BANCA POPOLARE VICENZA: BENE, SEPPUR CON 7 ANNI RITARDO, LE PERQUISIZIONI DELLA GDF DISPOSTE DAL PM LUIGI SALVADORI. ORA OCCORRE SCOPERCHIARE LE RESP

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COMUNICATO STAMPA

BANCA POPOLARE VICENZA:  BENE, SEPPUR CON 7 ANNI RITARDO, LE PERQUISIZIONI DELLA GDF DISPOSTE DAL PM LUIGI SALVADORI. ORA OCCORRE SCOPERCHIARE LE RESPONSABILITA’ DI BANKITALIA E CONSOB,  ALZANDO IL VELO SU NEGLIGENZE ED EVENTUALI COMPLICITA’.

    Bene, seppur con 7 anni di ritardo rispetto alle denunce, le perquisizioni della Gdf disposte dal Pm di Vicenza Luigi Salvadori (compresi gli uffici direzionali di Roma, Milano e Palermo), sull’ennesimo, gravissimo scandalo di una Banca d’Italia dalle porte girevoli, che invece di vigilare va a braccetto con banchieri-amici, commissariando banche con i conti in ordine (Bene Banca Vacienna) per tentare di salvare quelle con rapporti amicali, come la Banca Popolare di Vicenza del padre padrone Zonin, che dopo ispezioni a ‘la carte’, forse pilotate, non si è mai accorta che in deroga a norme stringenti di legge la BPVI aveva prestato ai suoi clienti quasi un miliardo di euro (un quarto del suo valore), per comprare azioni della stessa banca, titoli illiquidi e sopravvalutati, senza che neppure la Consob sia intervenuta tempestivamente per tutelare piccoli risparmiatori rovinati, denunciato da Adusbef nell’aprile 2008, con 120mila azionisti che hanno visto dilapidati circa 6 miliardi di euro di risparmi (tra perdite ed aumenti di capitale) .

  Adusbef, che si augura vengano smascherati almeno 7 anni di mala-gestio, con numeri e cifre che appaiono gonfiate o sgonfiate ad hoc sui bilanci degli ultimi anni della Banca Popolare di Vicenza, che hanno determinato una situazione di supervalutazione del titolo assolutamente ingiustificata e che necessita dell’ennesimo aumento di capitale per stare in piedi, chiede analoghe ed urgenti perquisizioni nelle sedi di Bankitalia e Consob, per verificare come mai non siano mai intervenute per prevenire gestioni creditizie scellerate, essendo intollerabile che tali strapagati ‘Enti inutili’, possano continuare a farla franca, mentre viene dilapidato il pubblico, sudato risparmio.

    La supervalutazione delle azioni Bpvi con criteri arbitrari, i metodi illeciti per acquisire i soci, ed altre ipotesi di reato, erano state già denunciata da Adusbef nell’aprile 2008, con un esposto alla Procura della Repubblica di Vicenza, successivamente archiviata con una operazione che da molti venne definito "muro di gomma" e che a distanza di 7 anni, ha richiesto l’intervento della BCE costretta ad intervenire per mettere ordine nei conti di questa Banca, che sembra sfuggita al controllo del buon senso, prima ancora che alle regole di buona ed oculata gestione degli istituti di credito, i cui ispettori Bce hanno scovato ciò che le ripetute ispezioni di Bankitalia, non hanno mai voluto o saputo vedere.

   I magistrati alzino il velo ai livelli più alti, a quei sacrari finora inviolati, omertosi muri di gomma che seppur pagati a peso d’oro per prevenire le dissennate gestioni creditizie, scoprono le truffe dalle rare inchieste giornalistiche, non accorgendosi mai in tempo delle attività fraudolenti dei banchieri soci di Bankitalia, per tutelare il pubblico risparmio dalle scorrerie finanziarie e ristorare così in parte il dramma vissuto da decine di migliaia di soci della BPVI i  quali,  dopo una prima svalutazione del 23% con 6 miliardi di euro di propri risparmi bloccati e in attesa di ulteriori forti ribassi, attendono giustizia.

   L’ennesimo scandalo della BPVI, poteva essere evitata dall’ordinaria diligenza di Consob, per quanto attiene il valore e le modalità di vendita delle azioni illiquide; da una Banca d’Italia, che Adusbef ha ribadito negli esposti alle Procure, debba cominciare a pagare penalmente per i suoi omessi controlli, con l’individuazione dei distratti responsabili che hanno ispezionato la banca e di tutti i livelli superiori di comando, compreso Governatore, direttore generale ed intero direttorio.

 

                                                                                                                           Elio Lannutti (Adusbef)

Roma 22.9.2015

22/09/2015

Documento n.10172

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