RAI: DI TUTTO,DI PIU'. ANCHE IL PASSIVO,150 MILIONI,GLI SPRECHI,LE SUPER LIQUIDAZIONI,I DIRIGENTI SENZA INCARICHI...

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SPRECHIFICIO RAI - 150 mln DI PASSIVO E LA CORTE DEI CONTI INDAGA – PER I MANAGER CI SONO SUPER LIQUIDAZIONI OPPURE UN “PARCHEGGIO” SENZA INCARICHI MA A PIENO LIBRO PAGA - L’UNICA SOLUZIONE IN VISTA? PER SADO-MASI è UNA SERIA POLITICA DI RECUPERO DELL’EVASIONE DAL CANONE (STIMATA A 400 MLN €)… www.dagospia.it lberto Guarnieri per "Il Messaggero" Cavallo di Viale MazziniIn Rai è l'ora della crisi. Non solo dovuta alla contrazione della pubblicità, ma condita da sprechi che in stato di emergenza risultano sempre meno giustificabili. E così la Corte dei conti indaga perché una dozzina di dirigenti e direttori sono rimasti senza incarichi e mansioni ma a pieno libro paga. Mentre altri se ne sono andati, ma con liquidazioni davvero considerevoli. Masi e il cavallo di viale MazziniNon oggetto di indagine, ma di malumori interni, ecco poi il continuo, salato, ricorso a nuovi conduttori, ingaggiati nelle ultime settimane per nuovi programmi di informazione per i quali evidentemente nessuno dei quasi duemila giornalisti interni è stato ritenuto adeguato. Il tutto a fronte di un bilancio che presenterà alla fine dell'anno (a meno di miracoli contabili e di risparmi oggi impreventivabili) un passivo di 150 milioni di euro. Che potrebbero diventare oltre 600 di qui al 2012. Insomma, il piatto piange. E l'unica speranza sembra venire da una seria politica di recupero dell'evasione dal canone, oggi stimata in 400 milioni di euro. CORTE DEI CONTI La Corte dei conti, chiamata in causa da un esposto di un consigliere della stessa Rai, Nino Rizzo Nervo, indaga sui direttori a spasso. E a condurre l'istruttoria è lo stesso sostituto procuratore che indagò sulla nomina, poi revocata, a direttore generale di Alfredo Meocci. E la scelta dell'incompatibile ex commissario dell'Authority è costata alla Rai una multa milionaria. PAOLO GARIMBERTI Anche ora si parla di nomine. Ma non di chi è stato scelto, bensì degli esclusi. Sono una dozzina i direttori giornalistici e dirigenti Rai senza incarico, vittima dei continui totonomine, sport preferito dell'azienda. Il numero è variabile. Non si può infatti negare infatti al direttore generale Mauro Masi, come alla precedente gestione, uno sforzo di ricollocazione notevole. Fino a qualche anno fa infatti il numero dei rimossi si aggirava costantemente intorno alla quarantina. E' però incontestabile che molte ricollocazione sono esclusivamente frutto di una moltiplicazione delle poltrone, specie delle vice direzioni, difficilmente spiegabile con esigenze funzionali. E d'altro canto le nomine continuano. In queste ore è polemica sui possibili nuovi capiredattori alla TgR, mentre si preparano nuove direzioni per Rai News (il cui inventore Michele Mezza è a spasso), Fiction e Cinema. SENZA INCARICO Non mancano i nomi illustri tra le vittime del nominificio. Paolo Ruffini, direttore di Raitre, ha sostituito nella lista Antonio Di Bella, che ha preso il suo posto dopo essere stato avvicendato al Tg3. Ancora senza nuovo incarico è addirittura un ex direttore generale come Claudio Cappon. In altre aziende i supermanager sono licenziabili, mentre in Rai ogni nomina a direttore è di fatto e di diritto a vita. Senza nuova collocazione c'è anche un noto televolto ed ex presidente di Regione come Piero Badaloni. Va un po' meglio con le "quote rosa": ricollocate, con la moltiplicazione delle vicedirezioni (ce ne sono in strutture di cinque persone), Anna Donato, Roberta Enni e Teresa De Santis. "A disposizione" invece Mirella Marzoli. La direzione generale fa notare che con rapidità viene trovata una nuova pronta ricollocazione per quasi ogni escluso. Ma la lista dei senza incarico conosce anche nuovi ingressi. La scelta dei nuovi vice direttori al Tg3 l'ha di nuovo rimpolpata e presto toccherà al novo direttore di raitre fare le proprie scelte, che inevitabilmente porteranno a nuovi "esuberi". SUPER LIQUIDAZIONI Lasciano invece definitivamente la Rai due dirigenti di lungo corso come Angela Buttiglione e Marcello Del Bosco. La celebre giornalista, poi direttore della TgR, e il responsabile della Radiofonia riceveranno per liquidazione e patto di non concorrenza oltre un milione e mezzo di euro complessivamente. Un po' meno di uno a lei, molto più di mezzo a lui. Cifre che suscitano proteste di fronte al buco nei conti Rai. IL BILANCIO Un "rosso" dovuto comunque essenzialmente alla crisi economica che ha messo in ginocchio la raccolta pubblicitaria della Sipra: solo nel 2009 sono mancati all'appello circa 100 milioni. Ma un ruolo nel deficit lo giocano anche l'aumento dei costi generali e la crescita esponenziale, soprattutto negli anni pari, dei diritti televisivi. Come uscirne? Masi punta a recuperare tra i 70 e i 100 milioni l'anno per tamponare la falla. SIPRA Assicura di aver dichiarato guerra agli sprechi, che ha ereditato dalle passate gestioni, e scommette su una drastica riduzione dell'evasione del canone. Portarla dal 27 per cento attuale al 10 farebbe rientrare quasi 400 milioni di euro l'anno. Un modo davvero semplice e indolore per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2012. Per ora però le previsioni di bilancio triennali parlano di un possibile "rosso" addirittura superiore ai 600 milioni di euro. LE PROSPETTIVE D'altro canto la Rai si avvia ad essere l'unico player del mercato televisivo che non può fare pay tv. Un limite che deriva principalmente dal fatto che riceve i soldi del canone. Una distinzione dell'azienda in due rami, servizio pubblico e tv commerciale, è sempre più all'ordine del giorno.

25/01/2010

Documento n.8441

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