MILLEPROROGHE: TESTO INTERVENTO SEN.LANNUTTI (IDV) IN MERITO ALL'ANATOCISMO ED AL COLPO DI SPUGNA GOVERNO CAMERIERE BANCHIERI

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Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 510 del 26/02/2011 SENATO DELLA REPUBBLICA - XVI LEGISLATURA -- 510a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO SOMMARIO E STENOGRAFICO SABATO 26 FEBBRAIO 2011 _________________ Presidenza del presidente SCHIFANI, indi del vice presidente CHITI e della vice presidente MAURO Discussione del disegno di legge n. 2518-B (Milleproroghe) PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Lannutti. Ne ha facoltà. LANNUTTI (IdV). Signor Presidente, signori membri del Governo, colleghi, questo decreto milleproroghe, come è già stato illustrato dal senatore Li Gotti nel corso dell'esame della questione pregudiziale, è indigesto, aumenterà la pressione fiscale e soprattutto presenta gravi profili di incostituzionalità, specie sulle norme salvabanche e salvainteressi dei banchieri. Andate a sanare ancora una volta l'anatocismo, ossia la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi. Il calcolo degli interessi in regime di capitalizzazione composta anziché in regime di capitalizzazione semplice determina una crescita esponenziale del debito, una fiorente attività di capitalizzazione, come più di una volta le sezioni unite di Cassazione hanno stabilito. L'articolo 1283 del codice civile vieta un regime di capitalizzazione composta degli interessi, ovvero il pagamento degli interessi su interessi di periodi precedenti, ma nonostante la tutela approntata dal citato articolo, per oltre mezzo secolo nella prassi bancaria italiana hanno trovato applicazione generalizzata nei contratti di apertura di conto corrente le clausole di capitalizzazione trimestrale degli impieghi. Dal 1999 la Corte di cassazione ha più volte affermato la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale. Per evitare un contrasto tra il lavoro dei giudici e la prassi, il legislatore ha ritenuto opportuno, con il decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 342, modificare l'articolo 120 del decreto legislativo l5 settembre 1993, n. 385 (testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia): tale intervento ha introdotto in materia il principio della eguale cadenza di capitalizzazione dei saldi attivi e passivi, con una norma transitoria. Tale norma è stata poi dichiarata illegittima, per eccesso di delega e conseguente violazione dell'articolo 77 della Costituzione, dalla Corte costituzionale, con sentenza 17 ottobre 2000, n. 425. Il cosiddetto decreto-legge salvabanche fu presentato il 23 luglio 1999 e la Consulta, con la citata sentenza, ha dichiarato incostituzionale l'articolo 25, comma 3, per la violazione del principio dell'irretroattività della legge, per la disparità di trattamento fra soggetti del testo unico bancario e creditori sottoposti all'anatocismo e per il mancato rispetto dell'autonomia dell'indipendenza della magistratura. Dopo la sentenza della Consulta del 17 ottobre 2000, il 29 dicembre 2000 fu approvato un secondo decreto-legge, il cosiddetto salva mutui usurari, e anche in quel caso la Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità di quel decreto-legge salvabanche. Dunque, sono molti i profili di incostituzionalità rispetto a una norma scritta sotto diretta dettatura delle banche. Dopo i rilievi effettuati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con i quali questi aveva eccepito l'incostituzionalità del decreto milleproroghe, specie sulle norme salvabanche, estranee alla materia ed infilate di notte per confondere nel buio la vostra vergogna, milioni di consumatori vessati, usurati e taglieggiati dalle banche avevano confidato in un ravvedimento operoso del Governo e del ministro dell'economia Tremonti sull'articolo 2-quinquies, scritto sotto diretta dettatura del governatore Draghi, dell'ABI e delle banche per far estinguere i diritti degli utenti dei servizi bancari, sanciti ancora una volta da una recentissima sentenza di Cassazione, la n. 24418 del 2 dicembre 2010. Ma la norma ancor più fraudolenta è quella aggiunta alla Camera al comma 9 dell'articolo 2-quinquies, in cui si afferma che: "in ogni caso non si fa luogo alla restituzione degli importi già versati alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto". È una presa in giro, perché in ogni caso la legge non avrebbe mai potuto avere effetto retroattivo sulle migliaia di condanne per anatocismo inflitte dai tribunali agli istituti di credito, a conferma della profezia di Ezra Pound: questo Governo, e la maggioranza che lo sorregge, è il più fedele maggiordomo dei banchieri e dei loro interessi.Voi, signori del Governo e della maggioranza, portate sulla coscienza lo svuotamento della class action, che non può essere attivata da milioni di risparmiatori truffati ai quali le banche avevano appioppato obbligazioni Cirio, bond argentini e prodotti Parmalat, che hanno totalmente scremato un esercito di pensionati, e Lehman Brothers, in quel vasto fenomeno di risparmio tradito che ha mandato in fumo - lacrime e sangue di un milione di famiglie - somme per un valore stimato in 50 miliardi di euro. Non si illudano Draghi, l'ABI, Bankitalia, il ministro Tremonti ed il Governo, che hanno concertato di notte l'ennesimo furto con destrezza a danno dei consumatori, degli enti locali, perché queste pratiche, questa usura legalizzata, praticata per oltre mezzo secolo da un sistema paramafioso, verranno eccepite davanti ai tribunali. «Con usura nessuno ha una solida casa di pietra squadrata e liscia per istoriarne la facciata, con usura non v'è chiesa con affreschi di paradiso (...) con le aureole sbalzate, con usura nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine, non si dipinge per tenersi arte in casa ma per vendere e vendere presto e con profitto, peccato contro natura, il tuo pane sarà staccio vieto arido come carta (Applausi dal Gruppo IDV), senza segala né farina di grano duro, usura appesantisce il tratto, falsa i confini, con usura nessuno trova residenza amena. Si priva lo scalpellino della pietra, il tessitore del telaio (...). Usura soffoca il figlio nel ventre, arresta il giovane amante, cede il letto a vecchi decrepiti, si frappone tra giovani sposi, contro natura. Ad Eleusi han portato puttane, carogne crapulano ospiti d'usura». Questa poesia è di Ezra Pound. Voi, signori del Governo e della maggioranza, siete i fiancheggiatori più fedeli dei banchieri e delle loro pratiche usurarie, che continuano a strozzare le piccole e medie imprese, centellinando gli affidamenti e che, con le loro lungaggini, ritardano la crescita economica per erogare allegri fidi agli Zalesky, agli Zunino e ai loro compari. Sappiate che questo ennesimo decreto salvabanche, che cancella con un colpo di spugna i sacrosanti diritti dei consumatori, frutto di un quarto di secolo di battaglie contro le mafie bancarie, è la dimostrazione più palese dell'usura di un Governo e di una maggioranza, che, per vivacchiare, sono costretti ad andare a braccetto con i banchieri e a ricorrere ai voti di fiducia per tirare a campare senza tirare le cuoia. Voi, signori del Governo della maggioranza, proteggete e sanate le illegalità e, mentre lesinate qualche milione di euro di detrazioni fiscali alle famiglie taglieggiate dalle banche, erogate 141 milioni di euro (solo nel 2011) ai signori banchieri, per premiare pratiche vessatorie e tecniche usurarie; premiate l'illegalità degli allevatori, sottraendo fondi ai malati terminali; mettete in concorrenza le associazioni di volontariato sul 5 per mille con gli ammalati di sclerosi multipla. Ma anche stavolta, dopo il decreto salvabanche del 1999 e il successivo decreto salvamutui usurari, la Corte costituzionale, che sarà chiamata a pronunciarsi su norme incostituzionali approvate da un Governo fedele servitore dei banchieri, verranno sollevate, nelle udienze già fissate, a partire da lunedì 28 febbraio, eccezioni di incostituzionalità di norme scritte sotto diretta dettatura dei bankster, per cancellare 20 anni di battaglie giudiziarie dell'Adusbef a tutela dei diritti di milioni di famiglie. Noi, signori del Governo e della maggioranza, continueremo a tutelare i diritti di milioni di consumatori, delle piccole e medie imprese strozzate e usurate e della povera gente. Voi continuate a difendere gli interessi dei banchieri che continuano a taglieggiare le famiglie. Sarete certamente in buona compagnia. (Applausi dal Gruppo IdV. Congratulazioni). LANNUTTI (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. LANNUTTI (IdV). Signora Presidente, avendo una certa dimestichezza con queste materie, vorrei ripetere ciò che stamattina ho già affermato in sede di Commissioni riunite: questa è una norma salvabanche che cadrà come sono cadute altre norme salvabanche dei precedenti Governi, perché è scritta con i piedi e va non solo contro l'ultima sentenza della Cassazione del 2 dicembre 2010, ma anche contro una giurisprudenza consolidatasi, dal 1999 fino al 2010, sulla prescrizione. Non annoierò i colleghi in merito alla norma sulla prescrizione dei diritti nascenti dall'annotazione in conto corrente (articolo 2935 del codice civile) che va letta in riferimento alla decadenza dei diritti nascenti dalla mancata contestazione: nei confronti del correntista la prescrizione decennale decorre dal momento in cui si chiude il conto corrente e non dal momento dell'ultima annotazione, perché l'ultima annotazione è anche quando si pagano gli interessi passivi. Quindi, questa norma salvabanche, che è stata fatta perché, si dice, dobbiamo salvare le banche (altrimenti povere banche! Al riguardo sono stati dati anche dei numeri al lotto, valutando in 30 o 50 miliardi di euro l'onere a carico del sistema bancario). Ripeto: abbiamo una dimestichezza con queste materie, perché siamo stati i protagonisti anche dell'udienza del 22 novembre scorso che ha prodotto la sentenza del 2 dicembre 2010 delle Sezioni unite di Cassazione. Invito quindi i colleghi a votare a favore dell'ordine del giorno G119. Qualora il Governo non dovesse accoglierlo, almeno noi dell'Italia dei valori Voteremo a favore. Il Governo e la maggioranza - l'ho detto anche stamattina - si assumono una gravissima responsabilità di fronte a milioni di consumatori usurati dalle banche. Alle banche diamo 141 milioni di euro per mettere a posto i conti, ma chi pensa ai problemi e ai diritti della povera gente, dei consumatori, delle piccole e medie imprese? Quindi, noi dell'Italia dei Valori voteremo a favore. (Applausi dal Gruppo IdV e della senatrice Biondelli). LANNUTTI (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. LANNUTTI (IdV). Signora Presidente, comprendo che il Governo e la maggioranza siano un po' allergici ai magistrati e alle sentenze da questi emesse, ma sono i magistrati e la stessa Corte suprema che hanno interpretato, in decine di sentenze, il significato di anatocismo, di interessi usurari, di prescrizione e da quando questa decorre, non il senatore Grillo o il senatore Lannutti.Pertanto, ribadiamo nuovamente il nostro voto favorevole sull'ordine del giorno G120 del senatore Barbolini. Ancora una volta i consumatori, i cittadini, le famiglie e la povera gente sapranno chi ringraziare: continuate ad andare a braccetto con i bankster che hanno ridotto sul lastrico le famiglie. (Applausi dai Gruppi IdV e PD). LANNUTTI (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. LANNUTTI (IdV). Signora Presidente, ancora una volta invito, anche se è un'esortazione vana, che cadrà nel vuoto, a riflettere sui danni che verranno inferti a milioni di consumatori e di piccole e medie imprese da questa norma salvabanche. Il nostro emendamento tendeva a salvare i diritti che, anche se quantificati con un terno al lotto, sono sempre diritti, e non sono quei 30 miliardi che sono stati "sparati" per indurre la maggioranza a fare quadrato. Sono molto meno e, se vi fosse stata la class action, forse si poteva arrivare a quella somma. Ma la class action non c'è, e quindi, ancora una volta, invito a votare a favore dell'emendamento 2.119 per difendere i diritti delle famiglie, dei consumatori, delle piccole e medie imprese e della povera gente. Ne chiediamo inoltre la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

28/02/2011

Documento n.8866

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