Senato. Interrogazione di E. Lannutti. Abi progetta per il Ministero Giustizia

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Atto n. 4-03723 Pubblicato il 28 settembre 2010 Seduta n. 429 LANNUTTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della giustizia. - Premesso che: l'Associazione bancaria italiana (ABI) con il patrocinio del Ministero della giustizia ha sviluppato un progetto di formazione e-learning destinato a magistrati, cancellieri, avvocati e a tutti gli operatori del settore giudiziario per favorire la conoscenza e l'adozione degli strumenti del processo civile telematico e, più in generale, di tutti i servizi elettronici della giustizia; il portale "ABIfore-justice", presentato dal responsabile del settore giustizia dell'ABI, Luigi Capaldo, il 3 dicembre 2009 in occasione del Salone della giustizia, ha tra le sue principali finalità quella di trasferire le conoscenze e le competenze necessarie per il corretto utilizzo degli strumenti informatici nel processo telematico, contribuire allo scambio di informazioni e best practice tra gli addetti ai lavori e agevolare la costruzione di una cultura italiana sulla giustizia telematica; il progetto, volto a consentire l'invio informatico degli atti processuali e la gestione integrata di tutte le informazioni relative ai procedimenti, è stato realizzato nell'ambito dell'intesa siglata dal Ministero con l'Associazione bancaria nel novembre 2006 per il consolidamento e la diffusione del processo civile telematico; a giudizio dell'interrogante la giustizia così posta nelle mani dell'ABI con il processo telematico, per cui tutti gli atti passeranno dal server del sistema bancario, comporta un palese conflitto di interessi perché si consente all'ABI di entrare negli uffici dei Tribunali permettendo così a terzi interessati di essere informati in tempo reale delle "mosse avversarie"a tutto vantaggio delle banche, contro gli interessi delle famiglie, dei consumatori e delle piccole medie imprese; considerato che: altra vicenda anomala è stata la costituzione, nel 2007, di società ad hoc per la gestione dei fallimenti. Le principali banche hanno infatti costituito apposite società denominate Asteimmobili, nei principali Tribunali (Roma, Milano, Genova, eccetera), con la finalità di chiudere il cerchio quando i tartassati e maltrattati utenti non hanno la possibilità di adempiere alle obbligazioni, specie su mutui e prestiti; ABI e banche si sono quindi ritrovate ben presto, con personale impiegato nella società costituita Asteimmobili a fare lavoro di cancelleria come altri pubblici ufficiali (con la non piccola differenza di non essere entrati per concorso e di non aver dovuto "prestare giuramento di fedeltà" allo Stato) in gangli alquanto delicati come le esecuzioni immobiliari, le procedure fallimentari, gli uffici dei giudici di pace, le corti d'appello sia civili che penali, le stesse procure; le precedenti società, per aver offerto un invidiabile vantaggio competitivo imbattibile, ossia la gratuità del servizio offerto, che svolgevano questo delicato lavoro, come Data Service ed Insiel, sono state sostituite dalla Asteimmobili Servizi SpA con sede sociale presso l'ABI (via delle Botteghe oscure 46 a Roma) e come soci un pool di banche, quali Intesa San Paolo SpA, SITEBA SpA, UGC banca (gruppo Unicredit), ICCREA Holding, banca Monte Paschi di Siena, Credit Servicing, banca Sella, banco Desio, banca Carige, Banca popolare di Verona e Novara, Interhol 2001 Srl, banca del Piemonte, Bipielle S.G.C., Banca popolare di Milano, Banca popolare dell'Emilia Romagna, Banca popolare di Puglia e Basilicata, Banca popolare di Lajatico, Banca popolare di Sondrio; le banche, che avrebbero investito 3,5 milioni di euro in questa operazione, con una generosa offerta con la finalità privatistica, come ad esempio la trasformazione dei pignoramenti degli immobili (chiesti al 99 per cento dalle stesse banche) in vendite all'asta; oppure le procedure fallimentari di società (che devono soldi alle banche, altrettanto spesso); l'archiviazione (o no, si potrebbe anche sospettare, visto che non sempre il deposito di un atto processuale di diritto civile prevede rilascio di una ricevuta) degli atti e delle sentenze; esemplare è stato il caso del Tribunale ordinario di Roma - IV Sezione civile esecuzioni immobiliari - al quale il Ministero della giustizia ha ridotto drasticamente il personale esterno licenziando i sei lavoratori della società Insiel, professionalmente apprezzati e utilizzati da oltre sei anni ma sindacalmente "troppo" attivi, mentre le altre società operanti nel settore del penale sono rimaste, fortunatamente, al loro posto; detto Tribunale, previo contatto con l'ABI, raggiungeva un accordo con la Asteimmobili Servizi It SpA (già interessata ad un'importante convenzione con il Ministero) per un intervento della stessa in fase di vendita, tendenzialmente esteso a tutte le procedure, ma mirato soprattutto ai compendi pignorati di più rilevante valore o di più difficile collocazione sul mercato immobiliare; considerato inoltre che: le banche gestiranno questi servizi con molta più efficienza tenendo conto dei propri interessi, ma con minore attenzione per l'interesse pubblico, per la terzietà degli atti della pubblica amministrazione, per i diritti dei vessati cittadini, sottoposti ad ogni sorta di abuso da parte degli istituti di credito; pertanto, a giudizio dell'interrogante, con riferimento agli istituti di credito si configura un evidente conflitto di interessi tra il loro dovere di salvaguardare anche il sudato risparmio investito nelle abitazioni per acquistare la prima casa per abitarci, tutelato dalla Costituzione, e la voracità degli stessi, non adusi a guardare mai le esigenze dei cittadini ed andare incontro a temporanee esigenze di questi ultimi che spesso, proprio per colpa delle banche stesse che hanno consigliato soluzioni sbagliate al 91 per cento delle famiglie nell'accensione di un mutuo, richiedono, invano, di dilazionare la corresponsione dei prestiti erogati, si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo abbiano valutato l'evidente conflitto di interessi che si configura tra una trasparente gestione delle esecuzioni immobiliari e la società Asteimmobili, che è stata chiamata a svolgere un tale compito, nonché, da ultimo, il conflitto di interessi sotteso alla decisione di assegnare all'ABI la gestione integrata di tutte le informazioni relative ai procedimenti e l'invio informatico degli atti processuali; se tale progetto ABI-Ministero, oltre a rappresentare una palese ingerenza di banche e soggetti privati nell'amministrazione della giustizia, non configuri aperta violazione di norme, anche di rango costituzionale, nella separazione netta dei poteri, la quale non prevede che la giustizia possa essere appaltata a soggetti privati quali le banche associate i cui interessi sono nettamente contrapposti a quelli dei cittadini consumatori sempre più vessati e gettati in balia dei potenatti economici.

05/10/2010

Documento n.8732

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