COME SI PUO’ PARLARE DI UNA INFLAZIONE AL 2,3 PER CENTO ...?
COME SI PUO’ PARLARE DI UNA INFLAZIONE AL 2,3 PER CENTO SE SOLO IL PESO DEI PRODOTTI ENERGETICI GRAVA PER 226 EURO A FAMIGLIA,SU BASE ANNUA ? ISTAT DIMENTICA UNA VIRGOLA: L’INFLAZIONE REALE A GIUGNO,E’ ALMENO AL 23 PER CENTO PER ALCUNE FASCE DI REDDITI BASSI E PER LE PENSIONI MINIME. ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI TORNANO A CHIEDERE REVISIONE PANIERE. Mentre i prodotti petroliferi ed energetici,anche per effetto delle tensioni internazionali e dei costi aggiuntivi (Cip6, stranded cost,interessi vari da pagare agli ex monopolisti), registrano aumenti a due cifre, con ricadute di 226 euro a famiglia su base annua, i costi di alcuni prodotti alimentari si impennano, gli stabilimenti balneari effettuano allegri rincari e le solite banche ed assicurazioni provvedono ad aggiornare le continue stangate estive, senza neanche applicare il decreto Bersani,con le società telefoniche che si fanno una labile concorrenza sul mercato interno per rivalersi sugli altissimi costi poco trasparenti del roaming internazionale (cartello europeo ?), l’Ista racconta le favole estive di un’inflazione al 2,3 per cento a giugno 2006 (tra le più basse d’Europa e dei Paesi Eurostat !). Mentre il 73 per cento delle famiglie (più di 7 su 10) si sentono povere (Fonte ISAE) ed in molti casi trovano difficoltà ad acquistare i generi alimentari, con alte percentuali che devono rinunciare alle vacanze o devono sensibilmente accorciarle almeno di una settimana, con una crescita esponenziale dell’indebitamento, frequenti ricorsi al credito al consumo ed al cosiddetto “prestito vitalizio” in cambio di onerose ipoteche sulle case dei vecchi; mentre le associazioni dei consumatori ricevono sempre più numerose segnalazioni di disagio sociale di famiglie, attratte in passato dalle sirene che invitavano ai consigli per gli acquisti (compri oggi e cominci a pagare tra 2 anni), che non riescono neppure più a pagare le bollette di luce e gas,l’Istat informa che l’Italia è il Paese più virtuoso rispetto al carovita. Adusbef e Federconsumatori tornano ancora una volta a chiedere una profonda riforma del paniere Istat, con “pesi” di prodotti e/o servizi appositamente confezionati per confondere le acque ed occultare il reale costo della vita di famiglie di operai ed impiegati,che oltre a pagare una media di 800 euro per una polizza auto,ossia il 6-7 per cento del loro reddito netto,devono subire la beffa di veder rappresentato un peso dell’1 per cento,perché le alchimie statistiche hanno deciso a monte di sottrarre il monte risarcimenti danni,dei quali beneficiano meno del 10 per cento degli assicurati. ADUSBEF-FEDERCONSUMATORI Roma,14.7.200614/07/2006
Documento n.6180