CALO SPREAD PREVISIONI DA MAGO OTELMA ! SE MINISTRO SACCOMANNI E’ COSI’ SICURO SUA RIDUZIONE A100 PUNTI NEL 2017,PERCHE’ NON LE HA INSERITE NEL DEF ?

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

MINISTRO SACCOMANNI: CALO SPREAD ANALOGHE PREVISIONI DEL TEMPO ! SE E’ COSI’ SICURO DI UNA RIDUZIONE DELLO SPREAD A 200 PUNTI NEL 2014 E 100 NEL 2017,PERCHE’ NON LE HA INSERITE NEL DEF ? OGGI NON SI CELEBRA PIU’ LA GIORNAQTA DEL RISPARMIO, MA DEL DEBITO E DEI DEBITORI CRONICI !

   Le odierne previsioni del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, verso una "graduale riduzione del differenziale di rendimento sui titoli di Stato decennali rispetto a quelli tedeschi, a 200 punti nel 2014 e 100 punti nel 2017”, sono analoghe a quelle del tempo o del mago Otelma.    Se il ministro dell’Economia è sicuro di una riduzione così importante dello spread per la tenuta dei conti pubblici, perché non le ha inserite nel Def, nelle cui tabelle a pag. 29 nella tavola IV della Finanza Pubblica, è previsto - al contrario- un aumento degli interessi passivi pagati dallo Stato, che da 83,949 miliardi di euro del 2013, passano a 86,087 miliardi nel 2014 ed a 92,500 nel 2017, con un aumento di quasi 10 miliardi ?    Un taglio dello spread da 200 a 100 punti base, dovrebbe portare ad un abbattimento del debito pubblico ed una riduzione della spesa per gli interessi, su una consistenza di 1.723,760 miliardi di euro dei titoli di Stato al 30 settembre 2013, la cui vita media è pari a 6,44 anni, di almeno 20 miliardi di euro nel 2014; di ben 50 miliardi di euro a regime nel 2017.    Siamo addolorati -ed anche un pò stufi- di non poter condividere l’ottimismo profuso a piene mani dal ministro dell’Economia, sia sulla ripresa economica e l’uscita dal tunnel della crisi, con i poveri raddoppiati a quasi cinque milioni, che su una legge di stabilità che stabilizza gli esclusivi interessi delle banche senza tagliare la pressione fiscale, le cui annesse tabelle indicano 7,2 miliardi di nuove imposte e solo 4,2 miliardi di minori spese, quindi 3 miliardi di tasse in più.    Ci spiace che sia la Banca d’Italia, dalle cui file proviene il ministro, che la Corte dei Conti e l’Istat abbiano bocciato una legge di stabilità, in ordine al perimetro limitato del cuneo fiscale che comporta “evidenti problemi distributivi e di equità”, in quanto esclude dai benefici “oltre ai lavoratori autonomi anche gli incapienti e i pensionati, ossia 25 milioni di soggetti che comprendono evidentemente anche le categorie in maggiori difficoltà economiche”, che offre 10 ai lavoratori euro al mese, pari a 116 euro annui di beneficio su scala nazionale (Istat).    Non sembrano marginali le critiche sollevate dalla Corte dei Conti sulla legge di stabilità, con il rischio di aumento della Tasi, che diventa peggio dell'Imu, con un aumento dell’imposizione fiscale, soprattutto “sul versante del patrimonio immobiliare” e con particolare riguardo alla “Tasi, che moltiplica il suo peso rispetto a quello incorporato nella vecchia Tares e che, lasciando ai comuni la facoltà di rideterminare l'aliquota, crea il presupposto di aumenti di prelievo da parte degli enti locali con aliquota Imu inferiore al massimo previsto dalla legge" (Corte dei Conti).    Adusbef e Federconsumatori, che non vedono alcuna uscita dell’Italia dal tunnel della crisi, nonostante si tenda a propinare ottimismo con la celebrazione odierna della “giornata del risparmio” che non c’è più, erosa da tasse, aumenti e balzelli, pronte a rivedere le proprie posizioni quando si invertirà il trend negativo dei disoccupati, con i drammatici dati del 40% dei giovani che non trovano lavoro costretti ad emigrare in terre lontane, come i loro bisnonni.

 

30/10/2013

Documento n.9526

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