BANKITALIA: STATUTO A MISURA DI OLIGARCHI
COMUNICATO STAMPA BANKITALIA: STATUTO A MISURA DI OLIGARCHI, CHE AUMENTA,INVECE DI RIDURRE LE FUNZIONI E LA PLETORA DI DIRIGENTI E VICEDIREZIONI. ADUSBEF AUSPICAVA CHE NUOVO STATUTO RECUPERASSE I RAPPORTI CON I RISPARMIATORI RIDUCENDO LE DISTANZE,INVECE DI AUMENTARLE. L’oligarchia della Banca d’Italia,direttamente presieduta da Goldman Sachs, ha approvato oggi il nuovo Statuto,vero e proprio capolavoro di trasformismo, che invece di ridurre le distanze con utenti e risparmiatori, le ha ulteriormente aumentate, moltiplicando le poltrone e la pletora di dirigenze e vicedirezioni per esaudire gli appetiti e sistemare gli amici degli amici. Non si comprendono le ragioni statutarie che hanno portato ad un ampliamento delle competenze del Consiglio superiore (lo stesso in carica che difese strenuamente senza provare alcuna onta,l’ex Governatore Fazio); la definizione dei provvedimenti di rilevanza esterna da riservare alla competenza del direttorio; la formulazione delle norme generali di funzionamento dello stesso, i cui componenti vengono aumentati a cinque con l'istituzione di un terzo vice direttore generale. Mentre sono notevolmente diminuiti i compiti della Banca d’Italia per effetto del trasferimento dei poteri alla BCE, il Governatore Draghi,ex direttore Generale del Tesoro, che appaltò al largo di Civitavecchia a Goldman Sachs sul panfilo Britannia la svendita del patrimonio dello Stato,con la finalità di far sostituire monopoli privati a quelli pubblici,ricevendone come premio la vicepresidenza,moltiplica le poltrone per tenere conto dei “crescenti compiti attribuiti all'Istituto”: tra i crescenti compiti la divulgazione della biblioteca “Paolo Baffi” ad opera di dirigenti, che guadagnano 300.000 euro l’anno ! Il governatore Draghi – ed avrebbe destato stupore il contrario- ha accolto, verbalizzandoli, i piagnistei delle “banche partecipanti”, che dopo aver incassato 5 miliardi di euro di diritto di signoraggio,hanno lamentato una scarsa remunerazione del capitale,paventando addirittura il pericolo di “esproprio proletario” delle quote detenute in quella stessa Bakitalia che ha sempre “fiancheggiato”,come comprovano gli atti giudiziari,i desiderata delle banche contribuendo così a “truffare” con bond bidone,utenti e risparmiatori. Se con il vecchio Statuto,a fronte di migliaia di reclami lasciati incancrenire di utenti e risparmiatori,la Banca d’Italia rispondeva con lettere ciclostilate,con linguaggio burocratico: “che non rientra,tra i compiti istituzionali dell’Organo di vigilanza intervenire nel merito dei singoli rapporti che le banche intrattengono con la clientela nell’ambito dell’ordinaria operatività,poiché la tutela di tali rapporti, in caso di controversia,è rimessa alle competenti autorità giudiziarie”, il nuovo Statuto non si pone il problema di dirimere tali conflitti migliorando la trasparenza e corretta concorrenza,possibile con esercito di 8.000 dipendenti. Il nuovo Statuto non pone le condizioni per ridurre sperperi e sprechi di pubblico denaro,né pone rimedio all’assegnazione clientelare e senza evidenza pubblica (apposita commissione alloggi) di appartamenti a dirigenti,politici e ministri “tecnici” (ultime assegnazioni a Viale Mazzini e Largo della Chiesa Nuova), né pone un freno alle magalomani opere di edifici nuovi e/o in costose ristrutturazioni, confermando una gestione da parte di una casta di intoccabili. Roma,28.11.2006 (Elio Lannutti - Presidente Adusbef)28/11/2006
Documento n.4554