposte a suo tempo presentate, ossia: 1) ridurre i prezzi e le tariffe; 2) favorire la rottamazione di prodotti inquinanti 3) promuovere accordi con esercenti e categorie professionali per bloccare o diminuire prezzi e tariffe 4) istituire incentivi per i giovani o cooperative di giovani (o organizzati in altre forme ) finalizzate all?apertura di attività commerciali nelle città e incrementare iniziative come quella del prestito d?onore a sostegno dell?imprenditoria giovanile per l?apertura di punti vendita di prodotti locali o artigianali 5) riforma della filiera ortofrutticola prevedendo quote di produzione agricola che arrivi direttamente sui mercati. Altre misure da adottare immediatamente sono la riforma del mercato elettrico, dando impulso all?Acquirente unico che spunti i migliori prezzi per il consumatore, la riforma dell?Rc auto che può dare risparmi ben superiori agli incentivi che il governo intende varare, e, infine, riformare profondamente il settore della distribuzione al dettaglio visto il preoccupante divario che si è aperto fra i prezzi alla produzione e quelli al consumo a partire dai primi mesi del 2002. Roma-22-10.2002 COMUNICATO STAMPA CRISI FIAT: HA RAGIONE FAZIO ! IL DRAMMA FIAT POTREBBE ESSERE STATO CAUSATO DA UNA CONTABILITA? CARENTE. MA DOV?ERA LA BANCA D?ITALIA QUANDO IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO,DEROGANDO A CORRETTI PRINCIPI DI VIGILANZA,CONCEDEVA I DUE TERZI DELL?ESPOSIZIONE FIAT,STIMATA A MAGGIO IN 33 MILIARDI DI EURO ? Interrogato oggi,a margine di un convegno sull?etica (Bankitalia avrebbe proprio bisogno di riscoprirla !), sui motivi che hanno portato la casa torinese a questo punto di crisi, il Governatore ha risposto che il "dramma" Fiat esiste e potrebbe essere stato causato da una "contabilità carente". "Forse - dice Fazio - nasce anche da un uso di aiuti pubblici, di distorsioni di creazione di attività non completamente economiche. Forse anche da una contabilità carente. Per molto tempo non ci si era accorti che queste cose generavano perdite?. Ma dove era la Banca d?Italia quando,derogando a corretti principi di vigilanza nei confronti di una sola azienda,il sistema bancario italiano concedeva alla Fiat crediti pari ai due terzi dell?intera esposizione, che nel maggio scorso aveva un indebitamento lordo pari a 64.000 miliardi di vecchie lire,circa 33 miliardi di euro ? La lenta agonia della Fiat,che dopo aver ricevuto aiuti di Stato pari a 11 mila miliardi di vecchie lire negli ultimi 10 anni,5 mesi fa a maggio 2002, a fronte di una capitalizzazione di 6.000 miliardi di euro,ne aveva 64.000 mila di debiti lordi (per 1 euro di capitale, la Fiat ne aveva oltre 10 di debiti),era ben conosciuta dal top management,dalle banche e dalla Banca d?Italia che si sperticavano tutti in abbondanti dosi di ottimismo La Fiat nell?ottobre del 2000 quotava 28,9 euro ad azione,1 anno dopo (ottobre 2001), il titolo scendeva a 20,209 euro, per arrivare a 12,307 euro nel luglio del 2002 ed a circa 8 euro ad azione negli ultimi giorni: in due anni, il titolo Fiat ha subito un tracollo di 20 euro ad azione ed ha massacrato i risparmi dei piccoli investitori, anche azionisti dipendenti,che sono stati indotti ad abbandonare il reddito fisso,come i sicuri Bot e CCT per le azioni. Adusbef,Codacons,Federconsumatori (facenti parte dell?Intesa dei Consumatori) sollecitano una azione urgente per difendere, con i posti di lavoro, i redditi e quindi i consumi,a patto che non paghino,come sempre i lavoratori ed i cittadini (con gli interventi a carico della fiscalità generale),ma comincino a rispondere le banche,che hanno concesso crediti allegri; il management della Fiat,che ben conosceva la situazione e non ha fatto nulla per prevenirla; le distratte ?come sempre-autorità vigilanti,che non si sono accorte di un crack annunciato ! Roma,15.10.2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI LUNARDI VUOLE FAR PAGARE IL PEDAGGIO AUTOSTRADALE ANCHE AL SUD... L?INTESA DEI CONSUAMTORI REPLICA: SONO GLI AUTOMOBILISTI CHE DEVONO ESSERE PAGATI PER PERCORRERE LE AUTOSTRADE DEL SUD ITALIA! LE 4 ASSOCIAZIONI ATTACCANO LUNARDI E ANNUNCIANO BATTAGLIA: NESSUN PEDAGGIO NEL SUD Molti, nel leggere le dichiarazioni odierne del Ministro Lunardi, secondo cui le tariffe autostradali dovrebbero essere pagate anche al Sud, saranno rimasti a bocca aperta. Il Ministro, a quanto si apprende, avrebbe anche aggiunto: ?E' giusto che se si da' un servizio buono venga pagato da tutti?. Quale sarebbe questo servizio buono? Si chiede l?Intesa dei consumatori. Ogni giorno gli italiani rischiano la vita percorrendo le autostrade fatiscenti e pericolose del sud Italia. Una per tutti la Salerno - Reggio Calabria, dove rallentamenti, cantieri perennemente aperti, strade tortuose che si restringono improvvisamente ne fanno il tratto in assoluto più pericoloso dall?intera rete autostradale italiana, nonché quella col tasso più alto di mortalità. ?Dovrebbero essere gli automobilisti italiani ad essere pagati per percorrere le autostrade del sud!? commentano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, che annunciano battaglia. Le 4 associazioni si opporranno infatti a qualsiasi istituzione di pedaggio nelle autostrade del sud finchè queste non diverranno agibili ed efficienti come quelle del nord Italia, e concludono: ?Infine il Ministro Lunardi, come concilierebbe tali nuovi costi per la collettività col tasso d?inflazione, confermato oggi al 2,6%??. Roma, 14.10.2002 COMUNICATO STAMPA BANCHE E VIGILANZA: LA POLITICA DISATTENTA DELLA BANCA D?ITALIA, HA AZZERATO LE BANCHE MERIDIONALI,PRIMA RISANATE CON COSTOSI INTERVENTI PUBBLICI, POI COLONIZZATE DA BANCHE DEL NORD NEPPURE EFFICIENTI ! IL BANCO DI NAPOLI, RISANATO CON 12.000 MILIARDI DI FONDI PUBBLICI,E? UNA SUCCURSALE DEL S.PAOLO-IMI,CHE NON HA INTERESSI A VOLORIZZARE IL SUD ! MA PROPRIO PER TALI RAGIONI,ADUSBEF INTERVERRA? AL TAR DEL LAZIO, CONTRO IL REGOLAMENTO TREMONTI SULLE FONDAZIONI BANCARIE,?AD ADIUVANDUM? DELL?ACRI E DELLE ALTRE FONDAZIONI RICORRENTI. Il Banco di Napoli,la cui allegra gestione del credito e del risparmio è stata denunciata in tempi non sospetti da Adusbef,dapprima è stato risanato con 12.000 miliardi di vecchie lire di fondi pubblici addossati ai contribuenti e poi colonizzato,per precise volontà della Banca d?Italia (tra l?altro responsabile di omessa vigilanza per non aver vigilato sui buchi di bilancio),al San Paolo-Imi diventando una succursale di Torino. Il Banco di Napoli,magari riuscirà pure a garantire il vino Taurasi,ma avendo spostato gli assetti decisionali al nord,non ha interessi ad erogare linee di credito e ad assistere l?economia meridionale per salvaguardare un futuro al mezzogiorno: dove era la vigilanza quando le banche del sud adottavano politiche allegre nella gestione del credito e del risparmio ? Ma proprio per le ragioni dette dal ministro Tremonti,ossia per la mancanza di banche meridionali, Adusbef ha incaricato il proprio ufficio legale di presentare un intervento ?ad adiuvandum? al Tar del Lazio,nel ricorso preparato dall?Acri e da altre Fondazioni, contro l?esproprio delle autonomie gestionali e decisionali delle Fondazioni bancarie. Poiché il regolamento del ministro Tremonti sulle Fondazioni bancarie,prevedendo una prevalenza dei rappresentanti degli enti locali all?interno degli organi di indirizzo,può determinare una scelta negli investimenti discriminatoria verso aree del Paese che più avrebbero bisogno di tali interventi Il ministro Tremonti dopo aver completamente stravolto con i suoi provvedimenti l?originario assetto giuridico delle Fondazioni bancarie,oggi sembra attribuire lo squilibrio gravissimo che c sarà negli interventi delle Fondazioni bancarie a favore dei cittadini e delle associazioni di volontariato alla mancata vigilanza della Banca d?Italia nei confronti della passata politica scellerata delle banche meridionali Non vi è dubbio che da parte della Vigilanza della Banca d?Italia,nel passato,vi sia stata disattenzione sul settore creditizio meridionale,che annoverava banche di lunga e gloriosa tradizione come il Banco di Napoli ed il banco di Sicilia,che sono state nel passato recente letteralmente spolpate da organizzazioni malavitose di stampo mafioso e camorristico,senza appunto i tempestivi provvedimenti di vigilanza. Tale mancata vigilanza di Bankitalia ha portato non solo gravi danni economici per tutti i cittadini,ma anche alla distruzione delle banche meridionali che sono state acquisite dal San Paolo-Imi (Banconapoli) e dalla Banca di Roma (Banco di Sicilia). L?attenzione riservata da tali gruppi bancari del centro e del nord è stata tuttavia differente in quanto il Banco di Napoli è una mera sigla del Gruppo San Paolo,mentre il Banco di Sicilia sembra essere stato valorizzato visti i risultati di bilancio. Se oggi quindi non vi sarà un intervento significativo per il sud da parte delle fondazioni bancarie del nord,ciò sarà dovuto sia alla disattenzione della Banca d?Italia che soprattutto ai provvedimenti dirigistici e statalistici del ministro Tremonti che ha trasformato nuovamente le fondazioni bancarie in enti pubblici o parapubblici,ed ha riservato la rappresentanza in esse,quindi il comando,agli enti locali del nord. In altri termini le fondazioni bancarie di riferimento di tante banche del nord che hanno acquisito oltre il 50 per cento degli sportelli del meridione,si avvantaggeranno nella raccolta del risparmio dei cittadini del sud per contro lesinando gli impieghi e riserveranno gli interventi per le solo popolazioni delle proprie aree geografiche. Roma,10.10.2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORILa RAI perde ascolti e Saccà chiede di aumentare il canone di 5 euro Gravissime le esternazioni del Direttore Generale della Rai che sono apparse su tutti i giornali. Mentre la sua gestione viene messa sotto accusa da moltissime parti, Agostino Saccà, non trova di meglio che chiedere un aumento che i consumatori contestano perché ingiustificato. Ancora più grave è l?atteggiamento del Direttore Generale che ha prodotto continue censure sia su programmi sia su giornalisti con un depauperamento dei programmi ormai devastante. Giusto, per l'Intesa, contestare ad esempio le puntate di satira a senso unico di Blob, ma non indispensabile la censura totale effettuata sul programma di Rai3. Inoltre, continuano le 4 associazioni, sarebbe opportuno un richiamo ufficiale anche nei confronti di alcuni conduttori tv della rete di stato, come ad esempio Vespa e Marrazzo, che utilizzano il loro strapotere per inserire o escludere a loro piacimento, nelle trasmissioni, ospiti e associazioni, in barba alle norme sul diritto d'accesso al servizio pubblico televisivo. L?Intesa dei consumatori non permetterà aumenti di canone in presenza di un offuscamento del pluralismo dell?informazione e un abbassamento ormai sotto gli occhi di tutti della qualità dei programmi. L?Intesa chiede immediatamente l?intervento della commissione di vigilanza sulla RAI del Parlamento per porre termine a questa deriva pericolosa che potrebbe produrre un danno enorme al servizio pubblico radiotelevisivo così importante per una informazione al servizio dei cittadini. Inoltre se si dovesse verificare l?aumento del canone, l?Intesa impugnerà la decisione davanti al TAR. Roma, 10.10.2002 COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADUSEBF, CODACONS, FEDERCONSUMATORI TUCKER: DOPO GLI 8 ARRESTI ADUSBEF, CODACONS E FEDERCONSUMATORI SI METTONO A DISPOSIZIONE DI CHI VUOLE OTTENERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI . CHIUNQUE ABBIA INVESTITO E PERSO SOLDI NELLA "CATENA DI SAN ANTONIO" TUCKER PUO? RIVOLGERSI ALLE 3 ASSOCIAZIONI PER RIAVERE IL PROPRIO DENARO . ADUSEBF, CODACONS E FEDER-CONSUMATORI, CHE SI COSTITUIRANNO PARTE CIVILE, INVITANO LA GUARDIA DI FINANZA A SEQUESTRARE I BENI DELLA TUCKER COME GARANZIA PER GLI EVENTUALI TRUFFATI Con l?accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e violenza privata sono stati arrestati ieri 8 dirigenti della Tucker, tra cui il presidente della società Mirco Eusebi. L?azienda, nel corso degli anni, aveva raccolto un numero non indifferente di venditori che, con il meccanismo del franchising, dovevano versare una quota compresa, pare, tra 4.500 e 10.000 euro. Si apprende oggi che già da un anno la Guardia di Finanza di Rimini indagava sull?azienda, anche a seguito di numerosi esposti presentati da cittadini che ritenevano di essere stati truffati dalla Tucker. La società a dire il vero, non era nuova nemmeno alle associazioni di consumatori Adusbef, Codacons e Federconsumatori, che nei mesi scorsi presentarono un dettagliato esposto per pubblicità ingannevole all?Antitrust contro l?azienda di Mirco Eusebi, affinchè l?Autorità accertasse la veridicità dei messaggi diffusi dalla Tucker. Dopo l?arresto degli 8 dirigenti Adusbef, Codacons e Federconsumatori intervengono a tutela di chi, credendo nelle promesse della società, ha subito dei danni. Tutti coloro che, a seguito dei risvolti giudiziari della vicenda, ritengono di essere stati truffati dalla Tucker, oppure hanno investito e perso denaro, possono rivolgersi alle 3 associazioni per intentare una causa di risarcimento dei danni e riavere indietro le somme perdute. Adusbef, Codacons e Federconsumatori annunciano infine che si costituiranno parte civile per la vicenda Tucker e invitano la Guardia di Finanza a predisporre il sequestro immediato dei beni dell?azienda, al fine di tutelare e garantire quanti ritengano di essere stati truffati da quello che, da sogno, si è trasformato in un incubo. Roma, 9.10.2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI (adoc ? adusbef ? codacons ? federconsumatori) L?AUDITEL FINISCE DAVANTI L?ANTITRUST E L?AUTORITA? PER LE GARANZIE NELLE TLC. L?INTESA DEI CONSUMATORI CONTESTA I METODI UTILIZZATI PER REGISTRARE L?INDICE DI GRADIMENTO DEI TELESPETTATORI. ORMAI L?AUDITEL E? SOLO UNO STRUMENTO PER INDIRIZZARE GLI INVESTIMENTI PUBBLICITARI Il 15 luglio 2000, in occasione di una diretta su Raiuno, un violento temporale fece interrompere il collegamento di uno spettacolo in prima serata di Katia Ricciarelli, presentato da Mara Venier, dalla Piazza Duomo di Lecce. Per circa 15 minuti (dalle ore 21 alle 21,15), la Rai mandò in onda il consueto segnale orario, ma all?indomani l?Auditel, fondato da Rai, Mediaset ed Upa con quote paritetiche del 33,33 per cento ciascuna, certificò che nel quarto d?ora ?incriminato? ben 3 milioni di telespettatori si erano sintonizzati sul ?segnale orario?, con uno ?share? del 15%: in parole semplici, 1 ascoltatore su 6 aveva guardato per ben 15 minuti il segnale orario Rai ! Così inizia la denuncia sull?Auditel presentata dall?Intesa dei consumatori all?Antitrust e all? Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per segnalare l?inveritiera raccolta dei dati di ascolto delle TV, sulla quale vengono ideati sia i palinsesti che i programmi televisivi, basati su un assunto: 5.075 famiglie del campione Auditel, fanno la fortuna dei programmi o il loro fallimento,anche se non esiste la prova certa che in quel determinato giorno ed a quella determinata ora le ?famiglie Auditel? stiano guardando o meno quel determinato programma, oppure stanno gironzolando per casa, sbrigando le faccende domestiche o facendo altro. Non si conoscono i criteri di scelta del campione, denuncia l?Intesa dei consumatori, né se le ?famiglie Auditel?,coperte dal segreto più assoluto, nel dare la loro preferenza a quel determinato programma, propendono per una TV che faccia cultura oppure per una televisione deficiente basata sul culto dello scollacciatura e della volgarità piuttosto che di programmi di cultura,che a giudicare dai dati di ascolto,pare non interessino agli italiani e proprio per questo non si producono o si producono saltuariamente. Se la programmazione televisiva è scadente,violenta,diseducativa perchè basata sulla rincorsa degli indici di ascolto,arbitrariamente certificati dall?Auditel,ossia da una impresa fondata da Rai,Mediaset ed Upa (i controllati che autocertificano se stessi); se i palinsesti vengono ideati per abbassare ed assecondare l?offerta televisiva all?eventuale gradimento del ?pubblico Auditel?, la cui segretezza è pari all?opacità dei criteri di scelta quando la società dell?informazione e le stesse leggi che regolamentano i rapporti tra cittadini ed aziende concessionarie di pubblici servizi,come sono le TV, richiedono il massimo della trasparenza,allora l?informazione e la cultura entrano in un vicolo cieco gestito da oligarchi, che hanno a cuore soltanto i loro interessi rispetto a quelli più generali. In sostanza l?Auditel si è trasformato, sostengono le 4 associazioni, in uno strumento nato per la tariffazione pubblicitaria, per rilevare l?ascolto degli spot, ed è quindi diventato l?arbitro supremo dell?offerta televisiva e del gusto degli spettatori italiani. Ma il ?monopolio? Auditel, secondo alcune segnalazioni ricevute, inciderebbe anche sulla libera scelta delle imprese ad ottenere la ?reclame? dei prodotti in quelle fasce orarie più appetibili,ossia la pianificazione degli spot televisivi nei programmi di ?successo? o di ?massimo ascolto?: anche se una determinata azienda volesse pagare la tariffa piena per reclamizzare i suoi prodotti,ad es. durante il Festival di Sanremo,oppure in una finale di Coppa dei Campioni o in Formula Uno,sembrerebbe che la selezione della pianificazione pubblicitaria,effettuata dall?Upa di concerto con Sipra e Publitalia,tenderebbe ad escludere quelle società che non farebbero parte del circuito ! Per questi motivi l?Intesa dei consumatori ha chiesto alle due Autorità di intraprendere una doverosa istruttoria volta ad acclarare le tecniche di rilevazione nonché la diffusione dei risultati delle stesse anche ai sensi e per gli effetti della legge 287/90. Roma, 8.10.2000 COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADUSBEF - FEDERCONSUMATORI ?SPOYLS SYSTEM?: L?EPURAZIONE DEI DIRIGENTI DELLA P.A. ?SGRADITI? AL GOVERNO, OLTRE A RISCHIARE L?INCOSTITUZIONALITA?, PUO? COSTARE CARO IN TERMINI DI EFFICIENZA E CREARE DANNI AL PAESE. NEI ?RAPPORTI DI FIDUCIA? TRA MINISTRI E DIRIGENTI NON E? PREMIATO, PER CASO,IL ?CLIENTELISMO? E LA FEDELTA? POLITICA,SULLA COMPETENZA ? E? QUANTO CHIEDONO ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI IN UNA PREOCCUPATA LETTERA INVIATA OGGI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ON. BERLUSCONI. La legge sullo ?spoyls system? introdotta dall?ex ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini (ULIVO) nella precedente legislatura,oltre a rischiare l?incostituzionalità qualora venga impugnata dai responsabili caducati, rappresenta un licenziamento senza giusta causa di dirigenti pubblici, ai quali non è rimproverata l?incompetenza e la scarsa professionalità nei settori di propria competenza,ma soltanto la mancanza di fedeltà al loro ?padrino politico?. In una lettera inviata oggi al presidente del Consiglio on. Berlusconi, Federconsumatori ed Adusbef dimostrano preoccupazione per la paralisi dei ministeri, l?imparzialità della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini, messa a dura prova da atti di indirizzo spesso arbitrari nei confronti di servitori dello Stato,colpevoli non di infedeltà verso l?istituzione,ma rei di essere sprovvisti di quella tessera di partito e di fedeltà assoluta verso quel ministro. La legge sulla ?Spoils System? riafferma la lottizzazione politica,l?asservimento verso quel partito o quel burocrate di partito,perché le sostituzioni non avvengono sulla base di criteri imparziali di comprovata professionalità,ma sui requisiti di fedeltà alle volontà politiche degne di regimi feudali,che oltre a paralizzare la burocrazia ministeriale,rischia di procurare danni al Paese in termini di efficienza,efficacia,credibilità delle istituzioni. A prescindere dai requisiti tecnici (non sindacati da Adusbef e Federconsumatori) che dovrebbero caratterizzare i dirigenti ministeriali,il ?turn over? dei ministeri, rappresenta un ritorno al passato che ?hanno sostenuto le associazioni dei consumatori- si potrebbe e dovrebbe evitare per ammodernare e rendere più efficiente la pubblica amministrazione,che è bene ricordarlo,deve essere al servizio dei cittadini, non di questa o quella nomenklatura. Adusbef Federconsumatori Elio Lannutti Rosario Trefiletti Roma,8.10.2002 COMUNICATO STAMPA FREQUENZE TV: DOMANI 8 OTTOBRE,IN UDIENZA PUBBLICA, LA CONSULTA DECIDE L?INCOSTITUZIONALITA? DELLA LEGGE MACCANICO E DEGLI ASSETTI TELEVISIVI . CHISSA? SE GLI EX AVVOCATI DELLO STUDIO PREVITI, SI ASTERRANNO ! Dopo oltre 11 mesi,è esattamente il tempo intercorso tra l?udienza del 6 novembre 2001 e quella dell?8 ottobre 2002,la Corte riprende domani - in udienza pubblica dalle ore 9,00- il dibattito sulla costituzionalita' dell?emittenza televisiva.,ossia quelle norme abnormi fissate dagli artt.2 e 3 della legge Meccanico per l?assegnazione delle frequenze, impugnate da Adusbef al Tar del Lazio e solo per questo arrivate alla Corte Costituzionale, che dovrà decidere anche i limiti massimi di concentrazione delle frequenze attribuite a ciascuna emittente privata. Nel novembre scorso la Corte aveva sospeso la decisione emettendo una ordinanza che affidava al giudice relatore, Riccardo Chieppa,l?acquisizione di ulteriori elementi di valutazione sull'assetto radiotelevisivo italiano, la sua evoluzione nel tempo, specie nel periodo transitorio, i fattori che avevano concorso a determinarli,compresi gli aspetti tecnici.Anche se la materia degli assetti televisivi è delicata e di fondamentale importanza per la democrazia e per il pluralismo dell?informazione, è singolare ed inspiegabile che la Corte abbia preso 11 mesi di tempo per decidere, aspettando che il Governo presentasse una legge (la cosiddetta legge Gasparri) sul ?riordino? del settore televisivo ! Adusbef ha sempre avuto un profondo rispetto per le decisioni della Corte Costituzionale sia quando le pronunce non hanno accolto i ricorsi presentati (prelievo del 6 per mille sui depositi bancari e postali,presidente della Corte Antonio Baldassarre),che quando ha trovato accoglimento (decreto salvabanche sull?anatocismo-Governo D?Alema-), perché rispetta le istituzioni,ma non può fare a meno di chiedersi se non debbano astenersi dalle decisioni i giudici costituzionali, Carlo Mezzanotte, che nel 1994 si trovava a difendere le posizioni di Telepiù e Romano Vaccarella,già difensore di punta del gruppo Mediaset, ed entrambi ?secondo le affermazioni dell?on.Previti- collaboratori del suo studio legale sul ?Lodo Mondadori?. Il problema del pluralismo,è di vitale importanza per la vita politica e democratica del Paese: con il pluralismo si gioca la reale possibilità per i cittadini di crearsi una coscienza politica e sociale matura, avveduta e non manipolata. Per questo è importante che la sentenza di domani sulle TV non venga inficiata dalla partecipazione attiva degli ex collaboratori dell?on.Previti,del Gruppo Mediaset e del lodo Mondadori,su una questione vitale per la democrazia,laddove il presidente del Consiglio controlla, direttamente ed indirettamente il 92 per cento delle TV,il 95 per cento della raccolta pubblicitaria e condiziona pesantemente l?informazione spesso asservendola (anche con le epurazioni di Enzo Biagi in Rai) ai voleri ed alle volontà del Governo. Roma,7.10.2002 COMUNICATO STAMPA IL PROFONDO ?ROSSO? DEI FONDI COMUNI, DEVE SERVIRE AD ABBATTERE, DIMEZZANDOLA, LA GRIGLIA DELLE PESANTISSIME COMMISSIONI, PRETESE DALLE SGR INDIPENDENTEMENTE DALLE ?PERFORMANCE? REALIZZATE: NELL?ATTUALE SITUAZIONE DI DISTRUZIONE DEL RISPARMIO A MILIONI DI RISPARMIATORI,DEVONO ESSERE LE SGR A PAGARE PROVVIGIONI AI CONSUMATORI PER FARLI RESTARE, NON CHE SI DEVONO PAGARE LAUTE COMMISSIONI, FINO AL 2,2 PER CENTO, PER GESTIONI SPERICOLATE DA PARTE DI PROFESSIONISTI, CHE HANNO FATTO PEGGIO DEI COMUNI INVESTITORI CON IL ?FAI DA TE? ACQUISTANDO BOT E BTP ! Il nuovo pesantissimo tonfo per i fondi di investimento, che a settembre hanno registrato il calo più pesante dall?inizio dell?anno: - 4.179,7 milioni di euro (oltre 8.000 miliardi di vecchie lire), deve far riflettere banche,Sim ed SGR,che non possono continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, distruggendo il risparmio loro affidato. Se nei 9 mesi del 2002 il saldo negativo ha raggiunto 8.238 milioni di euro (quasi 16.000 miliardi di vecchie lire); se da inizio anno, come si può vedere nella tabella,i fondi azionari hanno avuto un calo del 25,75 per cento,gli azionari area euro un calo del 34,67 per cento,quelli dell?area Europa hanno registrato un segno rosso pari al 31,29,per cento; quelli area america un segno meno del 32,87 per cento,vuol dire che bisogna ripensare l?architettura delle commissioni,che devono essere legate alle ?performance? realizzate. A settembre - dice Assogestioni - la raccolta netta dei fondi comuni di investimento è tornata in passivo per 4.179,7 milioni di euro a fronte dei 2.170 milioni di attivo di agosto. I fondi azionari hanno chiuso a -2.444,6 milioni, mentre gli obbligazionari sono tornati in passivo per 3.193,1milioni. Hanno prevalso i riscatti anche tra i fondi bilanciati, che hanno concluso il mese a meno 1.613,8 milioni. Il patrimonio gestito dai fondi comuni d'investimento istituiti da intermediari italiani si è attestato, a fine settembre, a 457.924,3 milioni, contro i 476.613,7 milioni di agosto: una variazione negativa di 19 milioni di euro,36.789 miliardi di lire evaporati ! ANDAMENTO DEI FONDI COMUNI D?INVESTIMENTO (Elaborazioni ADUSBEF su dati ufficiali: Bankitalia, ssogestioni, orsa Italiana.) Variazioni ad 1 mese Variazioni dal 1°.1.2002 Variazioni ad 1 anno (30.9.01) Rendimento ultimi 3 anni AZIONARI ITALIA - 16,06 - 25,75 - 13,31 - 9,27 AZIONARI AREA EURO - 18,13 - 34,67 - 25,12 - 21,21 AREA EUROPA - 15,75 - 31,29 - 21,32 - 14,34 AREA AMERICA -10,70 - 32,87 -22,40 - 13,28 AREA PACIFICO - 9,35 -18,05 -13,51 - 15,84 Mentre i Fondi hanno realizzato perdite consistenti ed a fronte di questa Caporetto del risparmio,alcuni dirigenti siedono indisturbati al loro posto ed addirittura si aumentano lo stipendio,i gestori sorridono: su 23 miliardi di euro di perdite (44.500 miliardi di vecchie lire) conseguite nel 2001,l?industria del risparmio gestito si è messa in tasca la bellezza di 6,7 miliardi di euro circa (13.000 miliardi) di commissioni di gestione,commissioni di ingresso e d?uscita,oneri di gestione ed altri balzelli vari,puntualmente applicati nonostante i gestori stessi non abbiano realizzato uno solo dei benchmark (risultati minimi) prefissati ! Se il 2001 è stato un anno nero per la finanza ed il risparmio,quali risultati hanno raggiunto i Fondi Comuni in un arco di tempo più lungo e quali il ?fai da te?e le azioni ? Anche qui i gestori,che perseguono prima i vantaggi propri e, se ci restano quelli dei clienti, ne escono con le ossa rotte. Cento lire affidate ai gestori nel 1984, sono diventate 417,8 a fine 2001,ma il risparmiatore, nello stesso arco temporale che si è affidato al ?fai da te? tanto osteggiato dai signori dei Fondi,ha realizzato 441,2 lire impiegando i suoi capitali sui Bot a 12 mesi (Fonte: Mediobanca) ! I gestori dei Fondi Comuni,poichè dimostrano la loro elevata professionalità soltanto nell?addebitare salate provvigioni e commissioni (talvolta movimentando surrettiziamente con ?switch? per raddoppiare o triplicare le stesse !),che seppur lievemente calate,restano tra le più alte d?Europa e degli Stati Uniti,e che hanno realizzato rendimenti peggiori rispetto alle azioni ed ai titoli di Stato italiani,debbono cominciare a misurare le commissioni percepite con gli obiettivi raggiunti: a che serve fissare il ?benchmark?, se poi paga sempre e comunque il risparmiatore,se non si raggiunge l?obiettivo minimo prefissato ? I risparmiatori devono essere consapevoli che quando affidano i loro soldi ai professionisti del risparmio gestito,con le attuali condizioni, comunque vadano i mercati,le borse e le valute alle quali sono ancorati i Fondi,i gestori avranno guadagni certi con le commissioni che verranno automaticamente addebitate ! Adusbef, che ha impiantato nei Tribunali diverse cause civili contro gestioni a dir poco disinvolte,che in alcuni casi hanno realizzato perdite del 40/50 per cento nel 2001, avanza le seguenti proposte: 1) Un ristorno minimo ai risparmiatori, del 50 per cento delle commissioni percepite nel 2001; 2) L?abolizione delle commissioni d?ingresso e/o di uscita,pedaggi feudali che gravano sui risparmiatori a prescindere dai risultati conseguiti e che non impegnano i gestori a migliorare ?performances? e rendimenti,ma a farli adagiare sugli allori; 3) Nessuna commissione di gestione in presenza di risultati negativi ed una ?calettatura? crescente di commissioni,in caso di guadagno,dallo 0,50 per guadagni minimi,fino ad un massimo del 3 per cento,con rendimenti superiori al 10 per cento. Secondo l?Osservatorio Adusbef,la fiducia dei risparmiatori nelle banche e nei Fondi Comuni è ai minimi storici: se dieci anni fa l?80 per cento degli utenti si fidava ciecamente delle banche e dei Fondi,due mesi fa, meno del 20 per cento aveva fiducia nelle banche e nei Fondi,perché:?hanno perseguito soltanto i loro interessi? ! Per ristabilire la fiducia non basta un ?maquillage? una ?tantum? messo in piedi dall?Abi,ci vogliono fatti concreti: si cominci a ?stornare? il 50 % delle commissioni ! Roma,7.10.2002 COMUNICATO STAMPA RCAUTO: GLI INACCETTABILI AUMENTI DELLE TARIFFE ASSICURATIVE, QUASI RADDOPPIATE IN 6 ANNI (PIU? 94,65 PER CENTO),6,7 VOLTE PIU? DELL?INFLAZIONE,ATTESTATA NEL PERIODO AL 14,05 PER CENTO ! INAFFIDABILI I DATI ANIA,VERI E PROPRI NUMERI AL LOTTO ! ADUSBEF CHIEDE UNA COMMISSIONE D?INCHIESTA, CHE ACCERTI IL GRADO DI CONNIVENZA DELLE COMPAGNIE, CON LE AUTORITA? DI CONTROLLO ! Dai dati ufficiali del ministero dell?economia (DPEF),le tariffe RC Auto sono aumentate,negli ultimi 6 anni (dal 31.12.1996 al dicembre 2002) del 94,65 per cento, 6,7 volte più dell?inflazione che nello stesso periodo si è attestata al 14,05 per cento. Per effetto di tali rincari continui ed ingiustificati,un consumatore che per assicurare la sua auto spendeva 400,77 euro a fine dicembre 1996 (i valori sono stati tutti tradotti da lire in euro), spende oggi,come si può vedere dalle tabelle, 780,35 euro,con un aumento del 96 per cento: una vera e propria vergogna ! INFLAZIONE AUMENTI MEDI RCAUTO POLIZZA MEDIA RCA (*) in euro AUMENTI(in euro) ANNO 1996 (4 per cento) (9,1 per cento) (31.12.96) 400,77 ANNO 1997 2 per cento 9,2 per cento 437,44 + 36,67 ANNO 1998 2 per cento 13,6 per cento 497,35 + 59,91 ANNO 1999 1,7 per cento 16,3 per cento 578,43 + 81,08 ANNO 2000 2,5 per cento 9,7 per cento 634,21 + 55,78 ANNO 2001 2,7 per cento 10,7 per cento 702,38 + 68,17 ANNO 2002 2,4 per cento 11,1 per cento 780,35 + 77,96 RINCARI1997 / 2002 14,05 per cento 94,65 per cento + 379,57 (*) Stima: Elaborazioni Adusbef su dati Istat ed Isvap (**) Fonte: Relazione provvisionale e programmatica del Governo 2003-2006. Una polizza senza rischi diversi (incendio e furto) che nel 1996 era di 400 euro,è diventata 437 euro nel 1997 (più 9,2 %); 497 euro nel 1998 (più 13,6 per cento); 578 euro nel 1999,quando l?impennata degli aumenti ha registrato un rincaro del 16,3 per cento,con un incremento di ben 81 euro rispetto all?anno precedente,fino ad arrivare a 702 euro nel 2001 (più 10,7 per cento) ed a 780 euro nel 2002 (più 11,1 per cento), ossia esattamente quanto stimato dall?Adusbef 7 mesi fa ! Perfino nel 2000,a fronte del blocco tariffario decretato dal Governo,le compagnie sono riuscite con i consueti artifizi a rincarare le polizze del 9,7 per cento,imponendo un onere medio di aumento pari a 55,78 euro a polizza ! E l?Ania,piuttosto che riflettere, meditare e fare il ?mea-culpa? su questi inconfutabili ?furti con destrezza? a danno di milioni di assicurati i dati sono contenuti nella relazione provvisionale e programmatica del Governo 2003-2006),si permette perfino di affermare che sugli aumenti vengono ?dati numeri al lotto?,irridendo al ministero dell?economia ed all?Antitrust che ha accertato e sanzionato l?assenza della benché minima di concorrenza nel settore RC Auto e le politiche di cartello messe in atto per saccheggiare e svuotare le tasche delle famiglie. Adusbef chiede che il Governo istituisca una commissione parlamentare di inchiesta sul ?cartello assicurativo? per accertare il grado di protezioni,impunità e connivenza delle compagnie di assicurazioni, sia con le autorità di controllo che con altri livelli istituzionali, che hanno consentito alle Compagnie di saccheggiare e letteralmente ?rapinare? le tasche dei consumatori. Roma,4.10.2002 COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI RCA: L?EMENDAMENTO APPROVATO AL SENATO SANA UN?INGIUSTIZIA NEI CONFRONTI DEI COMUNI PRECEDENTEMENTE TARTASSATI DAL CARO-POLIZZE MA NON RISOLVE IL PROBLEMA DELL'ALLINEAMENTO IN ALTO DELLE TARIFFE L?Intesa dei consumatori( Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori ) da tempo aveva auspicato la fine di una ingiustizia che ormai era diventata insostenibile per gli automobilisti virtuosi di alcune zone del Paese. Questo però deve essere accompagnato da una seria rivisitazione dell?intera impalcatura delle fasce di rischio. Bisogna denunciare ancora una volta che il resto degli articoli del disegno di legge non sono certamente in grado di bloccare la vera emergenza del settore legata ad una grave spirale di aumenti non giustificati. L?ANIA ancora una volta accusa le associazioni di dare i numeri, negando l?evidenza che è sotto gli occhi di tutti. Probabilmente si riferisce ai numeri da giocare al lotto cosicché i cittadini possano vincere ed essere così in grado di pagare premi assicurativi che in alcune zone hanno toccato cifre da capogiro. A questo punto, con questa cosiddetta ?riforma RCA? in discussione in Parlamento, con l?indagine dell?Antitrust e con l?azione di trasparenza che l?ISVAP deve finalmente iniziare sulle riserve sinistri, l?ANIA invece di continuare ad accusare tutti dovrebbe autonomamente fare un ?atto di decenza? e cioè: ?BLOCCARE LE TARIFFE RCA? FINO ALLA FINE DELL?ANNO dando la possibilità a tutte queste iniziative di essere portate a termine. Il Governo a questo punto deve abbandonare la strada della delega per la riforma completa del settore assicurativo e passare subito alla presentazione di un serio disegno di legge che ottenga l?unico risultato che tutti si attendono: la riduzione delle tariffe. Roma, 3.10.02 COMUNICATO STAMPA RCAUTO: E? L?ANIA CHE DA 7 ANNI,DA? I NUMERI AL LOTTO,SUGLI AUMENTI,CHE NON ESCONO NEPPURE SULLA RUOTA DI NAPOLI: QUESTI SONO STATI GLI INACCETTABILI AUMENTI DELLE TARIFFE ASSICURATIVE, RINCARATE IN 6 ANNI, DEL 68,8PER CENTO, 4,5 VOLTE PIU? DELL?INFLAZIONE, ATTESTATA AL 14,9 PER CENTO ! Dai dati ufficiali del ministero dell?economia (DPEF),le tariffe RC Auto sono aumentate del 68,6 per cento,negli ultimi 6 anni (1996 al 2001),4,5 volte l?inflazione,che negli ultimi 6 anni è stata del 14,9 per cento. INFLAZIONE AUMENTI MEDI RCAUTO POLIZZA MEDIA RCAUTO (*) AUMENTI (IN LIRE) ANNO 1996 (4 per cento) (9,1 per cento) 776.000 ANNO 1997 2 per cento 9,2 per cento 847.000 + 71.000 ANNO 1998 2 per cento 13,6 per cento 963.000 + 116.000 ANNO 1999 1,7 per cento 16,3 per cento 1.120.000 + 157.000 ANNO 2000 2,5 per cento 9,7 per cento 1.228.000 + 108.000 ANNO 2001 2,7 per cento 10,7 per cento 1.360.000 + 132.000 RINCARI 96-01 14,9 per cento 68,6 per cento + 584.000 (*) Stima. Elaborazioni Adusbef su dati Istat ed Isvap Perfino nel 2000,a fronte del blocco tariffario,le compagnie hanno rincarato le polizze del 9,7 per cento: questi sono dati inconfutabili ! Una polizza senza rischi diversi (incendio e furto) che nel 1996 era di 776.000 lire,è diventata di 847.000 l?anno dopo; 963.000 nel 1998; 1.120.000 nel 1999,quando l?impennata degli aumenti ha registrato un rincaro del 16,3 per cento,con un incremento di ben 157.000 lire rispetto all?anno precedente,fino ad arrivare ad 1.360.000 lire nel 2001,con un aumento secco in 6 anni di ben 584.000 lire ! A fronte di queste cifre sui rincari,fornite dal ministero dell?economia,il rappresentante dell?Ania Orio,piuttosto che fare il ?mea-culpa?,si permette di affermare che sugli aumenti vengono dati numeri al lotto,dando del ?glottologo? anche al ministero del Tesoro e ad attaccare l?Antitrust. Adusbef chiede che le protezioni ed il regime di impunità e di connivenza delle compagnie di assicurazioni possano cessare, approvando una riforma che possa ripristinare i diritti lesi dei consumatori. Roma,2.10.2002 COMUNICATO STAMPA TUTELA DEL RISPARMIO: IL GOVERNATORE FAZIO PREDICA BENE MA RAZZOLA MOLTO MALE, NELLA DIFESA DEI RISPARMIATORI ! QUALE CORRETTEZZA E TRASPARENZA DEGLI ISTITUTI DI CREDITO, DAL CASO BIPOP-CARIRE, AI BOND ARGENTINI, TRASFERITI SPESSO DAI PORTAFOGLI DELLE BANCHE A QUELLI DEI RISPARMIATORI ? Il Governatore della Banca d?Italia, ha fatto oggi dichiarazioni discutibili davanti le Commissioni parlamentari,dalla ?vigilanza piu pregnante rispetto al passato?,alla ?correttezza e trasparenza delle banche?,passando per lo scandalo Bipop-Carire,che si è potuto consumare nella sua gravità per centinaia di migliaia di risparmiatori,che hanno investito sul titolo rimettendoci l?osso del collo,proprio perché la ?vigilanza? è stata assente. Spiegasse meglio il Governatore come mai,seppur sollecitato da Adusbef ad intervenire,non è mai intervenuto sui comportamenti di primarie banche come Fideuram,che ha permesso ad un promotore finanziario,neppure iscritto all?albo,di poter liberamente operare all?interno dei suoi uffici e con la sua modulistica per asciugare completamenti circa 600 milioni dei sudati risparmi di una vita di una famiglia. Spiegasse meglio come mai la ?vigilanza pregnante di Bankitalia? non ha evitato che si consumasse la vicenda della Bipop,fiore all?occhiello della nuova economia e per quale ragione la stessa vigilanza ha consentito di far piazzare a 400.000 risparmiatori,14 miliardi di euro di bond argentini,l?1 per cento del Pil italiano,spesso disinvoltamente trasferiti dai portafogli delle banche, quando già conoscevano l?epilogo del crack a quello dei risparmiatori. E se i comportamenti delle banche improntati alla correttezza ed alla trasparenza siano compatibili con le variazioni unilaterali dei contratti con effetti retroattivi,con la vendita di prodotti finanziari ?bidone?, come polizze unit linked ed index linked o polizze vita trentennali, piazzate da primarie banche a pensionati di 78 anni che devono vivere 108 anni se non vogliono perdere il capitale versato,o come gestioni patrimoniali piene di titoli ad alto rischio. Adusbef si aspetta dalla Banca d?Italia fatti concreti,e non vuote parole di circostanza,per salvaguardare la fiducia dei risparmiatori mai così bassa nei confronti delle banche (ed assicurazioni) e prima di assistere giustamente le imprese italiane operanti in Argentina,devono essere salvaguardati i risparmiatori anche accertando la responsabilità delle banche, che hanno messo a repentaglio i sudati risparmi di migliaia di pensionati,non informando correttamente i risparmiatori, sull?alto profilo di rischio dell?investimento. Roma,2.10.2002 COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADUSBEF - FEDERCONSUMATORI FINANZIARIA DEI MIRACOLI: ALLA FINE DELLA FIERA, IL SALDO SARA? MOLTO NEGATIVO PER I CITTADINI ! ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI CRITICANO UNA MANOVRA NON INDOLORE PER I CONSUMATORI, CHE RISCHIA L?INCOSTITUZIONALITA? ALL?ART.3, LADDOVE SOSPENDE GLI AUMENTI DELLE ADDIZIONALI SUI REDDITI, IN APERTA VIOLAZIONE DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE. La legge finanziaria, che promette di alleggerire il peso fiscale ad una platea di oltre 26 milioni di contribuenti,con minori aliquote Irpef,scarica sugli stessi i rincari che gli enti locali (Comuni, Province, Regioni) saranno costretti a fare per chiudere i bilanci,che in buona misura,non essendo inseriti nel paniere Istat,non incideranno sull?inflazione, costituendo una autentica beffa soprattutto per quelle fasce più deboli della popolazione che pagheranno sia gli aumenti, che il carovita. Gli sgravi Irpef pari a 5,5 miliardi di euro (quasi 10.650 miliardi di vecchie lire),rappresentano 211 euro (410.000 lire) in media pro-capite,che saranno sicuramente prelevati in maniera subdola ed occulta,sottoforma di aumenti ICI,bolli,nettezza urbana ed altri balzelli vari i quali,essendo imposte, non sono neppure inserite nel paniere Istat,quindi non rilevati ai fini della misurazione dell?andamento del costo della vita per le famiglie di impiegati, operai, pensionati, mentre i Comuni saranno costretti ad aumentare altre voci, misurate dall?Istat, per rastrellare soldi dalle municipalizzate, come acqua, gas,biglietto dei trasporti pubblici,ecc,per quadrare i bilanci. La ?finanziaria dei miracoli?, che promette meno tasse e più sviluppo, senza fornire dati credibili per realizzare il sogno di qualsiasi governante ,in un Paese come l?Italia, che nel 2001 ha chiuso un deficit pari al 2,2 per cento sul PIL,con un debito pari a 109,8 per cento,il più alto in assoluto della UE,rappresenta un inganno per i vessati cittadini che saranno costretti a rinunciare alle cure (con la chiusura di centinaia di Ospedali e con le cure termali a pagamento),ai servizi sociali. E? una finanziaria ?bidone? per i cittadini,perché propaganda,mediante i mezzi di informazione strettamente controllati al 95 per cento dal Governo,di tagliare le tasse, mentre in realtà scarica i costi che gli enti locali devono affrontare sulla collettività,perché se all?art.3, sospende gli aumenti delle addizionali all?imposta sui redditi delle persone fisiche (già abbondantemente aumentati) rischiando l?incostituzionalità, non potrà garantire il controllo di prezzi e tariffe sui servizi essenziali erogati dalle municipalizzate,quali acqua,trasporto pubblico,gas,luce,o sulle imposte locali come Ici,Tarsu, occupazione di suolo pubblico,bolli auto,i cui aumenti (quantificabili in circa 200-220 euro a famiglia su base annua), rappresentano una certezza. Roma,2.10.200231/10/2002
Documento n.3107