Bond Argentina.GOVERNI E MINISTRI ECONOMICI DEL G7, CHIEDANO A PRESIDENTE KIRCHNER DI REVOCARE OPSV TRUFFALDINA

in Comunicati stampa
BOND ARGENTINA: GOVERNI E MINISTRI ECONOMICI DEL G7, CHIEDANO A PRESIDENTE KIRCHNER DI REVOCARE OPSV TRUFFALDINA, PRIMA CHE I MERCATI NE DECRETINO,COME STA ACCADENDO, IL PIU’ TOTALE FALLIMENTO. LE IMMENSE RICCHEZZE DELL’ARGENTINA, IL RAPPORTO DEBITO PIL, LE PROSPETTIVE DI SVILUPPO ECONOMICO,CONSENTONO DI RIPAGARE 10 VOLTE IL DEBITO ESTERO ED INTERNO, CONTRATTO CON I RISPARMIATORI. L’OSTINAZIONE DELL’ARGENTINA AD ADDOSSARE I DEBITI A BONDHOLDERS DOVRA’ CERTAMENTE AVERE L’AVALLO DEL SILENTE FONDO MONETARIO, CHE NON HA ESPRESSO GIUDIZI DI MERITO SU SWAP,FORSE PERCHE’ HA GIA’ RIAVUTO IL 100 PER CENTO DEI PRESTITI,PER OLTRE 18 MILIARDI DI DOLLARI. L’Argentina,seppur portata ad una profonda crisi economica per responsabilità dei governi,ha immense ricchezze,riserve petrolifere,materie prime abbondanti,un rapporto debito-Pil inferiore a quello di molti paesi industrializzati,che consentirebbero di ripagare non uno,ma 10 volte il debito contratto con la complicità delle errate valutazioni del Fondo Monetario Internazionale. Questa ostinazione a voler offrire meno di un’elemosina ai risparmiatori di mezzo mondo,questa inusitata arroganza a non aver mai aperto seri negoziati con i rappresentanti dei risparmiatori,sarà giustificata dalle linea morbida,se non un vero e proprio appoggio occulto delle diplomazie e dei Governi occidentali,in particolare dal silente Fondo Monetario Internazionale,al quale è stato finora rimborsato oltre il 100 per cento dei prestiti, per un controvalore di 18 miliardi di dollari. I Governi del G7 hanno il dovere morale e civile di intervenire per isolare l’inusitata arroganza del Governo argentino,già in occasione delle riunioni in corso a Davos,per salvaguardare oltre ai sudati risparmi dei bond-holders, principi fondamentali del diritto internazionale ad onorare i debiti contratti, calpestati da un esecutivo che ritiene di fare strame degli impegni assunti a differenza di altri Paesi che, anche nel recente passato, hanno rimborsato i debiti contratti. L’arroganza dell’Argentina,che continua a prendere in giro risparmiatori e Stati sovrani di mezzo mondo,non può durare,ma deve essere isolata dalla comunità internazionale che ha l’obbligo di parlare forte e chiaro,non con le armi spuntate della diplomazia,ma con atti concreti fino ad un vero e proprio embargo di rapporti economici e politici,fintanto che il Governo di Buenos Aires non cambi registro onorando gli impegni assunti. I risparmiatori,anche quelli argentini ai quali il Governo ha riservato proposte più convenienti anche se discriminatorie rispetto alla totalità,stanno rifiutando in massa l’elemosina di un’offerta di scambio carta straccia,che non può avere alcuna probabilità di essere approvata dalla maggioranza degli obbligazionisti. Anche se in Italia si registra la doppiezza di alcune banche,che in pubblico invitano a rifiutare l’offerta,ma in privato consigliano di accettarla,le adesioni dei singoli risparmiatori sarebbe stata fino a ieri,secondo alcune stime,inferiore al 2 per cento,circa 9.000 sugli oltre 450.000. I risparmiatori che tempestano di telefonate l’Adusbef la cui rabbia è equamente addossata a banche e Governo argentino,con una prevalenza che pende ultimamente dagli istituti di credito verso Buenos Aires,oltre a respingere in massa l’offerta scandalosa,preferiscono vendere i bond agli attuali prezzi di mercato che oscillano tra 28 e 32 centesimi, realizzando subito, ciò che il Governo argentino promette di restituire tra i 20 ed i 40 anni,ossia tra il 2025 ed il 2045.

28/01/2005

Documento n.4413

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK