Senato Interrogazione (24-1-2012) di E. Lannutti su liberalizzazioni e settore bancario
LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che: il decreto sulle liberalizzazioni, a giudizio dell'interrogante iniquo, che colpisce edicolanti, tassisti e farmacisti, non sembra intaccare alcuni ben individuati monopolisti e consolidati cartelli ed oligopoli, quali petrolieri, gestori di reti autostradali, banchieri ed assicuratori che, con i loro abusi di mercato, impongono prezzi e tariffe tra i più elevati del mondo; i costi dei servizi bancari infatti, sono pari a 295,66 euro, contro una media europea di 114 euro ed i tassi di interesse sui mutui regolati al 4,60 per cento, sono più elevati della media dell'Europa a 27 dove si stipulano contratti di mutuo al saggio del 3,97 per cento senza che in quei Paesi le banche possano imporre costose polizze capestro di 25.000-30.000 euro per perfezionare il contratto, senza le quali non vengono erogati i prestiti; il decreto-legge del Governo, che colpisce i soliti noti, senza intaccare minimamente banche, assicurazioni e petrolieri, fa avanzare nell'opinione pubblica legittimi sospetti di Governo dei banchieri; da anni infatti le banche sono impegnate ad annettere, ai loro servizi principali (conto corrente, custodia titoli, piano di accumulo, prestiti, fidi, eccetera), lucrosi servizi accessori non richiesti dalla clientela: al mutuo collegano l'apertura obbligatoria di un conto corrente e l'accensione di una costosa polizza vita, composta per l'80 per cento di provvigioni, per il 20 per cento di copertura dei rischi assicurati; collocare polizze vita è un grande affare, ma subordinare la concessione del mutuo alla loro sottoscrizione, oltre a una violenza, è un affare nell'affare: a) perché, anche in mancanza di fondi, spesso il finanziamento mutuato viene fatto lievitare per sottoscrivere polizze vita di alto valore; b) perché chi decide di acquistare una casa accendendo un mutuo ragiona di impegni di spesa di decine o centinaia di migliaia di euro, per cui sembrano non rilevare 15-20.000 euro in più; c) perché, in caso di rescissione anticipata della polizza (per surrogazione o per estinzione anticipata del mutuo), l'assicurato avrà un capitale drasticamente ridotto rispetto al premio unico pagato inizialmente in anticipo, che rischia perfino di perdere. La prassi illegale di imporre una costosa polizza vita alla concessione dei mutui aveva indotto l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) ad aprire una indagine e l'Isvap (l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private) ad emanare il provvedimento n. 2946, con il quale impediva alle banche e alle finanziarie di ricoprire il doppio incarico di venditori e beneficiari di una polizza in occasione della stipula di un mutuo o di un prestito, con i mutuatari costretti a sottoscriverne una con gli istituti di credito per garantire il capitale; nella Relazione 2011 al Parlamento, il presidente dell'AGCM, Antonio Catricalà, ha testualmente affermato: "stiamo anche indagando su istituti bancari sospettati di subordinare nei fatti la concessione dei mutui alla sottoscrizione di polizze vita particolarmente costose", si chiede di sapere: se a giudizio del Governo sia liberale imporre un contratto di durata accessorio ad un prestito, come l'obbligo di subordinare ad una polizza vita un mutuo, offrendo a banche e compagnie d'assicurazione la licenza di "saccheggiare" le tasche dei consumatori per un controvalore di almeno 2,5 miliardi di euro all'anno; quale sia la valutazione del Governo sull'articolo 29 del decreto-legge "crescibanche", teso a legalizzare l'indebito lucro, pari a 2,5 miliardi di euro l'anno, sulla pelle dei consumatori, imponendo alla clientela prodotti, servizi e contratti non richiesti, nonché violando in tal modo una fondamentale legge del mercato. Al riguardo appare singolare che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Catricalà abbia potuto avallare tale disposizione, essendo stato, prima dell'attuale incarico governativo, Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato; se il Governo non ritenga che l'art. 29 rappresenta un saccheggio sistematico dei diritti dei consumatori, depredati dai banchieri e dagli assicuratori, con costi dei servizi bancari che sono più alti d'Europa e tariffe RC auto che risultano le più elevate del mondo, e se non si ritenga complice di una palese violazione del codice del consumo, dei diritti fondamentali e delle libertà e libere scelte dei cittadini di acquistare solo ciò che ritengono opportuno e necessario, senza soggiacere alle imposizioni capestro di potentati bancari, finanziari ed assicurativi; quali misure urgenti intenda attivare per imporre equità, impedire saccheggi sistematici da banche ed assicurazioni e distribuire con analogo peso tra i cittadini, i sacrifici richiesti alle famiglie senza esentare banche, assicurazioni, concessionari e petrolieri dai costi delle manovre che stanno scatenando più che legittime proteste, per le loro palesi iniquità, in tutto il Paese. (2-00407)25/01/2012
Documento n.9129