Morte dei Paschi: come un romanzo giallo. Un thriller che appassiona anche i lettori e le lettrici che come la maggior parte, non conoscono gli oscuri meccanismi della finanza.
Una serie di strani suicidi in giro per l’Europa, una banca, Antonveneta, che viene acquisita a più del doppio del suo valore di mercato e pagata anche con derivati di scarso valore che porteranno poi al crollo del Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica del mondo. Un’operazione di ingegneria finanziaria eseguita a debito, senza mezzi propri. Non è un romanzo di John le Carré, ma la storia raccontata nel libro Morte dei Paschi da Elio Lannutti (fondatore di Adusbef, giornalista e scrittore) e Franco Fracassi (giornalista di inchiesta). Una storia talmente assurda che nessun giallista avrebbe potuto pensarci. Un libro che sta facendo tremare gli ambienti finanziari italiani ed europei. In questo romanzo giallo, ci sono tutti. C’è lo scapestrato, l’imprudente, il traditore, l’arrogante, lo scemo, il truffato, il truffatore, l’intrigante, il finanziere, l’ambizioso, l’onnipotente, l’avvocato di provincia elevato da un sistema di potere trasversale, ma di matrice PD, a presiedere l’Abi, la potente associazione dei banchieri. E poi ci sono i massoni del ‘groviglio armonioso‘ - copyright Stefano Bisi-, capo conclamato di una loggia di antico rito. Poi c’è la Banca d’Italia del Governatore Ignazio Visco e di Mario Draghi, attuale capo Bce ex presidente Financial Stabilithy Forum, organismo internazionale nato nel 1999 su iniziativa dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali del G7, per promuovere la stabilità finanziaria internazionale, che autorizzò l’acquisto di Antonveneta a debito ad un prezzo folle con la delibera del 17 marzo 2007. Insomma, ci sono tutte le figure ed i personaggi adatti per raccontare una storia criminale appassionante. C’è anche il morto. Anzi, ce ne sono otto, oltre David Rossi, suicidato. Un doppio poker di suicidi avvenuti in circostanze discutibili, misteriose in lungo ed in largo del Pianeta, legati ai derivati finanziari, che hanno intossicato l’economia reale. Mps è una banca particolare, grande, che gioca sul tavolo della finanza internazionale, ma al tempo stesso ha una visione molto localistica, con amministratori intenti a compiacere i notabili senesi o gli amici del calcetto piuttosto che interagire con interessi politici ed economici nazionali o esteri ed avere una grande visione strategica per servire l’economia e le imprese nella gestione oculata del credito e del risparmio. Oggi è un istituto che ha bruciato aumenti di capitali per decine di miliardi di euro, dopo la pazzesca cifra di 17 mld di euro pagata a Banca Santander del fu Emil Botin (finanza cattolica). A rimetterci saranno come sempre i risparmiatori, i lavoratori, il tessuto sano delle piccole e medie imprese, ossatura dell’Italia laboriosa. Insomma, sappiamo chi sono le vittime, ma l’intento del libro è aiutare a capire chi siano gli assassini di quella che è stata una delle banche più grandi, importanti ed antiche del Paese.
17/11/2017
Documento n.10629