Il Corriere della Sera 24-7-2010. Giavazzi. Il pasticcio della Consob

in Articoli e studi
Il pasticcio della Consob La Consob, l’Autorità che vigila sul mercato finanziario, langue: da un mese è senza presidente, ridotta a soli tre commissari invece dei cinque previsti. Questo non sembra minimamente preoccupare il governo. Il mercato finanziario è il luogo in cui si incrociano le esigenze di finanziamento delle imprese e il risparmio delle famiglie. Informazioni puntuali sono essenziali affinché l’incontro avvenga nelle condizioni di massima trasparenza. Questo è il compito della Consob, che oggi però lo esercita in modo solo formale e burocratico. Un esempio. Un’eccellente media impresa bergamasca, un caso di imprenditoria di qualità, la Gewiss, quotata in Borsa, è stata recentemente oggetto di un’offerta pubblica di acquisto (Opa) da parte del socio di controllo. A un investitore interessano soprattutto due cose: le motivazioni dell’offerta e il prezzo. Nelle 89 pagine del documento di offerta, approvato dalla Consob, queste informazioni non ci sono. Ad alcuni investitori viene il legittimo sospetto che la società, tolta dalla Borsa, verrà venduta in blocco con un premio sul prezzo dell’Opa: nel Bel Paese succede spesso. Un investitore istituzionale scrive all’offerente per chiedergli se il dubbio è fondato, e informa la Consob. Risposta dell’offerente: leggete il documento, nel quale però di spiegazioni non vi è traccia. La Consob tace. Il documento di offerta dice anche che si «intende offrire agli attuali azionisti un’opportunità di disinvestimento a condizioni più favorevoli di quelle registrate negli ultimi mesi dal titolo»: ci mancherebbe altro, dato che la Borsa si sta riprendendo da un periodo di prezzi depressi! Un investitore istituzionale osserva che il prezzo è basso e di nuovo informa la Consob. L’offerente risponde che consulenti indipendenti (pagati dal medesimo) garantiscono. Di nuovo la Consob non chiede che all’investitore venga data una risposta più articolata e più seria. È solo un esempio che dimostra l’incapacità di tutelare davvero gli interessi dei risparmiatori. Vengono così quotate in Borsa società che non lo meritano affatto, emesse obbligazioni che non dovrebbero essere offerte al pubblico, effettuate scorribande quotando a un prezzo alto e poi ritirando dal mercato quando il prezzo scende. Si è proposto di nominare presidente della Consob Antonio Catricalà, oggi alla presidenza dell’Antitrust. Sono certo che Catricalà non accetterebbe, in quanto è una nomina che mina la sua indipendenza. Lo statuto di molte istituzioni indipendenti non consente ai membri del proprio consiglio di accettare, a fine mandato, alcuna nomina governativa. Le Autorità sono organismi terzi rispetto al mercato e alla politica: la loro indipendenza e autorevolezza è garanzia del fatto che perseguano l’interesse collettivo. Oggi la politica, indebolendo le Autorità, si riappropria di questo potere per trattare direttamente con il mercato. Se questo danneggia i risparmiatori, poco importa. Il disprezzo per l’interesse dei cittadini è segno dei tempi. Tant’è che in un Paese in cui sul regionale Bergamo-Milano si va arrosto perché è rotta l’aria condizionata, il governo con grande tempestività ha nominato presidente delle Ferrovie il 76enne presidente uscente della Consob. Non sia mai che lor signori restino un sol giorno con la sola pensione. Francesco Giavazzi 16 luglio 2010] Il pasticcio della Consob Il pasticcio della Consob La Consob, l’Autorità che vigila sul mercato finanziario, langue: da un mese è senza presidente, ridotta a soli tre commissari invece dei cinque previsti. Questo non sembra minimamente preoccupare il governo. Il mercato finanziario è il luogo in cui si incrociano le esigenze di finanziamento delle imprese e il risparmio delle famiglie. Informazioni puntuali sono essenziali affinché l’incontro avvenga nelle condizioni di massima trasparenza. Questo è il compito della Consob, che oggi però lo esercita in modo solo formale e burocratico. Un esempio. Un’eccellente media impresa bergamasca, un caso di imprenditoria di qualità, la Gewiss, quotata in Borsa, è stata recentemente oggetto di un’offerta pubblica di acquisto (Opa) da parte del socio di controllo. A un investitore interessano soprattutto due cose: le motivazioni dell’offerta e il prezzo. Nelle 89 pagine del documento di offerta, approvato dalla Consob, queste informazioni non ci sono. Ad alcuni investitori viene il legittimo sospetto che la società, tolta dalla Borsa, verrà venduta in blocco con un premio sul prezzo dell’Opa: nel Bel Paese succede spesso. Un investitore istituzionale scrive all’offerente per chiedergli se il dubbio è fondato, e informa la Consob. Risposta dell’offerente: leggete il documento, nel quale però di spiegazioni non vi è traccia. La Consob tace. Il documento di offerta dice anche che si «intende offrire agli attuali azionisti un’opportunità di disinvestimento a condizioni più favorevoli di quelle registrate negli ultimi mesi dal titolo»: ci mancherebbe altro, dato che la Borsa si sta riprendendo da un periodo di prezzi depressi! Un investitore istituzionale osserva che il prezzo è basso e di nuovo informa la Consob. L’offerente risponde che consulenti indipendenti (pagati dal medesimo) garantiscono. Di nuovo la Consob non chiede che all’investitore venga data una risposta più articolata e più seria. È solo un esempio che dimostra l’incapacità di tutelare davvero gli interessi dei risparmiatori. Vengono così quotate in Borsa società che non lo meritano affatto, emesse obbligazioni che non dovrebbero essere offerte al pubblico, effettuate scorribande quotando a un prezzo alto e poi ritirando dal mercato quando il prezzo scende. Si è proposto di nominare presidente della Consob Antonio Catricalà, oggi alla presidenza dell’Antitrust. Sono certo che Catricalà non accetterebbe, in quanto è una nomina che mina la sua indipendenza. Lo statuto di molte istituzioni indipendenti non consente ai membri del proprio consiglio di accettare, a fine mandato, alcuna nomina governativa. Le Autorità sono organismi terzi rispetto al mercato e alla politica: la loro indipendenza e autorevolezza è garanzia del fatto che perseguano l’interesse collettivo. Oggi la politica, indebolendo le Autorità, si riappropria di questo potere per trattare direttamente con il mercato. Se questo danneggia i risparmiatori, poco importa. Il disprezzo per l’interesse dei cittadini è segno dei tempi. Tant’è che in un Paese in cui sul regionale Bergamo-Milano si va arrosto perché è rotta l’aria condizionata, il governo con grande tempestività ha nominato presidente delle Ferrovie il 76enne presidente uscente della Consob. Non sia mai che lor signori restino un sol giorno con la sola pensione. Francesco Giavazzi 16 luglio 2010

24/07/2010

Documento n.8673

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