BOND ARGENTINA: MINISTRO LAVAGNA CHE VUOL DIRE: “PROBLEMI CON IL GOVERNO DI ROMA”.
BOND ARGENTINA: MINISTRO LAVAGNA, “PROBLEMI CON IL GOVERNO DI ROMA”. CHE SIGNIFICA TALE DICHIARAZIONE ? FORSE CHE TRA IL GOVERNO ARGENTINO E QUELLO ITALIANO CI SONO ACCORDI SOTTOBANCO PER FAR INGOIARE UNO SWAP TRUFFA ED INACCETTABILE PER I RISPARMIATORI ? A QUESTO PUNTO E’ IL GOVERNO ITALIANO,CHE ASSIEME A QUELLI DEL G7, DEVE METTERE AL BANDO L’ARGENTINA, LA CUI INUSITATA ARROGANZA NON PUO’ NE’ DEVE CONTINUARE. In un passaggio delle dichiarazioni riportate oggi,il ministro dell’economia argentino,Roberto Lavagna,denuncia problemi con il governo di Roma,chiedendo che intervenga per riportare le relazioni tra l’Italia e l’Argentina nell’alveo della tradizione storica,perché ora i rapporti attraversano non pochi problemi:”Come nipote di italiani,mi provoca tristezza che alcune banche e promotori finanziari abbiano più forza del Governo”. Che significa che le banche sono più forti del Governo ? Forse perché ci sono accordi sottobancoi con l’Argentina per far accogliere una proposta capestro e truffaldina dei diritti dei risparmiatori ? Un diktat che promette di rimborsare il 27 per cento del capitale tra 20 e 40 anni dichiarando carta straccia le obbligazioni per chi non accetta ? I problemi diplomatici con l’Italia non devono essere posti dal ministro Lavagna,ma dai governi sovrani di tutto il mondo per sconfessare una odiosa,inaccettabile imposizione di con cambio beffarda ed umiliante per 450.000 risparmiatori italiani. Se alcune banche hanno venduto i bond ai risparmiatori in maniera scorretta,saranno chiamate a rispondere in Tribunale,ma l’Argentina non cambi le carte in tavola,perché è lo stato argentino,non il sistema bancario,che deve onorare gli impegni assunti.E lo può fare perché seppur portata ad una profonda crisi economica per responsabilità dei governi,ha immense ricchezze,riserve petrolifere,materie prime abbondanti,un rapporto debito-Pil inferiore a quello di molti paesi industrializzati,che consentirebbero di ripagare non uno,ma 10 volte il debito contratto con la complicità delle errate valutazioni del Fondo Monetario Internazionale. Questa ostinazione a voler offrire meno di un’elemosina ai risparmiatori di mezzo mondo,questa inusitata arroganza a non aver mai aperto seri negoziati con i rappresentanti dei risparmiatori,sarà giustificata dalle linea morbida,se non un vero e proprio appoggio occulto delle diplomazie e dei Governi occidentali,in particolare dal silente Fondo Monetario Internazionale,al quale è stato finora rimborsato oltre il 100 per cento dei prestiti, per un controvalore di 18 miliardi di dollari. I Governi del G7 hanno il dovere morale e civile di intervenire per isolare l’inusitata arroganza del Governo argentino,già in occasione delle riunioni in corso a Davos,per salvaguardare oltre ai sudati risparmi dei bond-holders, principi fondamentali del diritto internazionale ad onorare i debiti contratti, calpestati da un esecutivo che ritiene di fare strame degli impegni assunti a differenza di altri Paesi che, anche nel recente passato, hanno rimborsato i debiti contratti. L’arroganza dell’Argentina,che continua a prendere in giro risparmiatori e Stati sovrani di mezzo mondo,non può durare,ma deve essere isolata dalla comunità internazionale che ha l’obbligo di parlare forte e chiaro,non con le armi spuntate della diplomazia,ma con atti concreti fino ad un vero e proprio embargo di rapporti economici e politici,fintanto che il Governo di Buenos Aires non cambi registro onorando gli impegni assunti.I risparmiatori,anche quelli argentini ai quali il Governo ha riservato proposte più convenienti anche se discriminatorie rispetto alla totalità,stanno rifiutando in massa l’elemosina di un’offerta di scambio carta straccia,che non può avere alcuna probabilità di essere approvata dalla maggioranza degli obbligazionisti. Anche se in Italia si registra la doppiezza di alcune banche,che in pubblico invitano a rifiutare l’offerta,ma in privato consigliano di accettarla,le adesioni dei singoli risparmiatori sarebbe stata fino a ieri,secondo alcune stime,inferiore al 2 per cento,circa 9.000 sugli oltre 450.000. I risparmiatori che tempestano di telefonate l’Adusbef la cui rabbia è equamente addossata a banche e Governo argentino,con una prevalenza che pende ultimamente dagli istituti di credito verso Buenos Aires,oltre a respingere in massa l’offerta scandalosa,preferiscono vendere i bond agli attuali prezzi di mercato che oscillano tra 28 e 32 centesimi, realizzando subito, ciò che il Governo argentino promette di restituire tra i 20 ed i 40 anni,ossia tra il 2025 ed il 2045. Il Presidente Elio Lannutti29/01/2005
Documento n.4417