SANREMO: GLI AFFARI DI FAMIGLIA DEI PRESTA E DEI BONOLIS

in Articoli e studi
15/2/2009 (7:26) - LA KERMESSE- POLEMICHE E COSTI Festival di Sanremo, affare di famiglia La scuderia di Lucio Presta fa il pieno: quasi tutti suoi gli artisti all'Ariston PAOLO FESTUCCIA LA STAMPA Martedì prossimo si aprirà l’edizione 2009 del festival di Sanremo. Un evento tanto atteso, non foss’altro per le polemiche che da sempre lo accompagnano. Prima, durante e nei giorni che seguiranno la proclamazione del vincitore. Ma la vera novità di quest’anno non è tanto il ritorno di Bonolis nella città dei fiori dopo quattro anni, quanto i legami tra artisti, agenti e certe «affinità familiari». Come antica tradizione italica insegna, Sanremo non è solo un evento nazional-popolare ma anche una grande saga familiare. Che da un lato divide il pubblico sulle preferenze degli artisti, le acconciature delle vallette, le ugole dei cantanti, le scenografie, il verdetto finale; dall’altro unisce gli interessi professionali, ma non solo, degli organizzatori, dei discografici, degli sponsor. Tutto per un volume d’affari consistente, tenuto conto che solo la kermesse costerà alla Rai circa 20 milioni di euro (nove di questi circa andranno alla città che ospita la rassegna canora). Per queste ragioni, allora, è facile intuire che l’occasione è una di quelle da non sciupare tanto che Lucio Presta, l’agente di Bonolis ma anche di Benigni ha messo in campo il suo staff: dal direttore d’orchestra Bruno Santori, al direttore artistico musicale, Gianmarco Mazzi; dagli autori, Barbara Cappi, Cesare Lanza, Marco Salvati, Sergio Rubino, al consulente Tony Eustor. E ciliegina sulla torta, anche la signora Sonia Bruganelli, ovvero la moglie del presentatore e del direttore artistico Paolo Bonolis. La signora Bonolis, per l’appunto, si sta occupando del casting, o meglio «solo di alcuni momenti del festival - sottolineano fonti Rai - e cioè delle modelle, dei ragazzi...». Insomma, la famiglia è al completo. Non solo per Bonolis ma anche per Presta che oltre al cast - per così dire tecnico - «scaricherà» sul palco dell’Ariston una serie di personaggi legati al suo ruolo. Insomma, il vero deus ex machina degli artisti non sembrerebbe tanto la Rai, che pure finanzia la gara canora, quanto il manager delle star. È lui, infatti, che tratta i compensi dei big principali, che rilancia sui diritti di Benigni e che, forse casualmente, sceglie e trova le migliori risorse per Sanremo proprio nel guardaroba di casa, nel cosiddetto book di famiglia. Casualità? Può darsi. Che Paolo Bonolis presentasse l’edizione di quest’anno non è una novità (lo scorso anno «La Stampa» raccontò di un una conversazione tra il direttore delle relazioni esterne della Rai, Guido Paglia e il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, nella quale di fatto si annunciava l’ingaggio di Bonolis) ma che Roberto Benigni non avesse ancora siglato il suo contratto (ancora ieri era così) a meno di 48 ore dalla «prima serata» novità lo è certamente. Nonostante questo, il comico toscano ci sarà. Martedì alle 22,30 è prevista la sua irruzione al teatro Ariston, e «sarà - assicurano fonti Rai - come sempre straordinaria di circa 20 minuti». Resta, però, - non è un dettaglio viste le cifre in gioco - da comprendere quanto costerà realmente alla Rai la sua partecipazione. Il cda della Rai, infatti, con i consiglieri Giuliano Urbani che Marco Staderini, si è detto contrario a cedere i diritti di home video che l’attore ha chiesto, ma ancora ieri la Melampo e il manager Lucio Presta hanno lasciato intendere che l’intervento sanremese e la cessione dei diritti (valutati dalla direzione commerciale per 5 anni tra 1,5 e 2 milioni di euro) al comico toscano viaggiano sullo stesso treno. E se la Rai dovesse cedere, il costo reale di Benigni (il valore stimato per la sua presenza è di 350mila euro), allora, sarebbe davvero incalcolabile «non solo per per la differenza tra il valore presunto e quello reale - ha spiegato ieri in una intervista a «La Stampa» Giuliano Urbani - ma anche per il precedente che si creerebbe, visto che poi tutti i grandi artisti potrebbero avanzare le stesse richieste». La posta in palio, dunque, è davvero consistente. E Lucio Presta, l’uomo che lega insieme i «desideri» di Roberto Benigni con le richieste del direttore artistico non intende lasciarsela sfuggire. Tanto da tenere in stallo la Rai e richiedere compensi milionari per le sue star. A cominciare da quello di Bonolis, che in un momento così delicato (alla Sipra, la concessionaria pubblicitaria della Rai, raccontano che l’Ad Maurizio Braccialarghe non senza difficoltà, sia sceso in campo per setacciare ogni piazza, piccola o grande pur riempire le casse), porterà a casa un milione di euro ma che sarebbero stati addirittura 2 (tanto era la richiesta avanzata in prima istanza, certamente meno di quanto guadagna a Mediaset), se il direttore generale Claudio Cappon, nel firmare lui stesso l’accordo, non avesse alzato le barricate parametrando il compenso a quello percepito da Pippo Baudo lo scorso anno. «Purtroppo quando si appalta tutto - ammette Urbani - si rischia di contaminare tutto. Compreso il pensiero editoriale di un evento artistico. Rivolgersi altrove è una fuga dalle proprie responsabilità. E anche per questa ragione è necessario che si ponga un limite agli appalti esterni».

15/02/2009

Documento n.7757

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