Il Sole 24 Ore. Il pm chiede cinque anni e mezzo di carcere per Faenza nel processo sul crack Italease 17-9-2010

in Articoli e studi
Il pm chiede cinque anni e mezzo di carcere per Faenza nel processo sul crack Italease Cinque anni e mezzo di carcere è la condanna chiesta oggi a Milano per l'ex a.d di Banca Italease, Massimo Faenza, dal pm Roberto Pellicano al termine della requisitoria del processo per la vicenda dei derivati, in cui gli imputati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Le altre richieste di condanna sono per Claudio Calza (un anno e quattro mesi), Gianluca Montanari (un anno e sei mesi), Pino Ardia, Luca De Filippo e Leonardo Gresele (tutti quattro anni e sei mesi) e Maurizio Mion (tre anni). L'istituto specializzato in leasing è attualmente controllato dal Banco Popolare. L'inchiesta della Procura di Milano era stata avviata nel luglio del 2007. All'apertura del fascicolo, l'attenzione dei magistrati si era concentrata sulle forti perdite registrate dall'istituto sui derivati, nonché sulla correttezza di singole operazioni e sul ruolo di alcuni consulenti che per la loro intermediazione avrebbero ricevuto elevate commissioni. «A conclusione degli accertamenti sono stati stimati rischi di perdita da operazioni in derivati con la clientela pari a circa 500 milioni di euro e dall'esposizione verso i gruppi Coppola, Renar Investment Funds e Promar per circa 60 milioni», ha scritto il gip. Nell'ordinanza di custodia cautelare che aveva portato all'arresto del numero uno di Italease all'inizio del 2008 i pm scrivevano: «È emersa la sussistenza di un'associazione a delinquere composta da dipendenti di Banca Italease e mediatori finalizzata a commettere reati di appropriazione indebita ai danni della stessa banca» Il caso derivati dell'istituto di via Cino del Duca fu scoperchiato alla fine di maggio del 2007, quando l'istituto comunicò che il potenziale rischio di controparte riferibile a strumenti derivati con clientela, si attestava a circa 400 milioni. Nei giorni successivi, il 4 giugno arrivarono le dimissioni di Faenza, il cambio ai vertici. A fine giugno Banca Italease aggiunse in un comunicato che la chiusura delle posizioni dei derivati in essere nei confronti delle banche controparti aveva comportato un esborso di circa 610 milioni di euro. Al 29 giugno, sottolineava l'istituto milanese, erano rimaste aperte posizioni con le banche controparti che rappresentavano un mark to market (valore ai livelli di mercato ndr) negativo pari di 120 milioni di euro. Parallelamente all'inchiesta della magistratura milanese, anche la Banca d'Italia e la Consob hanno acceso il loro faro sull'istituto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

18/09/2010

Documento n.8708

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK