SANREMO: L'AVIDO RE MIDA LOGORROICO, DIFENDE I SUOI COMPENSI DI 1 MILIONE DI EURO
15/02/2009 Tratto da Il Mattino (di Napoli) DALL’INVIATO Pietro Treccagnoli Sanremo. Ci vorrebbe un interprete per sbrogliare il gomitolo delle metafore di Paolo Bonolis. Finito sulla graticola dei compensi, il Re Mida logorroico, ieri non ce l’ha più fatta ed è sbottato. Via radio, al telefono. E, in serata, anche al Tg1 con Mollica. «Un milione di euro per rianimare un festival boccheggiante vi sembrano troppi?» ha chiesto retoricamente Bonolis a chi l’ha bacchettato. E, intervenendo al programma «Due di tutto» in onda su Radio Radio s’è dato una risposta lunga e disarticolata. «C’è la volontà di delegittimare quella che può essere un’occasione di serenità, disimpegno, meraviglia per molti» ha esordito. «Si crea sempre, ma quest’anno noto con una particolare acrimonia, la stessa volontà, da parte di non so quali persone che portano dentro delle infelicità. C’è la voglia di veder tutto intristito, brutto e si usa allora qualsiasi stratagemma, anche questo mio ultimo del compenso». Lui, in fondo, e non gli si può dare torto, ha accettato quanto gli è stato offerto. L’anno scorso, Pippo Baudo ha avuto dalla Rai 900 mila euro. «Sono otto mesi di lavoro ed è impegnativo in un mercato, quello televisivo, che per otto mesi se vuole fare qualcosa in un certo modo ha una determinata tariffa» ha spiegato Bonolis. Il presentatore forse non s’aspettava di trovarsi impegolato in una polemica molesta, e così ha gridato al complotto. «Questa enorme fronda di persone che cercano di delegittimare tutto, di gettare ombre su ogni cosa ti fa vivere la cultura del sospetto, dell’intrigo». E al Tg1: «È buffo che questa cosa sia venuta fuori proprio ora, mentre è nota fin da ottobre». Poi s’è infilato in un ragionamento dei suoi che lascia boccheggianti: «C’è chi fa le cose, chi attraversa i varchi e chi aspetta ai varchi. Io preferisco essere uno che si muove da un varco all’altro piuttosto che mettermi seduto vicino a un varco e aspettare che passi qualcuno per tirargli un sasso in testa. Anche perché se stessimo tutti seduti ai varchi succederebbe ben poco su questa terra». Che dire? Un apologo cinese reinterpretato da Laurenti. Lui risponde, ma le dichiarazioni continuano a lapidarlo. Ieri è stata la volta del dipietrista Elio Lannutti che ha chiesto al ministro Tremonti (in quanto azionista di maggioranza della Rai) di andare a rispondere in Senato della vicenda. Anche Luca Borgomeo, presidente dell’Aiart, un’associazione di telespettatori cattolici, ha detto la sua: «Bonolis fa finta di non capire, ma in questo momento di crisi tutti dovrebbero stringere la cinghia. Sembra valere per tutti, ma non per lo show business». A tenere banco in questi giorni di vigilia resta comunque, ancora la bagarre sulla canzone di Povia, «Luca era gay». La Fgci (quella dei giovani comunisti, ma esiste ancora?) ha chiesto a Benigni, ospite della prima serata, di lanciare un messaggio contro l’omofobia, per pareggiare i conti. E Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, ha annunciato che gay, lesbiche e trans si baceranno davanti all’Ariston. Quando i soldi scarseggiamo, che c’è di meglio del sesso?16/02/2009
Documento n.7758