BANCA POPOLARE DI VICENZA: LA MANCATA AMMISSIONE IN BORSA,PROVA PROVATA DEL FALLIMENTO DI UNA GESTIONE CRIMINALE DI UNA BANCA, CON IL CONCORSO DIRETTO DI BANKITALIA E CONSOB

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COMUNICATO STAMPA

 

BANCA POPOLARE DI VICENZA: LA MANCATA AMMISSIONE IN BORSA,PROVA PROVATA DEL FALLIMENTO DI UNA GESTIONE CRIMINALE DI UNA BANCA, CON IL CONCORSO DIRETTO DI BANKITALIA E CONSOB

   La mancata ammissione di Borsa italiana alla quotazione in Borsa della Banca Popolare di Vicenza, poiché: "non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato", è l’ultima prova provata del fallimento più totale del sistema di vigilanza Bankitalia-Consob e di manager, quali Zonin e Monorchio, che hanno perpetrato una gestione criminale del credito e del risparmio, a danno di 118.000 azionisti quasi totalmente azzerati e della reputazione stessa del sistema bancario italiano, giudicato solido e sostenibile dalla narrazione interessata della Banca d’Italia e del governo.

   La quotazione saltata in Borsa per la Banca Popolare di Vicenza, che avrebbe dovuto sbarcare a Piazza Affari mercoledì 4 maggio a coronamento di un aumento di capitale fino a 1,75 miliardi di euro, che si è concluso venerdì con adesioni minime dei sottoscrittori e vecchi azionisti già truffati, che hanno rifiutato di essere afflitti dalla sindrome di Stoccolma, porterà  il Fondo Atlante al 99,33%, dopo che si era già impegnato ad esercitare la clausola di sub garanzia che lo avrebbe reso azionista a oltre il 92% delle quote.

   In un paese normale, i massimi vertici di Bankitalia e Consob, che dal 18 marzo 2008, nonostante le reiterate denunce dell’Adusbef sul valore gonfiato delle azioni arrivate a 62,50 euro ed i metodi estorsivi di Zonin & Soci per diventare azionisti, pena la mancata concessione di prestiti, fidi, mutui, qualora non sentissero l’esigenza morale di rassegnare le dimissioni, sarebbero già stati cacciati, con conseguenti azioni di responsabilità risarcitorie e rimpiazzati con dirigenti più seri, preparati e responsabili.

                                                                             Elio Lannutti (Adusbef)

Roma,2.5.2016         

05/02/2016

Documento n.10309

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