PROCURA DI ROMA: DALLE PARTI DI FERRARA C’E’ LA NEBBIA - "COSÌ FUMMO INTIMIDITI DAL PROCURATORE"- DICONO I CARABINIERI CHE NON HANNO POTUTO INDAGARE:

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TOH, DALLE PARTI DI FERRARA C’E’ LA NEBBIA - "COSÌ FUMMO INTIMIDITI DAL PROCURATORE": l’accusa dei carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico, al procuratore di Roma Giovanni Ferrara di aver cercato di bloccare l’indagine per corruzione sugli appalti del G8 - FERRARA QUERELA, IL CORRIERE REPLICA: "decine di magistrati hanno finalmente diritto di vedere il loro posto di lavoro liberato dalla nomea di "porto delle nebbie""... tratto da www.dagospia.it 1 - LA DENUNCIA DI FERRARA E I VERI DANNI Dal "Corriere Della Sera" Sorprende l'annuncio del procuratore di Roma Giovanni Ferrara di presentare una querela contro il Corriere della Sera dopo la pubblicazione di un verbale della sua sostituta Assunta Cocomello. Perché prima di prendersela con i giornali, il magistrato dovrebbe forse interrogarsi su quanto è accaduto all'interno del suo ufficio. Abbiamo riportato fedelmente quanto raccontato da Cocomello in un atto giudiziario, esercitando così il diritto di cronaca. Se dunque Ferrara ritiene che questo danneggi la sua immagine non è con il Corriere che deve prendersela. Nelle ultime settimane l'inchiesta di Firenze ha rivelato quali siano i sospetti di altri magistrati sui comportamenti del suo «aggiunto» Achille Toro; forse è questo, più degli articoli che danno conto dell'esito degli accertamenti, ad aver danneggiato non soltanto l'immagine del Capo, ma quella di un intero ufficio. Nel quale operano decine di magistrati che hanno finalmente diritto di vedere il loro posto di lavoro liberato dalla nomea di «porto delle nebbie». 2- «QUEI DUBBI DEL PROCURATORE E LO SCONTRO CON FIRENZE» L'INDAGINE NEL DIARIO DEL PM - I CARABINIERI: COSÌ FUMMO INTIMIDITI DA FERRARA Dal "Corriere Della Sera" È in un'annotazione di servizio dell'11 febbraio 2009 l'accusa dei carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico, al procuratore di Roma Giovanni Ferrara di aver cercato di bloccare l'indagine per corruzione sugli appalti del G8. Il «diario» del pubblico ministero Sergio Colaiocco, titolare dell'inchiesta avviata nella capitale sui lavori per iMondiali di nuoto, svela invece il clima di tensione interno all'ufficio giudiziario e le frizioni con i colleghi di Firenze che hanno messo sotto inchiesta l'Aggiunto Achille Toro, ora indagato per corruzione, favoreggiamento e divulgazione di notizie riservate. LA MINACCIA Un anno fa erano stati proprio gli investigatori del Noe a sollecitare il pubblico ministero Assunta Cocomello ad attivare intercettazioni telefoniche nei confronti di Angelo Balducci e di altri due imprenditori. Nel fascicolo avviato dalla procura di Nuoro e poi trasmesso a Roma per competenza erano infatti emersi dettagli che facevano pensare «ad ipotesi corruttive, con gli interlocutori che parlavano di "appalti" e "buste"». Balducci Angelo presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Di fronte alle resistenze, decisero allora di compilare una relazione che il 16 febbraio scorso, prima di essere ascoltati come testimoni, hanno consegnato ai magistrati di Perugia. In particolare viene ricostruito un incontro avvenuto il 10 febbraio 2009, quando venne poi comunicato che gli accertamenti sarebbero stati affidati alla Guardia di Finanza. «A detta della dottoressa Cocomello, Ferrara e Toro avrebbero manifestato timori per la gravità delle ipotesi investigative che a loro dire avrebbero potuto danneggiare l'immagine del Paese nel contesto dell'impegno internazionale del G8.Ciò che tuttavia sconcertava questa polizia giudiziaria era l'affermazione del pm, che riportando le parole del procuratore capo sottolineava le responsabilità che sarebbero state addebitate a questa polizia giudiziaria laddove le ipotesi investigative formulate si fossero dimostrate infondate». I RITARDI DELLA FINANZA Risale al 20 maggio 2009 il primo appunto nel «diario» di Colaiocco: «Richiesta sequestro salaria», è scritto probabilmente con riferimento alla decisione di sollecitare i sigilli al Salaria Sport Village, il circolo di Diego Anemone inserito nel circuito dei Mondiali. Si arriva così all'8 ottobre con l'«esecuzione decreti circoli». Nelle settimane successive vanno avanti gli accertamenti, Colaiocco cerca di coordinarsi con la collega Cocomello che segue l'indagine sul G8, ma soprattutto sollecita la Guardia di Finanza a depositare un'informativa sulle indagini svolte. Venerdì 15 gennaio 2010 il magistrato scrive: «Deposito informativa e si fissa con Ferrara e Cocomello incontro con polizia giudiziaria per far capire ad Augelli (il capitano delle Fiamme gialle delegato a compiere gli accertamenti ndr) che la posizione dei sostituti è condivisa dal capo e bisogna stringere. Nessuno pensa a chiedere agli altri se si deve avvertire Toro». Effettivamente quattro giorni dopo «Ferrara mi dice che ci siamo dimenticati di avvertire Toro della riunione e che la prossima volta ce ne dobbiamo ricordare». Il 21 gennaio «incontro con Cocomello, decidiamo per accelerare i tempi, di iniziare a predisporre la richiesta di intercettazioni anche senza informativa finale». Dopo una settimana nuova riunione: «Incontro Cocomello. Redazione finale della richiesta. Consegna (mi pare) verso le 13 copia a Toro e Ferrara e fissato appuntamento per venerdì ore 13, per discuterne e decidere il da farsi (dopo cerimonia in Cassazione). Usciti dalla stanza di Ferrara, Toro mi chiede di illustrargli gli elementi a fondamento della richiesta; mi chiede in particolare gli attuali ruoli degli indagati p.u. (pubblici ufficiali ndr) che lui si appunta sulla sua copia; poi io gli illustro in circa cinque minuti, solo le provvisorie imputazioni parafrasandole». IL RIFIUTO DI TORO Il giorno dopo, quando i giornali danno conto di un'inchiesta analoga avviata in Toscana, Ferrara- su sollecitazione di Colaiocco- contatta il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi. Ecco che cosa scrive Colaiocco il 29 gennaio: «Ore 9, richiesta formale di collegamento via fax a Quattrocchi. Telefonata tra i procuratori. Ci viene dato il nome del collega Turco. Lo chiamo al cellulare verso le ore 10. Mi dice che è in macchina, sta andando in ufficio e mi richiamerà. Successivamente mi chiama Turco, si assicura che noi non effettuiamo atti di svelamento a breve e dice che verrà lui a Roma, lunedì alle 15,30. Ore 14 firmo la richiesta di intercettazioni a seguito incontro con Ferrara, Toro, Cocomello. Toro, invitato a vistare il provvedimento, declina dicendo che essendo presente il procuratore è sufficiente il suo visto.

12/03/2010

Documento n.8519

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