CARO BANCA: DOPO L’INCHIESTA ANTITRUST,L’ABI CHIEDA SCUSA AI CONSUMATORI....
COMUNICATO BANCA CARO BANCA: DOPO L’INCHIESTA ANTITRUST,L’ABI CHE CON INDAGINI POSTICCE, HA FATTO CREDERE CHE LE BANCHE ITALIANE FOSSERO LE PIU’ VIRTUOSE E LE MENO CARE, CHIEDA SCUSA AI CONSUMATORI,DIMISSIONI I DIRIGENTI,RINUNCI A SCEGLIERSI ASSOCIAZIONI DI COMODO,ADOTTI COMPORTAMENTI PIU’ CORRETTI. MA NON BASTA DARE RAGIONE A 20 ANNI DI BATTAGLIE ADUSBEF SU USI,ABUSI E SOPRUSI BANCARI,SENZA EQUI RISARCIMENTI PER MEZZO SECOLO DI MALEFATTE. Il costo medio di tenuta e movimentazione di un conto corrente in Italia è molto più alto rispetto agli altri principali Paesi dell'Unione europea ed è pari a 182 euro, contro 108 euro pretesi in Spagna, 99 in Francia, meno di 65 euro in Belgio e Gran Bretagna, sotto i 35 euro in Olanda. Le spese di chiusura di un conto corrente arrivano fino a 150 euro,mentre le spese richieste per il trasferimento dei titoli dematerializzati (99% dei titoli in circolazione),arrivano fino ad 80 euro per codice titolo,contro un costo industriale di 0,30 centesimi di euro. E come se non bastasse,l’indagine Antitrust sulle banche pubblicata ieri,conferma che ai conti meno convenienti, sono associati tassi attivi più contenuti e tassi passivi più elevati. L’indagine Antitrust è una vera Caporetto per l’Abi, che fino a ieri (31 gennaio) sfornava veline integralmente ed acriticamente riprese dai mass media, per contestare 20 anni di denunce e monitoraggi dell’Adusbef, secondo i quali, i costi delle banche italiane erano le più care del mondo. . “I costi dei conti correnti italiani sono più bassi della media europea”,affermava il direttore generale Abi Zadra, commentando l’indagine annuale sui prezzi dei conti correnti bancari condotta da Capgemini, Efma e Ing., dalla quale emergeva che il costo medio di un conto corrente è 113 euro. "Centotredici euro non è tanto. Inoltre bisogna tenere presente che in questa cifra sono compresi il bollo, la cointestazione del cont, la remunerazione delle giacenza. Quindi - ha spiegato Zadra - siamo sui livelli più bassi d’Europa" .Le critiche Adusbef sono fuori luogo. 23 marzo 2005. “La più recente ricerca comparata che tiene conto di vari elementi rileva che, in Italia, il costo medio pro capite del conto corrente risulta pari a 65 euro, a fronte di 94 euro della Francia, 68 della Germania, 86 della Spagna e 12 del Regno Unito. Occorre chiarire e condividere le metodologie, per una corretta comparazione internazionale dei costi, prima di innescare polemiche di scarso spessore ma di forte impatto mediatico. Le banche italiane non sono più disposte a essere bersaglio di critiche strumentali, fondate su presupposti non corretti”. Dichiarazioni del presidente dell’ABI Sella,pronunciate il 29 ottobre 2005 alla 81° giornata Mondiale del Risparmio “L'Abi ritiene peraltro che ''alcuni passaggi del Rapporto UE non tengano conto sufficientemente della realta' e della domanda dei singoli Paesi - inclusa l'Italia - e di una serie di misure intraprese recentemente sia nel settore dei conti correnti, sia in quello delle carte di pagamento e di credito. L'aver presentato come paragonabili servizi molto diversi tra loro, come i conti correnti a pacchetto per l'Italia rispetto ai conti della grande maggioranza delle banche degli altri Paesi, che fatturano ad hoc un serie di servizi gia' invece inclusi nei conti a pacchetto in Italia e' errato e fuorviante. Errato perche' il raffronto tra prodotti cosi' diversi e' impraticabile; fuorviante perche' induce a conclusioni infondate sul reale costo dei servizi…. In particolare il costo del conto corrente in Italia identificato in 90 euro riguarda non il solo servizio di gestione, ma pacchetti che contengono un'ampia gamma di servizi aggiuntivi quali carte di credito e debito, domiciliazione delle utenze, prelievi allo sportello bancomat, ecc.. Non ha dunque senso dedurre dal Rapporto che il conto corrente in Italia costi di piu' che negli altri Paesi''. Estratto dal Comunicato Abi del 31 gennaio 2007. L’Abi che dichiara oggi disponibilità a collaborare (bisogna sempre diffidare dei collaborazionisti sconfitti!) non è la stessa che commissionava indagini taroccate spacciandole per veritiere ? Non è quella che ha sempre rifiutato il confronto serio, perché adusa a scegliersi associazioni “di comodo” magari esperte nella tutela dei consumatori di “broccoletti”,”cavolfiori” e/o “zucchine”,ma che non hanno alcuna dimestichezza con la complessità bancaria e finanziaria ? Adusbef,nel riservarsi di portare ancora una volta in giudizio le banche, per chiedere loro, dopo l’indagine Antitrust, il sacrosanto risarcimento a mezzo secolo di vessazioni,usi,abusi e soprusi bancari, oltre ad attendere pubbliche e motivate scuse dall’Abi, chiede alle banche più sensibili, se non sia arrivato il tempo di presentare il conto ad un’associazione bancaria arrogante e prepotente, arrivata al capolinea. Elio Lannutti (Presidente Adusbef) Roma,6.2.200706/02/2007
Documento n.6416